Agguato in ascensore dopo l'incontro con i legali, il marito voleva ucciderla a coltellate Il racconto

Venerdì 24 Dicembre 2021 di Marco Aldighieri
VIA UGO FOSCOLO L'intervento della polizia nel palazzo del tentato femminicidio

PADOVA - «È stata una scena drammatica». È ancora provata l’avvocatessa Elisabetta Costa dal tentato femminicidio accaduto, mercoledì scorso - 22 dicembre-  nel tardo pomeriggio, all’esterno del suo studio in via Ugo Foscolo a un passo dallo scalo ferroviario. Marito e moglie si sono rivolti a un paio di legali del suo ufficio per avviare la separazione consensuale. «Quando hanno lasciato lo studio - ha raccontato Costa - erano tranquilli. Nessuno avrebbe mai pensato ad un epilogo del genere». 
Ma dentro l’ascensore il marocchino di 41 anni Jalal Amal, residente in via Forte Marghera a Mestre, ha sferrato le prime coltellate alla sua ex, una donna statunitense di 37 anni. La straniera, ieri mattina, è stata dimessa dall’ospedale con una prognosi di 25 giorni. A salvarla dalla furia omicida del 41enne è stato lo spesso giubbetto invernale che indossava e la tenacia nel parare con le gambe i fendenti sferrati all’addome. 
«Sono contenta che se la sia cavata.

Nel mio studio siamo per lo più donne. Siamo molto turbate da quanto è accaduto. Sempre più donne indifese si trovano ad essere vittime e ci si rende conto di quanto si è impotenti» ha dichiarato Costa.


I FATTI
I due sono usciti dallo studio poco dopo le 18 e appena sono saliti in ascensore Amal, secondo una prima ricostruzione dei fatti, ha estratto un coltello da cucina e ha iniziato a colpire la donna. Poi, una volta arrivati a terra, ha abbandonato l’arma sull’androne del palazzo ed è uscito in strada dirigendosi sul piazzale della stazione. Qui, con una manica del giaccone sporca di sangue, ha fermato una pattuglia Eco (i militari dell’esercito utilizzati per il controllo del territorio). «Ho ucciso mia moglie con un coltello» ha confessato agli uomini in divisa. 
Intanto la 37enne, ferita e piena di sangue, ha trovato la forza di rientrare in ascensore e arrivare di nuovo al quarto piano davanti alla porta dello studio legale dove ha chiesto aiuto. Jamal Amal è stato fermato dalla polizia e il pubblico ministero Marco Brusegan ha già chiesto al Gip di convalidare l’arresto con l’applicazione della misura cautelare in carcere. 
La Procura ha contestato al marocchino il reato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e perchè commesso ai danni della moglie.La donna ai medici dell’ospedale ha raccontato che: «...Mi ha bloccato la testa con la mano sinistra al volto, mentre con la destra ha estratto un coltello da cucina dalla tasca del giubbotto. Mi ha colpito quattro volte al seno, poi al volto, poi ha passato il coltello sulla mano sinistra e mi ha ferito sul lato destro della faccia, la nuca e la spalla destra. Poi ha di nuovo passato il coltello sulla mano destra ha tentato di colpirmi allo stomaco, ma mi sono riparata con la gamba sinistra. Una volta arrivati al piano terra è fuggito...». 


I SOCCORSI
«Abbiamo sentito battere alla porta - ha ripreso l’avvocata Costa - e quando abbiamo aperto ci siamo trovati la donna dolorante e piena di sangue. È svenuta e poi si è ripresa. Abbiamo chiamato il 118 e il 113. Sono arrivati con tempestività, ma quegli attimi sono stati eterni. Come indicato dai soccorritori, abbiamo tenuta aperta la porta d’ingresso del palazzo e anche dello studio per facilitare le manovre. C’era sangue ovunque, lei era ferita in più punti del corpo. È stata una scena drammatica. I due erano seguiti - ha continuato - dalle avvocate Claudia Bizzotto, rientrata dalla vacanza proprio per questa pratica, e Jeanette Baracco. Sembrava tutto tranquillo, anche perchè era una separazione consensuale dopo 5 anni di matrimonio». 
È stata proprio la legale Bizzotto a soccorrere per prima la 37enne originaria del Missisipi. L’avvocata agli inquirenti ha raccontato di avere udito, circa un minuto dopo l’uscita della coppia dallo studio, delle urla provenire dal pianerottolo e poi dei forti colpi sulla porta d’ingresso dell’ufficio.  La legale è accorsa ad aprire e si è trovata davanti la sua cliente dolorante e sanguinante. «Mi ha accoltellato» ha detto con il poco fiato che le era rimasto. Allora l’avvocata ha chiamato subito il Suem 118 e il 113. A soccorrere la donna sono poi arrivati anche gli avvocati Baracco e Cherubini.

Ultimo aggiornamento: 11:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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