Muore di Covid Piero Giannone, "guida" dei neocatecumeni padovani

Sabato 28 Novembre 2020 di Luca Marin
Muore di Covid Piero Giannone, "guida" dei neocatecumeni padovani

LA SCOMPARSA
PADOVA Le comunità neocatecumenali di Padova sono in lutto per la prematura scomparsa di Piero Giannone, 63 anni, da decenni responsabile e punto di riferimento del Cammino di fede nella parrocchia della Madonna Pellegrina. Giannone è morto giovedì al Sant’Antonio a causa di una polmonite provocata dal covid. Qualche anno fa l’ex insegnante di educazione fisica alle scuole medie di Legnaro, in pensione da quattro anni, aveva una forma di leucemia che lo aveva fatto sottoporre ad alcuni cicli di chemioterapia. Negli ultimi tempi Piero Giannone aveva risposto alla “grande” e stava tutto sommato, bene. 
Dopo la positività al virus e alcuni giorni in terapia intensiva, giovedì sera la notizia della sua morte ha suscitato grande cordoglio in tutte le comunità sparse nella provincia di Padova. Giannone abitava in via Giordano Bruno in città: lascia la moglie Lucia, otto figli (il più grande Giacomo di 38 anni e la più piccola Ester di 21, appena laureatasi in infermieristica) e 13 nipoti (più altri tre in arrivo, di cui due gemelline). 
L’ex professore di educazione fisica da 42 anni fa parte del cammino neocatecumenale. Uomo di fede, persona umile e mite, responsabile della prima comunità nata all’interno della parrocchia di Madonna Pellegrina nel 1978, ha speso la propria vita per evangelizzare la parola di Dio. Il figlio maggiore Giacomo, che vive a Piacenza, lo ricorda con affetto e riconoscenza: «Papà è stato un esempio di padre Cristiano - afferma il primogenito - Non solo per quanto concerne l’apertura alla vita con otto figli ma soprattutto perché si è impegnato a 360 gradi nel trasmettere la fede ai noi figli e alle persone lontane che non conoscevano l’amore di Cristo. Da giovane io non capivo in pieno il suo fervore e la sua “passione” per il Cammino e per Dio: con gli anni, lo ammetto, è rimasto in me un seme della sua testimonianza e i frutti li vedo oggi nella vita quotidiana». 
Commovente è il ricordo anche dell’amata moglie Lucia Vettorato: «Piero è stato il mio primo e unico amore - ammette la donna con un groppo alla gola -. Umanamente sto soffrendo molto ma so che lui ora è felice e in paradiso. Sono altrettanto convinta che ora Piero continuerà a stare accanto a me e alla nostra famiglia: certo non lo potrò vedere ma saremo uniti per sempre in un modo direi sensibile, in maniera diversa rispetto a come abbiamo fatto per 40 anni. Mio marito - continua la moglie Lucia - non era una persona alla quale piaceva esporsi o vantarsi. La sua vita era la comunità. I suoi impegni erano sempre legati alle attività in parrocchia e nelle catechesi».
«In tutti questi anni non mi ricordo quante decine di pellegrinaggi, anche con i giovani, o quanti incontri sulla dottrina cristiana abbiamo organizzato insieme. La sua era una vocazione che lo trovava sempre pronto. Piero da giovane aveva frequentato il liceo artistico e questa predisposizione all’arte l’aveva sempre coltivata. Amava decorare i ceri pasquali e ha realizzato anche delle icone. Questa capacità artistica ha saputo coniugarla con l’impegno costante di una vita a servizio degli altri, illuminata dalla Parola di Dio».
Don Ulisse Zaggia, ex parroco a Madonna Pellegrina ed ora al Torresino, lo ricorda come un Padre nella fede per tante persone che lo hanno incontrato: «Piero era un uomo innamorato di Dio - sostiene don Ulisse - Del suo credo profondo e sincero ha fatto una ragione di vita. Dal punto di vista personale è stato un uomo di grande umanità, paziente e molto pacato nel confronto con gli altri. Un punto di riferimenti per tutti, soprattutto per i suoi figli e i giovani della Madonna Pellegrina».I funerali lunedì mattina alle 10.45 nella basilica del Santo.
Luca Marin
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci