Body cam, un deterrente che funziona contro la microcriminalità

Lunedì 16 Gennaio 2023 di Mauro Giacon
Le body cam in dotazione alla Polizia locale di Padova

PADOVA - Dopo nove mesi di “bodycam” le telecamere agganciate alla divisa degli agenti della Polizia municipale, il bilancio è nettamente positivo. Sia nell’impiego in fatti di rilevanza penale, sia in funzione di deterrenza che è alla fine quello che interessa di più. Perché in numerose occasioni è bastato dire che si sarebbe messa in funzione per sedare gli animi all’istante.
I NUMERI
«Per 45 volte quando è stata attivata perché sembrava che dovesse servire poi è bastato l’annuncio per la dissuasione - commenta l’assessore alla Sicurezza Diego Bonavina - viceversa in 25 volte è stata impiegata per situazioni che, dopo una verifica da parte di un supervisore, sono state inoltrate alla magistratura come notizia di reato. Di queste, 9 episodi hanno riguardato la guida in stato di ebbrezza o sotto l’uso di stupefacenti. Sei casi la resistenza a pubblico ufficiale. Due casi l’oltraggio a pubblico ufficiale a corredo di altri reati minori».
«Una sintesi del tutto positiva per i 150 apparecchi che abbiamo in gestione - continua l’assessore - anche gli operatori che la usano in strada sono molto contenti di averla e questo mi rende soddisfatto. Credo che solo dal prossimo anno però avremo un’idea più completa dei suoi effetti perché occorre tempo per valutare l’impiego».
«Il fatto indiscutibile comunque è che la telecamera garantisce sia il personale che il cittadino e che abbiamo già misurato la sua capacità di acquietare la situazione. Proseguiamo su questa strada che è quella giusta».
Le microcamere sulla divisa degli agenti della Polizia municipale che pattugliano le strade sono arrivate a metà aprile. Sono in grado di registrare tutto quello che avviene durante un’operazione. Ma soprattutto, visto che l’agente della municipale avverte in anticipo che la sta accendendo, hanno il grande pregio di fare da deterrente ad azioni peggiori perché chi pensa di essere filmato ci pensa due volte prima di procedere. E piuttosto che farsi immortalare mentre commette un reato sceglie di fermarsi.
LA DOTAZIONE
I 150 apparecchi sono stati dati in dotazione dalla “Axon” una multinazionale americana con una sede a Roma che ha vinto la gara chiedendo 97mila euro del noleggio per cinque anni. Si accendono solo in casi estremi, laddove si pensa che stia per avvenire un reato penale o un’aggressione nei confronti degli operatori. L’agente la mette in funzione avvertendo i soggetti che ha davanti e questo, secondo le esperienze già in atto, contribuisce in un terzo dei casi a calmare gli animi. I primi agenti ad “indossarle” sono stati quelli appartenenti ai reparti della sicurezza urbana e della polizia di prossimità che sono stati formati e addestrati. 
LE CARATTERISTICHE 
Le bodycam si agganciano all’uniforme degli agenti, e offrono video ad altissima definizione, con un campo visivo di 143 gradi e con una batteria che può garantire un’autonomia di oltre 20 ore. Nel rispetto della normativa in materia di privacy non possono essere utilizzate, ad esempio, per documentare semplici violazioni amministrative tipo un divieto di sosta o un sorpasso vietato. O un incidente stradale. O per visionare la buca in strada. Qui ci sono tablet e fotocamera. 
L’IMPIEGO
Dal punto di vista pratico ogni agente ha uno strumentino sul petto con una luce verde lampeggiante che diventerà rossa all’accensione. La videoregistrazione degli eventi garantisce trasparenza rispetto a metodi e procedure adottati dalla polizia locale e viene impiegata laddove ci sia il sospetto di un reato penale: se un agente viene aggredito ad esempio l’altro può filmare.
Oppure se c’è una manifestazione che sfocia nella violenza, un tentativo di furto o il danneggiamento di beni pubblici e privati.

Una flagranza che serve a integrare l’attività di polizia giudiziaria.

Ultimo aggiornamento: 07:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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