Ventisei colpi tra rapine e furti, l’accusatore dei sinti davanti al giudice

Domenica 6 Giugno 2021 di Luca Ingegneri
La banda è stata sgominata dai carabinieri
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PADOVA - Vogliono interrogare in contraddittorio il complice che li ha coinvolti in una lunga sequela di colpi, messi a segno principalmente nei parcheggi dei centri commerciali. É la richiesta avanzata al giudice Maria Luisa Materia dai difensori dei sette sinti accusati di associazione per delinquere finalizzata alle rapine e ai furti. Devono rispondere di ventisei episodi criminosi, emersi in gran parte dai lunghissimi interrogatori sostenuti in carcere da David Curcio, 21enne nomade, con residenza ad Abano. Il giovane si è autoaccusato di una serie di colpi chiamando in correità il resto della banda, guidata da Naichel Millas, 20enne ex promessa della boxe, tuttora detenuto.

Ne farebbero parte Donovan Fulle, 26 anni, di Cavarzere, dove si trova agli arresti domiciliari, Federica Hodorovich, 37 anni, di Legnaro, Valentina Rizzetto, ventenne, pure di Legnaro, Asia Cavazza, 18 anni, domiciliata a Cavarzere, Denis Hudorovich, 37enne, di Favaro (Venezia), e Simone Hudorovich, 34 anni, di Cavarzere. I rispettivi difensori, gli avvocati Taschin, Sartori, Bissi e Pieraccini, avranno l’opportunità di interrogare il coimputato che ha formulato le gravi accuse. Il giudice ha accolto la richiesta di incidente probatorio, fissato per il prossimo 30 giugno.
Soltanto all’esito dell’esame di Curcio, che ha già presentato un’istanza di patteggiamento, sceglieranno la strategia processuale.

Millas, Fulle e Curcio erano stati inizialmente arrestati dai carabinieri di Piove di Sacco, coordinati dal pubblico ministero Sergio Dini, per quattro furti. La successiva collaborazione di Curcio con gli inquirenti aveva permesso di attribuire alla banda una lunga serie di reati. 


Violenti e senza scrupoli, i sinti si sarebbero macchiati di sette rapine. La più crudele è quella consumata il 12 ottobre del 2020: secondo l’accusa David Curcio, dopo essere evaso da una comunità di recupero nel vicentino, si è recato ad Abano per rapinare i suoi nonni. Il colpo, dall’esiguo bottino di 30 euro, lo avrebbe consumato in compagnia di Millas, Fulle e di un minorenne che aveva il compito di autista. I due anziani erano stati spintonati e presi a schiaffi. Altra rapina a Solesino il 21 settembre 2020: a farne le spese un automobilista a cui è stata tagliata la strada per bloccarlo e derubarlo. E prima ancora, a Conche di Codevigo, il 16 luglio del 2020, l’ex pugile Millas avrebbe preso a pugni una commerciante di pesce per rapinarla della borsetta griffata “Dolce e Gabbana”. Nell’elenco figura pure l’efferata rapina consumata a Mestre il 16 ottobre 2020. Nell’occasione Millas avrebbe colpito con una raffica di pugni due vittime per rubare loro 180 euro, un tablet e un telefono cellulare. Uno dei due è stato dimesso dal pronto soccorso con una prognosi di 51 giorni. Altri tre colpi sarebbero stati consumati a Padova il 27 ottobre, a Copparo (Ferrara) il 10 novembre e ad Anguillara Veneta il 25 novembre, sempre dello scorso anno.


LA TECNICA
La banda è accusata inoltre di diciannove tra furti e tentati furti messi a segno tra Marghera, Mira, Rosolina, Legnago, Candiana, Conselve, Agna e Loreo. Nella maggiore parte dei casi i sinti si appostavano nei pressi dei parcheggi dei centri commerciali. Prendevano di mira un’auto a cui foravano una gomma. Poi attendevano l’arrivo del proprietario e quando il malcapitato si accingeva a cambiare la ruota con le portiere aperte, uno dei banditi di soppiatto arraffava borselli, portafogli e denaro. Denis Hudorovich deve invece rispondere di riciclaggio per avere cambiato in euro diecimila dollari americani che la banda aveva arraffato in una delle tante scorribande.

Ultimo aggiornamento: 10:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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