Padova. Trovato morto nel canale in Prato della Valle: Frank in Italia dal 2017, è stato visto galleggiare alle 7. Ipotesi malore nella notte

Giovedì 14 Dicembre 2023 di Marina Lucchin, Silvia Moranduzzo
La Scientifica al lavoro per eseguire i rilievi

PADOVA - S'intravedeva appena a pelo d'acqua, i pantaloni e la maglia chiari. Il corpo senza vita di un 25enne del Ghana, Frank Ameyaw, residente a Padova, ma trasferitosi di recente a Caorle per lavoro, nell'ambito della ristorazione, è stato trovato ieri mattina nella canaletta che circonda l'isola Memmia in Prato della Valle. A vedere il cadavere a faccia in giù nell'acqua alcuni passanti che hanno affrontato la foschia di buon mattino. Erano le 7 quando è partita la chiamata d'emergenza, ma purtroppo per il ragazzo non c'era nulla da fare: era morto da ore, verosimilmente già durante la nottata.

LA SCOPERTA

Il giovane aveva un regolare permesso di soggiorno ed era incensurato. Aveva con sé nelle tasche i documenti, sbiaditi dall'acqua. I poliziotti della squadra Volante stanno cercando i suoi parenti per avvisarli della tragedia. In Italia era regolare. Era arrivato qui nel 2017 ed era incappato in una brutta storia di sfruttamento lavorativo da cui era stato "liberato" proprio dalla polizia. Il giovane, che aveva anche un problema a un occhio, era seguito dai Servizi Sociali del Comune, dove era stato avviato a un nuovo lavoro, nel Veneziano. In città però ci tornava sempre più spesso, forse per incontrare degli amici. C'è chi afferma di averlo visto dormire più volte in Prato.
Poco distante dal luogo del ritrovamento è stato rinvenuto anche uno zainetto con pochi effetti personali del 25enne.
Per recuperare il corpo la polizia ha chiesto l'intervento dei vigili del fuoco.

I pompieri accorsi dalla centrale sono entrati in acqua dotati di idrocostumi e hanno portato a riva il cadavere del ragazzo, il cui decesso è stato infine certificato dai medici del Suem.

La polizia scientifica ha quindi iniziato a eseguire i rilievi. Sarà compito degli agenti chiarire cosa sia accaduto. Un malore e una caduta? Potrebbe essere scivolato? La dinamica è al vaglio degli inquirenti.
Sembrano escluse fin da subito le ipotesi di omicidio e suicidio. Da un primo esame del medico legale, infatti, il corpo non presenta segni di violenza o ferite, per cui si potrebbe pensare ad una tragica fatalità, un incidente. Il giovane potrebbe essere scivolato camminando, complice la forte umidità che aggrediva i marmi di Prato della Valle nella notte. O ancora potrebbe essere stato sotto l'effetto di alcol o droghe e, barcollando, potrebbe essere caduto in acqua. La canaletta che circonda l'isola Memmia non è molto profonda, arriva al massimo a un metro e mezzo e il corpo, ritrovato a pancia in giù, suggerisce che il ragazzo non abbia reagito al contatto con l'acqua. L'autopsia, già disposta dal pubblico ministero di turno, chiarirà se è deceduto per annegamento o ipotermia.

I TESTIMONI

Le operazioni sono andate avanti tutta la mattina con i sommozzatori dei vigili del fuoco che hanno scandagliato la canaletta per recuperare il corpo e i documenti del 25enne. Movimenti che non sono passati inosservati a chi passava per Prato della Valle.

«Ma cosa è successo? Un cadavere? Oh povera anima» borbotta un signore armato di ombrello per ripararsi dalla pioggia che via via che passavano le ore diventava sempre più fitta. Curiosi che si fermavano qualche minuto, chiedevano ai cronisti lumi per la presenza della polizia e dei pompieri.
«Ma chi era?» è la domanda rivolta più spesso. L'area non è stata transennata ma il dispiegamento di auto e mezzi di servizio ha tenuto lontani i passanti. Chi era, cosa faceva, perché è caduto in acqua si chiede la gente. E non tutti, una volta scoperto il colore della pelle, pronunciano parole gentili. «Forse è meglio così» sbotta una signora in pelliccia prima di tornare alle sue commissioni mentre nella canaletta i pompieri raccolgono gli effetti personali del 25enne, zuppi e freddi. Nonostante il Natale, c'è chi non prova la minima pietà nemmeno di fronte a una scena simile.

IL RICORDO

«Siamo molto scossi per quanto accaduto, conoscevamo il ragazzo, perché come comune e servizi sociali lo avevamo preso in carico tramite Sai dopo una storia di sfruttamento lavorativo. Si trattava di un ragazzo fragile, che abbiamo cercato di accompagnare al meglio possibile. Al momento dell'uscita dall'accoglienza lo abbiamo accompagnato al lavoro e all'alloggio a Caorle nella ristorazione, perché l'ambito padovano lo rendeva un po' "scostante". Continuavamo a sentirlo, tuttavia, perché aveva ancora la residenza a Padova e dunque qui aveva anche il suo medico e i suoi riferimenti. Ci stringiamo attorno alla sua famiglia e ai suoi amici». È il ricordo dell'assessora Margherita Colonnello. Di recente Frank Ameyaw tornava spesso a Padova e il suo rendimento al lavoro era diventato altalenante.

Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 10:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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