PADOVA - Il nuovo meccanismo applicato alla rivalutazione delle pensioni, frutto della prima legge di Bilancio targata governo Meloni, rivela il suo impatto anche sui 240.341 pensionati padovani. Da gennaio i sussidi saranno più sostanziosi, in media di un centinaio di euro ciascuno. A beneficiarne saranno in particolare i circa 20mila che ricevono la minima.
In base alla revisione del meccanismo di rivalutazione (non più basato su tre scaglioni ma su sei fasce) vengono però tagliati progressivamente gli adeguamenti per le pensioni che superano i 2.100 euro lordi. Un elemento che solleva critiche da parte del Sindacato pensionati italiani (Spi) Cgil provinciale, che torna anche a evidenziare la disparità previdenziale tra uomini e donne.
IL QUADRO
In altre parole i 50mila pensionati che mensilmente percepiscono più di 2.100 euro lordi perderanno fra 30 e 200 euro di rivalutazione al mese, il che si traduce in un minore incasso che varia da 360 a 2.400 euro annui. I 20mila pensionati padovani con la minima (525 euro mensili) hanno invece un aumento maggiore rispetto agli altri (8,8% anziché 7,3%). «Sono 8 euro in più al mese rispetto a quanto avrebbero incassato con il sistema precedente. In pratica un’elemosina che non giustifica il taglio agli assegni più alti» chiosa Spi Cgil.
«La rivalutazione aiuterà molti pensionati a risollevare i propri bilanci – aggiunge Chiavelli – ma la manovra di bilancio è devastante su un sistema di rivalutazione che avevamo riconquistato con il governo Draghi grazie alle nostre battaglie. Il governo Meloni si finanzia con il taglio della rivalutazione delle pensioni e con la tassazione degli extra-profitti, peraltro già prevista e solo in parte aumentata. I pensionati vengono trattati come un bancomat: pensioni da 1.500/1.600 euro netti, frutto di oltre 40 anni di lavoro e contributi, vengono fatte passare per ricche. Con questi soldi fanno condoni, aumentano il tetto del contante, favoriscono i furbi e gli evasori. Risponderemo a questa ingiustizia come abbiamo sempre fatto».
IL DETTAGLIO
Se nel Padovano l’aumento medio mensile delle pensioni sarà di 95,50 euro netti (senza contare le addizionali comunali e regionali), il sindacato punta il dito anche sulla disparità di genere. I 119mila pensionati uomini guadagnano in media 1.871 euro lordi mensili e a loro spetta un incremento di 105 euro. Per le 120mila pensionate invece il surplus rispetto al 2022 è di 78 euro dato che le loro pensioni corrispondono mediamente a 1.280,10 euro lordi.
«La categoria più penalizzata è quella dei pensionati sotto i mille euro lordi (se si eccettua il vantaggio irrisorio per chi ha il trattamento minimo) – chiude Spi Cgil – Hanno già dovuto affrontare con enormi sacrifici i rincari dell’energia e dell’inflazione. Per loro la rivalutazione porta in dote fino a 60 euro in più al mese, importo inadeguati per arginare il carovita. Stiamo parlando di 66.465 anziani, per il 71% donne».
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