Tombolo. «Apra, mi manda il parroco». L'anziana capisce che è una truffa e smaschera la finta volontaria

La nipote della vittima: «L'elemento che mi fa pensare è che chi ha telefonato è a conoscenza che in casa abita solo mia zia»

Sabato 17 Dicembre 2022 di Michelangelo Cecchetto
L'anziana ha capito che era una truffa

TOMBOLO - Voleva andare a trovarla a nome del parroco di Tombolo per gli auguri natalizi e per farle un po' di compagnia, ma la signora ottantenne ha capito immediatamente che c'era qualche cosa di strano in quella gentile richiesta, ha declinato la cortesia, ed ha avvisato immediatamente il sacerdote che le ha confermato di non aver mai disposto nulla del genere. Potenziale truffa sventata giovedì pomeriggio a Tombolo.

Si potrebbe chiamare truffa delle festività, considerato il periodo. L'attenzione e la prontezza di riflessi della potenziale vittima hanno evitato di far entrare in casa quella che spacciandosi come volontaria parrocchiale all'opera per un fine caritatevole, si sarebbe con tutta probabilità trasformata in ladra.

La finta volontaria

A raccontare l'accaduto e mettere in guardia i concittadini, la nipote dell'anziana che - è da sottolineare - abita da sola, ma con strette frequentazioni dei suoi familiari. Non è nel modo più assoluto lasciata sola. «Mia zia è stata contattata al telefono alle 15 da una donna che si è qualificata come volontaria parrocchiale, incaricata dall'arciprete Bruno Cavarzan, di andare a fare un po' di compagnia alle persone anziane e con l'occasione di portare gli auguri. Un pensiero, un gesto, di cortesia e vicinanza che però a mia zia è sembrato strano. La parrocchia non ha mai fatto nulla di simile, lei non era a conoscenza di questa cosa e così, fortunatamente, non ha dato nessun appuntamento e appena terminata la telefonata, ha chiamato il parroco».

«Chi ha telefonato sa che mia zia vive sola»

Parroco il quale le ha riferito di non aver mai disposto nulla. Non ci sono volontari che a suo nome contattano gli anziani per una visita su appuntamento in casa, per stare in compagnia o altro. «Per fortuna mia zia è attenta - continua la nipote - Sarebbe entrata in casa una persona sconosciuta spacciandosi per una collaboratrice del parroco e chissà cosa sarebbe potuto accadere. L'elemento che mi fa pensare è che chi ha telefonato è a conoscenza che in casa abita solo mia zia. Vuol dire che qualche informazione è stata presa sul suo conto». Al momento in cui si scrive, quanto accaduto alla pensionata è un caso isolato. Non c'è notizia di altre persone della cittadina contattate con la medesima modalità. «Ci sono gruppo di volontari - conclude la nipote impegnata in parrocchia - che periodicamente vanno a trovare le persone che non possono andare in chiesa e portano la comunione se non può esserci il sacerdote. L'organizzazione della visita è ben diversa e poi c'è sempre qualcuno di conosciuto nel gruppo». L'invito è ancora una volta quello di prestare massima attenzione e di non far entrare sconosciuti in casa, soprattutto se ci si trova da soli.

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