Atap non trova più carburante, a rischio anche gli scuolabus

Giovedì 17 Marzo 2022 di M.A.
Atap non trova più carburante, a rischio anche gli scuolabus

PORDENONE - Un numero, espresso in termini percentuali e con un più davanti, fotografa la situazione: 62 per cento. È l'aumento del carburante rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Praticamente, oggi, mettere un autobus sulla strada significa perdere soldi. È uno tsunami che non risparmia nemmeno il trasporto pubblico, men che meno quello scolastico. Il primo è alle prese con un'emergenza vera e immediata: non si trova più il gasolio al prezzo stabilito dalle aste; il secondo rischia di saltare a breve o di costringere i Comuni a spendere di più e quindi a rivalersi sulle famiglie degli studenti.


IL TPL

«Noi forniamo un servizio pubblico, non possiamo fermarci», spiega il presidente di Atap, Narciso Gaspardo. «Ma per il conto economico sarà un bagno di sangue». L'azienda, infatti, ha recentemente terminato il contratto per la fornitura di gasolio figlio dell'ultima gara d'appalto. Nel frattempo, però, guerra in Ucraina e speculazione hanno rivoluzionato i prezzi. E le ultime due gare per la fornitura di carburante sono andate deserte. Morale, l'Atap non trova chi le può dare il gasolio al prezzo (ribassato) tipico dei concorsi pubblici. Ogni azienda coinvolta ha preferito rinunciare, perché non ci stava dentro con i conti. Avrebbe lavorato in perdita o perlomeno senza guadagnare. Quindi ci si continua a rifornire dal vecchio erogatore - quello tecnicamente scaduto - con i prezzi che però nel frattempo sono lievitati. «Una batosta», ammette il vertice dell'azienda pordenonese per il trasporto pubblico. E questa batosta inevitabilmente si rifletterà anche sugli utili (divorati) che ogni anno vengono redistribuiti ai Comuni, che sono anche azionisti dell'Atap stessa. Se la situazione internazionale dei carburanti non dovesse rientrare in tempi brevi, addio profitti e addio introiti per gli Enti pubblici. Anzi, ci sarebbe il rischio di dover pensare al processo opposto, cioè a ripianare delle perdite.


LE SCUOLE

Anche il servizio di trasporto scolastico di base (per capirci, fino alle scuole medie) è interamente pubblico e funziona attraverso delle complesse gare d'appalto al ribasso. Inoltre spesso gli scuolabus sono più vecchi ed energivori rispetto ai mezzi del trasporto pubblico locale. E in questo caso la mazzata è doppia, perché sulla gare d'appalto già passate in giudicato c'è la spada di Damocle dei rincari, mentre su quelle future piomba l'incubo delle zero offerte, con il possibile stop al servizio anche in provincia. Si proceda con ordine. Il primo punto è quello che riguarda i servizi già in essere per l'anno scolastico corrente. Le gare d'appalto, in questo caso, sono state assegnate in passato. Si basano, con la logica del ribasso, su prezzi del carburante ancora umani, ma l'impatto dei rincari delle ultime settimane non può essere irrilevante per le aziende che forniscono il servizio. E infatti queste ultime rischiano di lavorare in perdita ogni giorno. Ecco perché sulle scrivanie dei sindaci stanno atterrando in misura sempre crescente delle richieste di integrazione rispetto ai contratti precedenti. È previsto dalla normativa, perché si tratta di eventi improvvisi e non di responsabilità dei fornitori del servizio. Ma per i Comuni è comunque un salasso che non era stato messo in preventivo. Il secondo punto, invece, riguarda le gare future. Dovranno inevitabilmente presentare una base d'asta più alta, a causa del caro carburante. Quindi gli Enti dovranno spendere di più anche per assegnare il servizio al miglior offerente. È una catena, e a quel punto servirà uno sforzo organizzativo enorme (visti gli altri costi a carico dei Comuni, come ad esempio l'elettricità) per non far gravare il conto finale sulle famiglie degli studenti.

Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 10:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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