Università di Padova, è possibile donare il corpo alla scienza: arriva l'ok del Ministero della Salute

Il centro di riferimento è stato accreditato dopo l'ispezione, in arrivo finanziamenti

Domenica 1 Gennaio 2023 di Elisa Fais
Padova, donare il corpo alla scienza: l'ok del Ministero al Dipartimento di Neuroscienze

PADOVA - È arrivato il riconoscimento del Ministero della Salute e, ora, il Centro di riferimento per la conservazione e l'utilizzazione dei corpi dei defunti del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Padova si prepara a crescere. Con il 2023 prende il via un importante progetto di gestione delle attività scientifiche, incentrato sulle quattro linee di ricerca dell'anatomia radiologica, rigenerativa, funzionale e chirurgica.
Il Centro è stato definitivamente accreditato nelle scorse settimane, dopo l'ispezione ministeriale avvenuta in aprile ed è uno dei dieci identificati finora in tutt'Italia.

L'ateneo patavino è centrale nella storia della medicina e dell'anatomia umana, e ha contribuito alla realizzazione della legge approvata nel 2020 in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem ai fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica.


NELLA STORIA
Hic est locus ubi mors gaudet succurrere vitae (È questo il luogo dove la morte gioisce nell'aiutare la vita), questa scritta campeggia sulla porta d'ingresso del teatro anatomico del Bo. Nei secoli scorsi, a Padova e non solo, le salme si trafugavano di notte, lontano da occhi indiscreti, e si studiavano nell'ombra. I medici operarono per secoli su strutture di fortuna e a lume di candela, pronti a far sparire il cadavere in caso di controlli.
Da allora di tempo ne è passato, arrivando a leggi e linee guida di natura pratica ed etica, volute dai medici stessi e condivise a livello europeo. Donare il corpo alla scienza è una scelta, e può essere liberamente sottoscritta. «La donazione del corpo è un gesto altruistico, indispensabile per la formazione di medici preparati e di chirurghi sempre aggiornati dichiara il professor Raffaele De Caro, direttore del Dipartimento di Neuroscienze -. Solo grazie alla donazione è possibile permettere ai nostri studenti di Medicina di conoscere realmente il corpo umano, ed ai nostri medici e chirurghi di migliorarsi giorno dopo giorno, consentendo loro di sperimentare nuove tecniche, senza costringerli a recarsi all'estero per poter svolgere le loro ricerche, come attualmente accade».


LA NORMATIVA
Da trent'anni l'Istituto di Anatomia umana di Padova promuove e coordina il programma per la donazione del corpo e delle parti anatomiche, certificato ISO-9001. Non a caso nel 2019 la giunta della Regione Veneto presieduta da Luca Zaia ha individuato l'Istituto patavino quale centro di riferimento della Regione per la conservazione e l'utilizzo dei corpi donati. Una decisione che, di fatto, ha anticipato quella del governo. «Nell'agosto 2021 la sezione di Anatomia del Dipartimento di Neuroscienze è stata inclusa nei 10 centri identificati a livello nazionale dice De Caro poi nell'aprile 2022 sono seguite le ispezioni ministeriali. Gli ispettori sono venuti a fare un sopralluogo per verificare la corrispondenza del nostro centro alle caratteristiche richieste dalla normativa. Come ad esempio ambienti, strumenti, percorsi e personale dedicati; oltre che rigorosi standard di sicurezza legati al rischio biologico. Il percorso si è concluso con l'accreditamento finale, collegato anche all'arrivo di finanziamenti per finalità organizzative e di ricerca». Lo stanziamento è di 4 milioni di euro l'anno da suddividere a livello nazionale, per tre anni.


I PROGETTI
Nel 2023, inoltre, partirà una campagna informativa e di sensibilizzazione rivolta ai cittadini in collaborazione con la Regione Veneto.
Oggi chi vuole donare il proprio corpo alla scienza può farne indicazione nelle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), quello che viene comunemente chiamato testamento biologico. Nella Dat per la donazione post-mortem è necessario indicare un fiduciario, cioè una persona di fiducia che si occupi di comunicare la presenza della disposizione al medico che accerta il decesso della persona interessata. Spetta poi al medico di identificare il centro di riferimento più vicino verso cui conferire il corpo, attraverso una banca dati mantenuta online dal ministero della Salute. «L'obiettivo è creare un sistema più smart ed evoluto precisa il professor De Caro in questo senso stiamo istituendo qualcosa all'avanguardia».


LE ATTIVITÀ
Il Centro si propone come una importante piattaforma scientifica. «Si va da una ricerca strettamente chirurgica, come la sperimentazione di nuovi dispositivi direttamente sul corpo umano invece che sugli animali, ad attività su livelli diversi spiega De Caro ad esempio non solo per documentare e comprendere le alterazioni delle malattie neurologiche, ma anche per giungere ad una cura delle malattie neurodegenerative. In collaborazione con il Centro Studi per la Neurodegenerazione (Cesne) diretto dal professor Angelo Antonini e con le associazioni di pazienti abbiamo tra gli obiettivi nella ricerca translazionale anche la validazione di nuove terapie in malattie come il Parkinson e l'Alzheimer che stanno diventando sempre più comuni nelle nostre popolazioni».

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