Truffa del biologico, sei indagati per frode: raggirate quattro mense militari. Una anche nel trevigiano

Martedì 1 Agosto 2023 di Marco Aldighieri
Militari in mensa

PADOVA - I militari in servizio in quattro caserme del Nordest avrebbero dovuto mangiare prodotti Bio a pranzo e a cena. Invece si sono nutriti con cibo “convenzionale”. Non solo, avrebbero anche dovuto ricevere dal servizio catering pasti cucinati in giornata e non “vecchi” di almeno 48 ore. L’accusa è di frode in concorso nelle pubbliche forniture e nei guai sono finiti in sei. Le indagini sono state condotte dal pubblico ministero Roberto D’Angelo, insieme al Nucleo veterinario di supporto areale nord di Padova e ai carabinieri del Nas. 
La società Elior Ristorazione Spa di Milano, in collaborazione con Hospes Srl di Verona, ha firmato un contratto con il Ministero della Difesa per la fornitura di pasti con prodotti biologici nelle caserme del Nordest per un importo complessivo di oltre 8 milioni di euro per tutto il 2022. 


Nel registro degli indagati sono stati iscritti Rosario Ambrosino, 57 anni residente a Milano, amministratore delegato di Elior Ristorazione e amministratore unico di Hospes.

Poi Michea Ferrante, 44 anni di San Giovanni Lupatoto (Verona), direttore area di Hospes e procuratore Elior Ristorazione. Quindi Vicenzo Tedesco, 49 anni residente a Vigasio (Verona), direttore generale di Elior Ristorazione; Nicola Migliore, 56 anni di San Martino in Strada (Lodi) direttore tecnico di Hospes, e Paolo Ellena, 49 anni di Parma, stream manager di Hospes. Infine, Dino Dal Bello di 64 anni e residente ad Asolo (Treviso), direttore del centro di cottura di San Biagio di Callalta (Treviso).

I PASTI

I militari delle caserme De Bertolini e Bussolin di Padova, insieme a quelli del 3. Reparto aeromobili dell’Aeronautica militare di Treviso e del 5. Reggimento alpini Menini De Caroli di Vipiteno in provincia di Bolzano, avrebbero dovuto mangiare a pranzo e a cena prodotti biologici. I menù infatti riportavano il simbolo del Bio a fianco di uova, insalate, cosce di pollo e carne bovina.  Invece, secondo l’accusa, Elior Ristorazione ed Hospes hanno rifornito l’esercito solo del cibo “convenzionale”. Non solo, il contratto con il Ministero della Difesa era anche per la consegna di pasti cotti in giornata ma, ancora secondo l’accusa, carne e verdure sarebbero stati cucinati almeno 48 ore prima.

LE INDAGINI

I presunti raggiri sono emersi grazie a una serie di controlli da parte del Nucleo Veterinario di Padova nei mesi di febbraio e giugno dell’anno scorso. Gli inquirenti hanno scoperto, anche attraverso appostamenti e intercettazioni telefoniche, che ai militari non venivano forniti pasti biologici. E poi nel centro di cottura di San Biagio di Callalta capace di produrre fino a 2 mila pasti al giorno, grazie alle telecamere, hanno appurato che nelle giornate di sabato e domenica era chiuso. Morale, tutti i fine settimana le caserme ricevevano pasti e cene preparati almeno 48 ore prima. 
Tanto più che il direttore Dal Bello, ancora secondo l’accusa, avrebbe ordinato a una dipendente di correggere a mano la data riportando quella dei giorni successivi sulle monoporzioni (denominate iColti). In una intercettazione telefonica Migliore della Hospes al suo interlocutore ha parlato di Dal Bello: «...Ascolta questo ci può sputtanare in una maniera che non hai idea per quello che ha gestito...». Secondo l’accusa infatti Dal Bello avrebbe anche falsificato materialmente alcune bolle di acquisto.

Ultimo aggiornamento: 9 Agosto, 11:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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