Abbattuto dai tedeschi, l'aviere Peter During si salvò grazie a un patto: ora si cercano i protagonisti

Lunedì 24 Gennaio 2022 di Paolo Braghetto
I tre tedeschi e il tenente insieme ad alcuni contadini

PADOVA - Cercansi protagonisti padovani di un’originale storia della seconda guerra mondiale, da cui si evince che talvolta la realtà può superare la fantasia. L’Associazione di Promozione Sociale “Aerei Perduti Polesine” con un pubblico appello vuole tentare di risalire ai luoghi in cui si sono svolti i fatti, ritrovare le persone al centro della storia e i loro discendenti, per poter raccogliere le loro memorie relative a una strana, quanto incredibile, vicenda. Gli avvenimenti con una trama da film riguardano uno dei tanti piloti caduti a terra in Polesine, in questo caso il pilota di caccia Peter During del 7. Squadron della South African Air Force che aveva base a Marina di Ravenna.


I FATTI
Il 26 aprile 1945 l’aviere, decollato con il suo Spitfire MK IX assieme ad altri tre sudafricani, fu colpito dalla Flack, la contraerea tedesca, vicino Cavarzere e costretto ad effettuare un atterraggio forzato. Planato vicino al fiume Adige, During uscì illeso dall’impatto e venne immediatamente catturato da militari tedeschi e portato in un cascinale per essere interrogato; il 27 aprile il prigioniero fu affidato ad un sottufficiale tedesco, caricato su un furgoncino guidato da un giovane italiano per essere portato in una destinazione ignota. Il 28 aprile in terra padovana, mentre si trovava probabilmente tra Pernumia e Battaglia Terme, il camion fu mitragliato dalla Royal Air Force Inglese senza conseguenze letali per i passeggeri che il 29 aprile ripresero la marcia per Padova. Questa volta però l’automezzo germanico incrociava altri tedeschi sbandati perché nella Città del Santo erano insorti i partigiani ed erano così costretti ad un repentino cambio di tragitto che da Ponte di Brenta andava verso Mestre lungo la Riviera del Brenta.

I tre occupanti del furgone si fermavano quindi in una “fattoria circondata da un alto muro” per trascorrere la notte e qui succede un fatto inaspettato che è il succo di tutta l’avventura.


L’ACCORDO
Peter mise i suoi carcerieri di fronte al fatto che ormai gli alleati erano vicini e grazie anche ai partigiani per loro si prospettava una sicura prigionia o la morte. Il tenente offrì questo compromesso: le loro armi dovevano essere lasciate sulla tavola della casa di contadini dove si erano fermati attendendo l’arrivo di qualche truppa o gruppo partigiano. Se giungevano prima le truppe tedesche Peter sarebbe stato loro prigioniero, se era il turno invece prima degli alleati o i partigiani i tre tedeschi sarebbero stati prigionieri e During avrebbe fatto in modo di far avere loro un trattamento di favore. Una volta concluso l’accordo iniziò subito una convivenza allegra e festosa, con cibo e vino offerti dai contadini. Ci sono delle foto scattate dalla macchina fotografica di uno dei tre tedeschi, Otto Wagner (regalata a During) che testimoniano il momento condiviso tra ex nemici, i residenti della casa e diversi abitanti locali tra cui spicca un ragazzino di forse 10-15 anni. Il 30 aprile un capitano dell’Artiglieria Neozelandese entrò in contatto con Peter che consegnò i militari tedeschi quali prigionieri di guerra e per ciascuno dei quali redasse una lettera di “raccomandazione”. Terminato il conflitto Peter non ha più ritrovato i “compagni di viaggio”, ma ha conservato quelle immagini fino ai giorni nostri. C’è anche un elemento architettonico del cascinale (il porticato in colonne circolari su basamenti marmorei) che potrebbe aiutare ad individuare il sito. Chi avesse informazioni, anche solo racconti sentiti da parenti defunti, può segnalarle alla mail aereiperdutipol@gmail.com.

Ultimo aggiornamento: 17:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci