Visoni: l'allevamento si appella al Tar, insorge la Lav

Giovedì 13 Maggio 2021 di Luca Marin
Visoni: l'allevamento si appella al Tar, insorge la Lav

VILLA DEL CONTE (PADOVA) - Con il fiato sospeso in attesa della sentenza del Tar. La vicenda del focolaio dei visoni allevati nell'azienda agricola di Anna Rizzolo in via Rive Basse a Villa del Conte continua a destare preoccupazione per la Lega antivivisezione (Lav) che denuncia, nuovamente, una situazione di pericolo per le persone e gli animali. I titolari dell'allevamento dopo l'ordinanza anti-covid di abbattimento dei visoni del ministro della salute Roberto Speranza e dei servizi veterinari dell'ulss 6 Euganea, hanno presentato un ricorso al tribunale amministrativo per definire la situazione e decidere il da farsi.


Rassicurazioni dalla sindaca di Villa del Conte, Antonella Argenti: «Circa un mese fa ho ricevuto comunicazione della decisione dei titolari dell'allevamento di fare ricorso - afferma - Rimango in attesa della sentenza. Da parecchi mesi ormai sono stati intensificati i controlli da parte del settore veterinario del dipartimento dell'ulss Euganea. Ad oggi affermo con tranquillità che non sussiste a Villa del Conte alcuna situazione di pericolosità per le persone e gli animali».

Sul piede di guerra è invece la Lav che sostiene in un comunicato come «sia stata disattesa l'ordinanza ministeriale anti- covid». In realtà, da quanto si apprende da addetti ai lavori, l'allevamento di visoni è fermo, con le sole fattrici vive, in quanto non sono state fatte riprodurre. Per l'associazione animalista si tratta comunque di «salute pubblica minacciata anche da procedure e ritardi della giustizia amministrativa, a vantaggio dell'industria della pelliccia».


«L'allevamento di visoni di Villa del Conte - afferma Simone Pavesi, responsabile della Lav - risulta essere ancora non chiuso definitivamente nonostante la notifica, un mese fa, da parte della locale Ulss 6 di una ordinanza di abbattimento di tutti gli animali, dopo che una serie di test hanno confermato l'infezione da coronavirus Sars-CoV-2 (agente eziologico che nell'uomo causa il Covid-19) e dunque la presenza della malattia. Noi ci appelliamo alle autorità competenti affinché pongano in essere tutte le opportune verifiche sul contenzioso amministrativo che, di fatto, sta mantenendo aperto un allevamento focolaio di coronavirus nel solo ed unico interesse dell'allevatore che mira a salvaguardare la sua produzione e a tutto discapito della salute pubblica. Ci auguriamo che una situazione di emergenza sanitaria di tale gravità non venga gestita con la prevalente preoccupazione di salvaguardare la produzione di pellicce, piuttosto che tutelare i cittadini e la comunità che vive in prossimità di questa struttura».


«I dati in nostro possesso sono inequivocabili - aggiungono i militanti della Lav- Sin dal primo giorno di campionamento, l'11 gennaio, nell'allevamento di visoni sono state intercettate positività al coronavirus, confermate dai successivi accertamenti sino a rilevare 100% di animali tra quelli campionati. Siamo fortemente preoccupati conclude Pavesi- perché questi allevamenti possono diventare veri e propri serbatoi di coronavirus anche in considerazione del fatto che nella maggior parte dei casi, i visoni sono asintomatici all'infezione».

Ultimo aggiornamento: 11:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci