Siccità, fiumi del Veneto senza acqua: è emergenza. Trovate anche sostanze inquinanti

Sabato 14 Gennaio 2023 di Alda Vanzan
Siccità, fiumi del Veneto senza acqua: è emergenza. Trovate anche sostanze inquinanti

Fiumi senza acqua praticamente in tutto il Veneto. E quel poco di acqua che scorre non è neanche pulita: per quanto riguarda la presenza del batterio escherichia coli, nel padovano il canale Piovego ha superato quasi del doppio il limite in uscita dagli impianti di depurazione, ma anche il Bacchiglione in tre punti ha superato lo standard. Quanto al glifosate, l'erbicida più usato al mondo, preoccupa particolarmente il dato della foce del fiume Dese che supera di 5 volte il limite previsto dalla legge. Presenza di glifosate anche nei fiumi Piave, Sile, Fratta-Gorzone, Brenta. Questi dati sono contenuti nel rapporto Operazione Fiumi 2022. Si tratta della seconda edizione della campagna di Legambiente Veneto realizzata in collaborazione con Arpav, grazie ai campioni raccolti dai volontari dei circoli territoriali dell'associazione e alle analisi effettuate dai laboratori dell'agenzia regionale.

Il monitoraggio ha riguardato i più significativi fiumi del Veneto, tra cui Adige, Bacchiglione, Brenta, Livenza, Piave, Po, Sile e alcuni corsi d'acqua secondari come il Fratta-Gorzone, Piovego, Retrone, Dese e Canale Brentella. Alcuni numeri: 11 fiumi monitorati, 40 giovani volontari coinvolti, 50 punti campionati, 150 campioni raccolti, 4 flash mob, centinaia di cittadini mobilitati nelle 8 tappe realizzate durante l'estate.

Siccità, fiumi del Veneto senza acqua


Purtroppo - recita il report - per i nostri fiumi la situazione è critica. Secondo i dati di Arpav, nel 2022 la portata dei fiumi del Veneto è stata vicina o addirittura nettamente inferiore ai minimi storici. Temperature in aumento, niente pioggia, niente neve, prelievi esagerati o inopportuni, cuneo salino: un mix di ingredienti che stanno provocando sofferenza ai nostri ecosistemi fluviali, con effetti visibili, i fiumi in secca, ed invisibili come le falde in sofferenza. Non solo: I fiumi continuano anche a soffrire di mala depurazione e di altre contaminazioni, come quella dovuta ai Pfas e altri inquinanti emergenti quali glifosato, plastificanti e non solo che minacciano la nostra salute e quella dell'ecosistema.


Crisi ambientale, cosa fare?


«Per limitare queste crisi ambientali - ha detto il presidente di Legambiente Veneto, Luigi Lazzaro - è necessario intervenire con urgenza tanto a livello normativo che operativo seguendo con più convinzione il faro delle politiche comunitarie e globali, in particolare la Direttiva Quadro sulle acque e l'Agenda 2030. Fiumi malati e in secca in un contesto di siccita prolungata non sono incognite da proiettare nel futuro ma concreta realtà quotidiana che rischia di ripetersi e aggravarsi anno dopo anno». Cosa fare? Puntare sulla prevenzione. «Il dramma ecologico e sanitario che stiamo vivendo a causa dei famigerati Pfas - ha detto Lazzaro - insegna che è prioritario concentrarsi sulle politiche di prevenzione. Invitiamo, perciò, le istituzioni a considerare lo stato del fiume in senso ecosistemico e ad avviare concrete azioni di adattamento e resilienza ai cambiamenti climatici». Ad esempio? «Efficientamento e l'aumento della rete di depurazione, sistemi di recupero delle acque reflue depurate, liberazione di aree golenali da dedicare alla ricarica di acquiferi, norme per frenare il consumo di suolo e per tutelare le acque dai pesticidi».

Ultimo aggiornamento: 11:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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