Montegrotto. Niente atti persecutori, 36enne libera: «Non volevo tamponare l'auto della mia ex, non l'ho minacciata». L'accusa cambia in maltrattamenti

Venerdì 12 Gennaio 2024 di Marco Aldighieri
Carabinieri

MONTEGROTTO (PADOVA) - Nessun atto persecutorio contro la ex collega, ma piuttosto l'accusa è stata ridimensionata in maltrattamenti in famiglia. Tra l'arrestata, difesa dall'avvocata Jeannette Baracco, e la querelante c'è stata una relazione sentimentale. Ieri, davanti al Gip Domenica Gambardella, la 36enne si è difesa. «Non volevo tamponare l'auto della mia ex, e non è vero che l'ho minacciata con un coltello e con un mattarello davanti a sua figlia di 14 anni». Il pubblico ministero Claudia Brunino ha chiesto la misura restrittiva degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Il giudice invece è stato di diverso avviso. La trentaseienne è stata raggiunta dal divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e da sua figlia.

Inoltre dovrà indossare il braccialetto elettronico. La 36enne, detenuta nel carcere di Montorio Veronese, nel tardo pomeriggio di ieri è stata rilasciata.

Tutto ha avuto inizio nel luglio dell'anno scorso, quando la presunta vittima, insieme alla figlia, è andata a vivere dalla 36enne. Tra le due è nato più di un rapporto di amicizia, una vera relazione sentimentale. Ma qualcosa non è andata per il verso giusto e martedì la mamma, insieme alla figlia, si è presentata alla stazione dei carabinieri di Montegrotto per denunciare la sua ex compagna per atti persecutori. Ai militari ha raccontato di essere stata minacciata dalla 36enne con un mattarello e anche con un coltello, sempre davanti a sua figlia. Poi, una volta depositata la querela, ha chiamato al telefono cellulare l'ex amante per dirle di portarle in caserma alcuni oggetti della figlia lasciati a casa sua. La 36enne è salita in auto e si è diretta alla stazione dei carabinieri e quando è arrivata ha speronato la macchina posteggiata della ex collega e compagna. Il fragore delle lamiere ha richiamato l'attenzione degli uomini dell'Arma, che in pochi istanti l'hanno bloccata. «Non volevo colpire l'auto - ha dichiarato davanti al giudice - è stato un errore, mi dispiace». Il suo avvocato al Gip ha fornito una serie di documentazione, mirata a provare l'esistenza di una normale relazione di coppia tra due donne. «Stavamo insieme - ha ripreso la 36enne - e a volte capitava di avere delle discussioni come accade in tutte le coppie, ma io non sono mai stata violenta».

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