Padova. Università in presenza, code per la mensa e studenti ammassati in aula

Sulla ripresa delle lezioni pesa il sovraffollamento: studenti ammassati nei plessi, mentre per pranzare alla Piovego si fa anche mezz'ora di coda

Venerdì 21 Ottobre 2022 di Marco Miazzo
La coda fuori dalla mensa

PADOVA - A tre settimane dall'inizio delle lezioni universitarie le conseguenze del completo ritorno in presenza si fanno sentire più che mai. A pagarne le spese sono innanzitutto gli studenti, in primis gli oltre duemila che non sono ancora riusciti a trovare un alloggio a Padova. Ma anche tra chi è riuscito a trovare una stanza dove dormire non mancano i disagi: la forte affluenza di studenti crea un grande problema di sovraffollamento nei luoghi più frequentati, come aule e mense. Mentre gli iscritti al Bo aumentano di anno in anno, gli spazi non seguono il boom di iscrizioni e diventa sempre più impellente un adeguamento strutturale: in gioco infatti vi è la qualità stessa della didattica.

Gli spazi

Per questo anno accademico sono stati avviati 3.034 insegnamenti. «Secondo l'ateneo la vera didattica si fa in presenza perché è di qualità, ma è vera didattica questa? - si chiede Alessia Conti, consigliera nel Consiglio nazionale degli studenti universitari con Udu - Già l'anno scorso chiedevamo che la didattica duale venisse mantenuta come strumento ausiliario per evitare di arrivare a questa situazione drammatica. Avevamo anche raccolto 10mila firme tramite una petizione, che però non è stata tenuta in conto». In queste prime tre settimane di lezione quotidianamente centinaia di studenti non riescono a trovare posto per seguire le lezioni da quanto le aule sono sovraffollate. Di conseguenza ci si sistema un po' ovunque, per trovare un posto a sedere bisogna arrivare anche con venti minuti di anticipo, altrimenti si sta per terra o se si è fortunati sui gradini. I dipartimenti più interessati dal sovraffollamento sono Scienze umane e Scienze politiche. In questi giorni a palazzo Liviano in piazza Capitaniato e a palazzo Wollemborg in via del Santo fare lezione è stato davvero complesso, con studenti costretti a rimanere in piedi o seduti addirittura fuori dalle aule. Anche per i docenti la situazione è inaccettabile: la preoccupazione va ai problemi di sicurezza dato che gestire un'evacuazione sarebbe molto difficile, non dimenticando poi che il sovraffollamento favorisce nuovi contagi Covid.

Per far fronte alla situazione i professori fanno ricorso anche a soluzioni improvvisate: «Abbiamo visto intere aule stracolme con gli studenti in esubero che seguono dallo schermo il docente in presenza da un'altra stanza altrettanto stracolma. Questo è stato il vero bentornato del Bo e della Regione agli studenti - afferma Domenico Amico, senatore accademico e coordinatore di Udu - Non possiamo tollerare questa situazione, dal silenzio della Regione all'inerzia dell'ateneo. Le nostre proposte sono chiare: didattica a distanza, investimenti sui trasporti e sulle aule, risposte sul nuovo Polo delle scienze sociali e quindi sul progetto della Piave futura, apertura di nuove mense e residenze». Diversi sono i progetti in corso da parte dell'Università per la realizzazione di campus diffusi: dall'ex caserma Piave a palazzo Lombardo Miglioranza e Casa Vinicio Dalla Vecchia.

La ristorazione

Anche le mense sono prese d'assalto. Da giorni si registrano code lunghissime negli orari di punta, con studenti costretti ad attendere anche più di mezz'ora per mangiare in tempistiche spesso ristrette dato che gli orari delle lezioni sono serrati. Sulle mense la competenza spetta all'Esu. In città sono quattro le strutture maggiormente frequentate: alla mensa Piovego si contano 620 posti a sedere mentre sono 180 alla Pio X, alla Murialdo e alla Belzoni, convenzionate con Esu. Da parte dell'ente regionale il problema del sovraffollamento è ben noto e già dall'inizio dell'anno prossimo si attiverà un ulteriore servizio di mensa nel centro storico, in quella zona che era coperta dalla mensa San Francesco prima della chiusura nel 2018. Davanti alla mensa Piovego, dove si registrano le file più lunghe, ormai da giorni il Sindacato degli studenti-Link Padova ha organizzato un banchetto di protesta per chiedere che si prendano provvedimenti il prima possibile. I membri offrono agli studenti un pranzo alternativo a base di couscous vegano a offerta libera: «Il diritto allo studio si esprime in tante modalità e una di queste è il diritto a un pasto garantito. La mensa non dovrebbe prevedere lunghe file e attese che non si conciliano con gli orari delle lezioni - afferma Fabiana Iannone, portavoce di Link - Per questo abbiamo deciso di organizzare un pranzo sociale all'ingresso della Piovego in segno di protes

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