Scrovegni, il restauro restituisce
le stelle dipinte 700 anni fa

Domenica 4 Novembre 2018 di Mauro Giacon
Scrovegni, il restauro restituisce le stelle dipinte 700 anni fa
Padova -  Qualsiasi cosa accada agli Scrovegni occupa costantemente le prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Accadde anche con la saetta che il 9 agosto del 2014 colpì l’edificio, disintegrando la sfera che si trova alla sommità della facciata e facendo cadere la croce in ferro. Dunque la prima notizia è che dopo quattro anni fra poche settimane sfera e croce torneranno al loro posto  completamente restaurate. La seconda è che il fulmine aveva liquefatto anche l’antenna paracolpi sul tetto ma questo aveva dimostrato anche che ce l’eravamo cavata per il rotto della cuffia. L’asta metallica era collegata a dei dispersori, piastre o tubi di acciaio e rame conficcati nel terreno, tramite una fune di rame che sono stati distrutti.
L’ANTI FULMINI
Dunque tutto il sistema di difesa dai temporali è stato rifatto con una gabbia di Faraday, come si chiama, costituita da una serie di aste in parallelo poste su diversi punti e collegate fra loro da una rete di conduttori così da avvolgere la costruzione a sua volta collegata con la rete di messa a terra. Insomma un sistema molto più completo.
Il terzo aspetto ha riguardato la sistemazione del tetto, la sua impermeabilizzazione e soprattutto l’alleggerimento, come è stato chiamato. In caso di terremoto il collassamento sarebbe stato fatale agli affreschi.
Qui la disputa è ancora in atto se sia meglio avere le capriate in acciaio sostenuto da un cordolo perimetrale in cemento armato, com’è dopo il restauro degli anni ‘50, oppure capriate con travi in legno che poggiano sul cordolo com’era un tempo. Leggiamo meglio nell’articolo sotto i pareri, ma resta il fatto che il tetto è rimasto con la stessa intelaiatura, soltanto le travi che prima poggiavano ora sono state fissate in funzione antisismica.
LE NUOVE STELLE
Certo il tema della sicurezza è primario ma il vero spettacolo riguarda il restauro della cripta ovvero dei locali sotterranei alla celebre cappella da cui si accede oggi dall’esterno. Un posto misterioso dal momento che non si è mai saputo per certo a cosa servisse, forse un luogo di raccoglimento e preghiera. Ebbene la volta della cripta alla quale un tempo si accedeva da palazzo Foscari-Gradenigo ora demolito, non è mai stata restaurata ad quando nell’800 è stata liberata. La sue stelle nere e rosse su intonaco neutro a calce non sono mai state così brillanti. E il grande esperto Giuliano Pisani ricorda essercene di uguali nel portico del duecentesco palazzo Capodilista in corso Umberto. Uno stilema «già visibile nel mausoleo di Galla Placidia a Ravenna».
Il Comune ovviamente attende che il restauro della cripta sia ultimato (è questione di giorni) per dare il via alle celebrazioni, fra le quali un convegno internazionale che faccia il punto sullo stato di salute del monumento.
Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 15:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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