Riqualificazione dell'ex Macello: intervento da otto milioni per il nuovo liceo Selvatico

Mercoledì 3 Febbraio 2021 di Luisa Morbiato
Il rendering che illustra come sarà il nuovo liceo Selvatico

 Un intervento con una spesa di 8.475.000 euro restituirà l’ex macello dello Jappelli all’antico splendore. Qui tornerà ad aver la propria sede il liceo artistico Pietro Selvatico ma diventerà anche un luogo di arte e cultura a tutta la città. Il progetto è stato presentato ieri dal presidente della Provincia Fabio Bui alla presenza del consigliere delegato Luigi Bisato, del presidente della Fondandazione Cariparo Gilberto Muraro e dal presidente dell’associazione “Amici del Selvatico” Elio Armano.
Il progetto definitivo sarà consegnato nel maggio prossimo mentre a novembre scatterà la procedura di affidamento dei lavori che, molto probabilmente, inizieranno entro giugno 2022. Un intervento che non solo farà rivivere l’istituto ma anche tutta l’area circostante e che verrà attuato in due stralci: il primo, con un costo di 4.975.000, già finanziato con 2.250.000 euro della Provincia, eguale somma dalla Fondazione ed il rimanente dalla Soprintendenza, riguarderà il restauro dell’ex macello jappelliano. Il secondo si concentrerà sulla ristrutturazione e l’adeguamento funzionale dell’ala est del Selvatico, con un investimento di altri 3 milioni e mezzo di euro, che interesserà il prefabbricato realizzato in area golenale nel 1969. 
L’architetto Luca Volpato, responsabile unico del procedimento, ha ripercorso la vita dello storico edificio, dalla sua inaugurazione come macello nel 1822, e, per questo, costruito a ridosso del Piovego, fino ai giorni nostri, soffermandosi sulla pianta originale che ricorda un tempio massonico, alla trasformazioni che si sono succedute nei decenni da quando nel 1910 vi fu insediata l’allora “Regia Scuola Pietro Selvatico per le arti decorative e industriali”.
«Si tratta di un intervento complesso, non solo dal punto di vista architettonico - sottolinea Volpato - Si è tenuto conto di tre cardini fondamentali, la valorizzazione del rapporto con le mura del ‘500, di quello col Piovego e dell’edificio storico. Otre al restauro conservativo dell’ex macello e alla sua valorizzazione, sono stati previsti spazi per esposizioni museali e le collezioni d’arte dell’istituto. Per quanto riguarda il restyling del prefabbricato si è studiato un edificio “fluttuante” che trasmetta l’idea di leggerezza ma si relazioni sia per volume che come impatto d ‘immagine con l’esistente». 
Nell’ex macello troverà spazio il liceo mentre nel nuovo edificio oltre ad aule e laboratori ci sarà al piano superiore un auditorium a disposizione della città ma anche nella liberata zona golenale uno spazio per attività didattiche all’aperto. «Un progetto che serve alla scuola, ma un’opera che è anche riqualificazione urbana per il valore culturale che apporta - afferma Bui - Abbiamo voluto coordinarci anche con le associazioni, “Amici del Selvatico”, “Amissi del Piovego” e “Comitato Mura” ed il progetto è un bel risultato. Nei prossimi mesi cercheremo le risorse anche per il restyling dell’ala est. La scuola non deve più essere considerata un contenitore di ragazzi ma un luogo di cultura e socialità in relazione col resto della città». 
«Si tratta di una scuola Museo e per questo è intervenuta la Cariparo. Si farà come un progetto unico anche se suddiviso in due stralci - precisa Bisato - Un luogo che si apre alla città anche al di fuori dell’orario scolastico, al quale hanno contribuito le associazioni in costante contatto con lo studio Berlucchi, autore del progetto, frutto anche di un’intensa attività politico amministrativa». 
Si è augurato che tutto vada a buon fine Muraro osservando: «Come Fondazione ci siamo inseriti nella prima parte del progetto in quanto arricchimento culturale e storico per la città». 
«Siamo consapevoli dell’enorme sforzo compiuto dall’estate 2017, quando il destino del Selvatico sembrava segnato dal disinteresse della Provincia nel salvaguardare lo stabile. Da allora c’è stata una grande mobilitazione per arrivare al risultato, grazie anche alla Cariparo - chiude Armano - Con eccesso di ottimismo era stato detto che i lavori sarebbero partiti nel 2018, ma niente di concreto. Ringrazio Bisato per il grande impegno, lavoro e fatica spesi nel prendere in mano la situazione per ottenere risultati. Grazie anche al coraggio della Soprintendenza disponibile fin da subito. Ora spetta al Comune, proprietario dell’edificio, anche se non è obbligato a intervenire in quanto è stato ceduto alla Provincia, ma siamo sicuri che l’amministrazione farà la sua parte, anche approvando una mozione sul tema che, spero, sarà votata dall’intero consiglio comunale».
 

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