Silvia Bortot torna sul ring a Padova: «Voglio rimettermi in gioco». L'atleta trevigiana ha scontato i due anni di squalifica

Nel dicembre 2019 a fermarla fu l'antidoping, per la sostanza igenamina: "Fu un vero choc. Sicuramente si tratta di un errore, pensai. Invece è andata così, per colpa di una contaminazione a me totalmente ignota" dice l'atleta

Sabato 11 Dicembre 2021 di Redazione Web
Silvia Bortot sul ring
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PADOVA - Silvia Bortot incrocia di nuovo i guantoni. Il 22 dicembre a Padova, stadio Euganeo, palestra Pdring in via Nereo Rocco, salirà sul ring per affrontare (pesi welter) l’ucraina Kateryna Drozd della Pro Boxing. Non una serata qualsiasi per l’atleta in forza alla Padova Ring, trevigiana di Salgareda, cresciuta a Mestre, anzi una data da ricordare: scontata la squalifica di due anni per doping, è il suo ritorno dopo 24 mesi.

Quel 25 ottobre 2019

Il suo ultimo incontro risale al 25 ottobre 2019, quando sconfisse la belga Gontaruk: esito invalidato, a cui si aggiunse la revoca del titolo di campionessa europea dei superleggeri. In base a un controllo antidoping effettuato dopo il match venne riscontrata la presenza di igenamina, una sostanza - si legge in un comunicato dello staff dell'atleta - inclusa nella lista Wada delle sostanze proibite dal 2017, che può essere contenuta negli integratori alimentari e nelle creme. Un’attesa che dura da oltre due anni, vinta da una tenacia in grado di superare delusioni e amarezze: «Volevo mollare tutto. Invece no, sono ancora qui: sento che devo ancora dimostrare qualcosa a me stessa, ecco perché mi voglio rimettere in gioco. Ora sono serena e tranquilla, non vedo l’ora di questa verifica: mi sento molto bene. La squalifica è terminata il 2 dicembre, quindi ho avuto un mese scarso per fare sparring e allenarmi insieme ad altri, cosa che in questi due anni non mi era consentito. Lo prendo come un test, per vedere dove e come iniziare a lavorare ancora più intensamente».

«Un vero choc, andai in depressione»

Ma come andò quella storia di doping? «Quando appresi la notizia della squalifica fu un vero choc - dice Silvia Bortot -. Sicuramente si tratta di un errore, pensai. Non è possibile! Invece è andata così, per colpa di una contaminazione a me totalmente ignota. Ho passato i primi due o tre mesi in depressione totale, è stata veramente dura. Poi però sono riuscita a reagire, e ho cominciato ad allenarmi. Da sola, giorno dopo giorno. In fondo, la pandemia del Covid per certi versi mi ha messo alla pari rispetto a tutti gli altri. Per fortuna in questi due anni non sono mai stata ferma; ho anche intrapreso nuovi percorsi sportivi, come il crossfit. Al di là di tutto, è stata un’esperienza che mi ha insegnato molto. Tutto quello che ho passato lo voglio vedere in positivo. Dopo tanta, troppa sofferenza ho trovato le risposte che cercavo».

 

I grazie alla Padova Ring 

Alla vigilia del rientro, Silvia ringrazia il maestro Massimiliano Sarti della Padova Ring: «Mi ha accolta a braccia aperte dopo tanti anni: era il 2011 quando vinsi i campionati italiani da dilettante, mi allenavo proprio con la stessa società. Un ringraziamento va anche al tecnico Roberto Rinaldi e al mio preparatore atletico coach Paolo Ronzani, che mi segue con precisione maniacale da quasi due anni. Un grazie di cuore lo rivolgo agli atleti, a tutti i ragazzi e le ragazze della Padova Ring per l’affetto e il supporto che mi stanno dando». La società annuncia la sua ripartenza così: «Sbim Boom torna sul ring».

Qui e nel titolo, Bortot sul ring

Ultimo aggiornamento: 21:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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