Alessia Trost, sfida all'ultimo salto
È argento agli Europei di Praga

Sabato 7 Marzo 2015
Alessia Trost, a destra, sul podio del salto in alto a Praga
PRAGA - Alessia Trost è d'argento con 1,97 dopo aver tenuto in mano anche l'oro, andato alla russa

Mariya Kuchina dopo gli spareggi. È rocambolesco l'esito della finale dell'alto femminile agli Europei indoor di Praga. La gara si conclude con le due amiche-nemiche di sempre appaiate a 1,97 e la classifica è determinata solo dal jump-off. Errori in serie a 1,99 e poi, tornati indietro, il salto vincente della russa. Ma la pordenonese (domani 8 marzo, compirà 22 anni) può essere fiera della sua prima medaglia nell'atletica assoluta, in una gara peraltro contraddistinta dal duello con l'avversaria di una vita.



Nei primi due salti (1,80 e 1,85) la friulana è chiaramente molto vicina ai ritti al momento dello stacco, anche se, vista l'altezza dell'asticella, la cosa non porta conseguenze. A 1,90 l'azzurra si piazza nel punto corretto, e infatti valica l'asticella in tranquillità e con molta luce. Solo in cinque non commettono errori fino a 1,90: Trost, le due polacche Licwinko e Kasprzycka, la russa Kuchina e la lituana Palsyte. Finisce qui la gara dell'ungherese Szabo e della ceca Hruba, mentre la spagnola Beitia (alla seconda) e la bulgara Veneva (alla terza) ce la fanno.



Si sale a 1,94 e, per certi versi, comincia la gara. Trost, Kuchina e Licwinko vanno al di là agevolmente, le altre sbagliano tutte il primo tentativo, con la classifica che comincia a prendere, come conseguenza, una forma compiuta. Veneva saluta, Beitia, Kasprzyckza e Palsyte ce la fanno alla seconda. Sempre più su, 1,97. Trost sbaglia il primo (un po' tesa nell'avvio della rincorsa, finisce vicina), ma non è la sola. Falliscono tutte. E anche nel secondo giro si continua a sbagliare. La quota appare stregata.



Si arriva al turno decisivo. Chi ce la fa, si prende l'oro. E ce la fa proprio l'azzurra, con un grido che spacca l'O2Arena. Pareggia subito Mariya Kuchina, la rivale di mille battaglie nel giovanile. Le altre chiudono. È Italia-Russia, il match tra le due ex bambine prodigio dell'alto, due soli mesi di differenza a dividerle, e un mare di confronti ad unirle. Per la prima volta, ora, una contro l'altra «da grandi», sul palcoscenico dell'atletica vera.



Due errori a 1,99: entrambe sfiorano l'asticella nel secondo salto. Si va all'ultimo giro di ruota. Ancora un errore e dopo qualche attimo di esitazione, si continua. Nulla da fare. Jump-off, ovvero, spareggio. Un salto a 1,99 a testa, senza esito positivo. Si scende a 1,97. Trost è senza energie e abbatte l'asticella. Kuchina ha l'occasione e colpisce. Oro, l'argento va all'italiana.



«Sono felice, la mia testa è ancora lì in pedana - racconta l'azzurra - avevamo lavorato tanto per ottenere questo obiettivo, la medaglia mi ripaga di ogni momento passato sul campo. Mi auguro che per me possa essere un punto di svolta, anche un modo diverso di vivere l'atletica. L'oro? In realtà ero concentrata solo sul mio modo di saltare, e devo dire che la misura ottenuta qui, l'1,97 (la sua migliore dell'anno, ndr) mi soddisfa in pieno».



Il match con la Kuchina potrebbe diventare il leit-motiv dell'alto per i prossimi anni. «Me lo auguro, certo, anche se, visto com'è andata oggi, magari in futuro potremmo alternarci nelle posizioni sul podio... - sorride Trost - Seriamente, una dedica speciale voglio farla a Gianfranco Chessa, il mio allenatore: spesso mi sono presentata nervosa al campo, in allenamento, e lui comunque c'era, c'è stato sempre».
Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 17:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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