Testimoni di Geova, "casa madre"
sugli Euganei: entusiasta il sindaco

Domenica 15 Giugno 2014 di Lucio Piva
Testimoni di Geova, "casa madre" sugli Euganei: entusiasta il sindaco
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TEOLO (Padova) - Parigi val bene una messa e per il Comune di Teolo, l'insediamento della "casa madre" nazionale dei Testimoni di Geova, potrebbe valere ben di più. Basterebbe infatti dire si alla mega lottizzazione che il movimento religioso intende realizzare nella vasta area posta fra gli hotel "Leonardo" e "Michelangelo" a Monteortone di Teolo.



Lo scambio consisterebbe in una nuova scuola, un palazzetto dello sport, una piscina o qualche altro sogno della collettività euganea in cambio del consenso a realizzare oltre 130 mila metri cubi di edifici, destinati non solo alla prima sede di culto nazionale dei Testimoni, ma alle loro attività amministrative e ai loro centri di ospitalità. Il trasloco dall'attuale sede romana, farebbe della futura "chiesa" di Monteortone il punto di riferimento per i circa 405 mila fedeli italiani (3 mila congregazioni) e i 14mila del Veneto.



I "Geova" stanno esercitando da mesi il pressing sul curatore fallimentare della "Cima", l'ex azienda che avrebbe dovuto realizzare la lottizzazione. Per convertire tutti i metri cubi a destinazione residenziale, e rendere così praticabile il progetto dei Testimoni di Geova, servirebbe niente meno che una variante al piano ambientale regionale. Una questione che non sembra spaventare la Chiesa del Regno. Al punto che i Testimoni, secondo indiscrezioni, avrebbero già anticipato una robusta caparra quantificata in 5 milioni di euro al curatore fallimentare, vincolandola alla futura variante regionale. Perchè la Regione possa procedere, servirà il placet del Comune. Al quale poi spetta ovviamente il rilascio della concessione. Sull'entità della perequazione, i Testimoni non baderebbero a spese.



Il sindaco. Questioni di coscienza? Per il sindaco sarebbero state concepibili solo decenni fa. Quanto erano ben più limitati gli spazi di convivenza fra diverse religioni. È per questo che Moreno Valdisolo, è convinto che nemmeno il mondo cattolico possa intimare il "vade retro" a un insediamento convertibile in opere vitali per il futuro del paese. Peccato tuttavia che il sito destinato ad accogliere la sede nazionale dei Testimoni di Geova non si trovi in una landa sperduta. Dista infatti poche centinaia di metri dallo storico santuario di Monteortone, mèta di pellegrinaggi mariani e dall'attiguo centro salesiano. Senza contare, a qualche chilometro di distanza, la presenza dell'Abbazia di Praglia, uno dei più antichi centri monastici d'Europa. Per Valdisolo, il sindaco che all'indomani dell'elezione ha sanato proprio con i monaci vecchie ferite scaturite da relazioni tutt'altro che pacifiche gestite dai suoi predecessori, le strade per il dialogo fra il mondo cattolico ed i Testimoni sono infinite. E portano, ovviamente a Roma.

«Sto pensando - confida infatti il primo cittadino - di scrivere una lettera al Papa ed ottenere da lui un consiglio per evitare tensioni e minacce alla pace sociale. Ci ha commosso pregando con i leader ebrei e palestinesi. Sono sicuro che, per questo dilemma, saprà dirmi le parole più adeguate. Magari coniugando la tolleranza fra credi diversi con il bene della collettività».
Ultimo aggiornamento: 12:29

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