Colli euganei, 300 trattorie senza clienti, disdette a pioggia e panico: perdite per 4,5 milioni

Venerdì 4 Dicembre 2020 di Mauro Giacon
Si annunciano mancati introiti pesantissimi per le festività austere padovane
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PADOVA - «Mi sembra il teatro dell’assurdo. Noi abbiamo albergo e ristorante. Quando posso aprire uno devo chiudere l’altro. Vogliono farci morire». Monica Soranzo è titolare de La Piroga e rappresentante di Federalberghi Ascom. «Io non so se l’abbiano fatto apposta per non darci i ristori ma questa situazione è aberrate. Ho i dipendenti in cassa integrazione da marzo, potevamo lavorare e invece niente. Eppure ci tengono aperti per niente anche e io ad esempio ho una sala enorme e non ci sono problemi. Come niente abbiamo fatto con le cene aziendali a dicembre. Ma sicuramente non ci arrenderemo. Ho già pronti i menu e proveremo anche con l’asporto. Perchè ad un certo punto anche la psicosi comincerà a fare danni». Questo è lo stato d’animo dei 300 titolari di trattorie ristoranti e agriturismo fuori città davanti a quella che si preannuncia come una vera e propria Caporetto. Molte disdette sono già partite.
IL PREFETTO
E non c’è niente da fare. Renato Franceschelli aspetta di vedere il testo ufficiale prima di pronunciarsi ma una cosa è certa. «Potenzieremo i controlli adeguando il piano che abbiamo già in essere con le forze dell’ordine. Sono però più preoccupato del coordinamento per la riapertura delle scuole affidato ai prefetti in particolare per ciò che riguarda il trasporto pubblico».
PUBBLICI ESERCIZI
Per l’Appe interviene il segretario Filippo Segato. «Faccio i complimenti ai nostri governanti perché senza chiudere i ristoranti hanno trovato il modo per sancirne la chiusura, perché di fatto resteranno senza clienti. Questo è il peggiore scenario che ci poteva capitare, non poter visitare amici e parenti e non poter andare al ristorante. Però il 22 23 e 24 dicembre lo si potrà fare, il resto dei giorni fino al 27 dicembre, domenica, quando magicamente si potrà ritornare e già immaginiamo il tutto esaurito che comunque ci sarà ottenendo il risultato opposto a quello che si voleva procurare. Dunque per il resto nessun ristoro perchè non ci sarà nessuna chiusura, ma nessun reddito per raddrizzare i bilanci».
CONFESERCENTI
«Non è difficile quantificare il danno per commercianti, esercenti ed attività di servizio alle persone a seguito di questi provvedimenti - nota il presidente di Confesercenti Nicola Rossi - Già con la chiusura serale nei ristoranti nelle sole giornate della vigilia di natale e Capodanno era prevista una perdita nella nostra provincia di circa 2,5 milioni tra cenone e vigilia, con questa ulteriore limitazione è prevedibile che l’attività dei ristoranti nella provincia troverà un ulteriore dimezzamento perdendo non meno di altri 2 milioni nei pranzi di Natale, Santo Stefano e capodanno. Per la stragrande maggioranza dei pubblici esercizi e dei commercianti il mese di dicembre rappresenta il 30% degli incassi annuali. Sia chiaro lo ribadiamo con convinzione che la priorità è la salute e che i commercianti hanno sempre dato la disponibilità al sacrificio per la salute pubblica. Ma quando è troppo è troppo. Riteniamo che i provvedimenti da un lato non siano utili per una efficace lotta alla pandemia e dall’altro creino ulteriori danni economici diretti ed indiretti alle attività commerciali».
I NEGOZI
«Già in regime di “lockodown umorale” per le attività di commercio al dettaglio il nostro, osservatorio aveva calcolato una perdita di poco inferiore ai 600 milioni per l’intero mese di dicembre, calcolo che viene completamente riconfermato con questa bozza di provvedimento con grandi regali alle grandi multinazionali dell’e-commerce e della grande distribuzione.
DE POLI
«Il Governo ammazza l’economia locale» interviene il senatore Udc Antonio De Poli - Penso ai Colli Euganei dove ristoranti e agriturismi resteranno aperti a pranzo ma, di fatto, non avranno i clienti al tavolo e, allo stesso modo, nelle Terme Euganee gli hotel termali subiranno danni pesanti a causa delle nuove restrizioni, per la decisione assurda di blindare gli italiani nel proprio Comune nei giorni clou delle festività. All’Esecutivo chiediamo di rivedere la ratio delle misure previste nel Dpcm e di introdurre ristori certi per le attività».

 

Ultimo aggiornamento: 08:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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