Wojtyla a Padova 40 anni fa: «Vi racconto l'amicizia con mio padre, l'ex rettore Merigliano»

Lunedì 12 Settembre 2022 di Gabriele Pipia
L'allora rettore Luciano Merigliano con Papa Giovanni Paolo II

PADOVA - «Vuole che le apro uno scrigno segreto?». Il professor Stefano Merigliano, colonna dell’università di Padova e presidente della Scuola di Medicina, è il figlio dell’ex rettore Luciano Merigliano che il 12 settembre 1982 accolse Papa Wojtyla a Palazzo Bo.

Risponde al telefono tra un appuntamento di lavoro e l’altro: quando capisce il tema dell’intervista sorride, dà appuntamento un quarto d’ora dopo e poi racconta tutto. 


Apriamo questo scrigno, professore?
«Mio padre e Karol Wojtyla avevano un rapporto d’amicizia di vecchia data, risalente a ben prima che Wojtyla diventasse Pontefice. Pensi che venne pure a trovarci a Padova e addirittura una sera si fermò a cenare a casa nostra. È un ricordo meraviglioso». 


Un rapporto privilegiato con il Pontefice forse più amato di sempre. Come nacque?
«Mio padre e il professor Sartori, all’epoca prorettore alle Relazioni internazionali dell’Università di Padova, aprirono tantissimi canali di rapporto con svariate università dell’Est Europa. Tra queste c’erano appunto quelle polacche e mio padre per questo motivo ricevette pure la Medaglia d’Oro per la Pace dello Stato polacco. Erano gli anni della Cortina di Ferro». 


Come arrivò a conoscere il futuro Papa?
«Tra queste c’era l’università di Cracovia, un ateneo storico dove passò addirittura Niccolò Copernico. E tra i docenti c’era appunto l’ arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla. Era lui ad occuparsi dei rapporti con gli altri atenei in giro per l’Europa». 


Da un rapporto professionale ad un’amicizia personale. Come?
«Si videro più volte e scattò subito una bella intesa. I protocolli firmati da loro due sono ancora custoditi al Bo e lui appunto si fermò anche a casa nostra. Ricordo lunghe cene, io all’epoca ero uno studente». 


Che ricordo ha di colui che sarebbe diventato Papa?
«Era esattamente come poi l’avrebbe conosciuto la gente di tutto il mondo. Una persona limpida, aperta, trasparente. Aveva un’intelligenza raffinatissima e un’umanità infinita. Era integro nella dottrina e aveva uno spessore umano importantissimo. Ed è sempre stato un grande giramondo, già prima di diventare Papa. Conosceva tutti».


Di quel 12 settembre 1982 lei che ricordo ha?
«Mio padre lo aspettò sul Liston, poi fecero visita al Rettorato del Bo e il Papa lasciò pure un messaggio nel libro degli ospiti illustri. Ricordo pure un intermezzo suonato dalla Polifonica Vitaliano Lenguazza. E poi l’euforia di un’intera città».


Che festa fu?
«Non era una semplice cerimonia, fu una festa intensa e davvero molto sentita. Quella giornata lasciò a tutti un grandissimo calore umano». 


Il rapporto stretto con la sua famiglia proseguì anche quando Karol Wojtyla diventò Giovanni Paolo II?
«Assolutamente sì. Ricordo l’incontro per gli auguri di Natale in Sala Nervi al Vaticano. Mio padre si fermava ogni anno a chiacchierare alcuni minuti con il Papa, nella loro semplicità». 
 

Ultimo aggiornamento: 16:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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