Padova. La furia cieca dello stalker: colpito da 4 proiettili, aggredì il carabiniere e morse gli infermieri

Il vicebrigadiere dopo avere sparato 4 volte contro l’albanese, per fermarlo e proteggere il collega ha dovuto immobilizzarlo

Sabato 22 Luglio 2023 di Marco Aldighieri
Padova. La furia cieca dello stalker: colpito da 4 proiettili, aggredì il carabiniere e morse gli infermieri

PADOVA - L’albanese Haxhi Collaku di 55 anni, venerdì pomeriggio della scorsa settimana in vicolo Castelfidardo, era in preda a una furia cieca.

Nemmeno i quattro colpi sparati dal vicebrigadiere dei carabinieri, in difesa del collega agonizzate a terra, sono riusciti a fermarlo. 

Il militare, per evitare che accoltellasse il compagno gravemente ferito, ha dovuto immobilizzarlo abbracciandolo da dietro. Quando poi lo straniero è stato sulla barella per essere trasportato al pronto soccorso avrebbe tentato di mordere i soccorritori. Intanto l’uomo dell’Arma ricoverato in ospedale, rimane in coma farmacologico. I medici stanno cercando di salvargli la gamba attraverso la terapia iperbarica.

LA DINAMICA
Quel pomeriggio nel quartiere della Sacra Famiglia, intorno alle 14, Haxhi Collaku invece di andarsene dopo aver violato il divieto di avvicinamento all’ex moglie, si è messo al volante del suo furgoncino Skoda e ha puntato la pattuglia dei carabinieri. Ma soprattutto il militare, di spalle, impegnato a redigere il verbale dell’intervento. In quella posizione non è riuscito a schivare il veicolo ed è stato schiacciato con le gambe tra la “Gazzella” e il furgone. 

Lo straniero, pieno di rabbia, è sceso dal mezzo e impugnando un coltello con una lama lunga 12 centimetro e mezzo si è avventato contro il carabiniere agonizzante. Lo voleva finire a coltellate, tanto che il militare da terra ha alzato le braccia per ripararsi dai colpi. Il vicebrigadiere nel tentativo di bloccarlo è stato costretto a estrarre la pistola di ordinanza, una Beretta semiautomatica calibro 9, e ad aprire il fuoco. Quattro proiettili, due alle gambe e due nel basso addome.

Ma Collaku, violento e in preda alla rabbia, non ha mollato: il suo obiettivo rimaneva il carabiniere disteso sull’asfalto con una gamba spappolata. Il vicebrigadiere, questa volta per fermarlo in maniera definitiva, ha dovuto stringerlo a se da dietro. Ma lo straniero aveva ancora energie. Quando è stato adagiato sulla barella ha tentato di mordere i suoi soccorritori. È deceduto qualche ora più tardi in ospedale a seguito di una emorragia interna.

LE INDAGINI
Il vicebrigadiere, difeso dall’avvocato Ernesto De Toni, è stato indagato dalla Procura per il reato di eccesso colposo di legittima difesa. Nei prossimi giorni saranno effettuate la perizia balistica e quella dinamica. Il pubblico ministero Marco Brusegan, titolare del fascicolo, vuole ricostruire nei dettagli come è avvenuto l’investimento e come il brigadiere ha esploso i quattro colpi. In vicolo Castelfidardo non è presente alcuna telecamera della videosorveglianza, così non ci sono immagini che possano chiarire quanto è accaduto. 

Gli inquirenti hanno già sentito un super testimone: si tratta di una donna alla guida di un’automobile a pochi passi dal luogo della sparatoria. Ma la Procura sentirà anche il racconto del carabiniere che ha esploso i quattro colpi, appena rientra dalla malattia di quindici giorni. Infatti per bloccare Collaku ha riportato la distorsione di una caviglia. Intanto i due fratelli dell’albanese, difesi dai legali Emanuele Scieri ed Elena Fontana, hanno ottenuto la restituzione della salma e la prossima settimana celebreranno il funerale in patria.

Ultimo aggiornamento: 17:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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