​Pensioni d'oro per 4.500 padovani. I dipendenti pubblici incassano il doppio dei privati

Lunedì 28 Gennaio 2019 di Gabriele Pipia
Pensioni d'oro per 4.500 padovani. I dipendenti pubblici incassano il doppio dei privati
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PADOVA - Gli uomini incassano il doppio delle donne, gli ex lavoratori del settore privato prendono la metà rispetto ai dipendenti del settore pubblico. Sono questi i due dati che balzano subito all'occhio analizzando le pensioni dei padovani nel 2018. Posando la lente d'ingrandimento sui numeri dell'Inps, possiamo poi notare che la forbice è larghissima: si va dai 4.053 assegni inferiori ai 250 euro fino alle 4.575 persone che ogni mese incassano più di cinquemila euro. La media è di 1.426 euro, le cifre che prendiamo in considerazione sono tutte al lordo.



I dati fanno riferimento all'Osservatorio statistico dell'Inps e le tabelle sono state elaborate da un esperto in materia come il padovano Franco Piacentini, ex segretario regionale dello Spi Cgil ed ex presidente del comitato regionale Inps. Partiamo dalle pensioni percepite dai dipendenti del settore privato e dai lavoratori autonomi. Complessivamente in  provincia di Padova sono 259.326 e il loro importo medio è di 925 euro. Parliamo di 25 euro in più rispetto alla media dell'anno precedente e a 36 euro in più rispetto all'anno 2016. In Veneto le pensioni più alte sono in provincia di Venezia (989 euro) e gli importi padovani sono leggermente inferiori rispetto alla media regionale (929 euro). 
Notiamo anche la grande differenza tra gli importi incassati dagli uomini (nell'ultimo anno la media è stata di 1.257 euro al mese) e quelli delle donne (661 euro mensili). 

IL CONFRONTOSono invece numeri ben più alti quelli dei dipendenti pubblici. Nell'ultimo anno i padovani hanno incassato mediamente 1.927 euro e comandano di gran lunga la classifica delle province venete mettendo alle proprie spalle i veronesi (1.812). Siamo ben sopra rispetto alla media regionale di 1.796 euro. Pure in questo caso c'è stato un aumento rispetto al 2017, quando l'importo medio si era attestato a 1.894 euro. 
Anche nel settore pubblico la differenza tra i due sessi è molto netta, ma qui gli uomini non doppiano le donne. Nel primo caso la pensione media è di 2.446 euro, nel secondo caso è invece di 1.569. 
L'AUMENTO«Il lieve aumento delle pensioni rispetto agli anni precedenti è frutto dell'adeguamento automatico collegato ai dati Istat sul costo della vita - spiega Franco Piacentini -. L'aumento c'è, quindi, ma si tratta di un aumento inferiore rispetto a quello del costo della vita. Negli ultimi dieci anni i pensionati hanno perso il 20% del potere d'acquisto delle proprie pensioni. Sostanzialmente oggi un euro di pensione equivale a meno di 80 centesimi. Quindi sarà bene che il governo si confronti con Cgil Cisl Uil, per dare certezze ai prossimi pensionati e per adeguare economicamente le pensioni. Bisogna intervenire al più presto ed evitare che altri pensionati entrino nel tunnel senza uscita della povertà».
IL SINDACATONei giorni scorsi era intervenuto sul tema anche il segretario provinciale dello Spi Cgil, Alessandro Chiavelli, parlando di «situazione economica drammatica per molti pensionati» e ribadendo che si tratta di «una situazione ampiamente sottovalutata dalla politica e da tante persone convinte che i pensionati siano una classe privilegiata». 
«Purtroppo tanti anziani padovani sono costretti a vivere con assegni previdenziali da fame è il pensiero dello stesso Chiavelli e la situazione è destinata a peggiorare dato che la popolazione invecchia sempre più». Per inquadrare il problema anche la Cgil snocciola alcuni dati: «Tre anziane padovane su quattro - sottolinea il sindacalista - portano a casa 750 euro lordi mensili». Gli assegni più bassi arrivano ai pensionati del comune di Barbona con una media di 703 euro lordi mensili. «La popolazione in provincia è sempre più anziana - insiste il segretario dello Spi padovano -. Gli over 65 rappresentano il 22% dei residenti (207.869 anziani, secondo l'ultimo censimento, di cui 63.262 ultraottantenni). 
Secondo un'indagine dello Spi Cgil regionale, ogni cinque ultrasessantacinquenni, due sono soli, soprattutto perché vedovi, ma anche celibi o divorziati. «Di fronte a questo quadro preoccupante, è necessario un intervento della politica - conclude Chiavelli . Sono anni che lavoriamo per dare legittimi riconoscimenti a pensionati e pensionate che vivono in condizioni economiche difficili e non riescono ad arrivare alla fine del mese». 
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