«Schiavonia ha già dato, ora basta non deve più essere Covid hospital»

Sabato 12 Febbraio 2022 di Giovanni Brunoro
Una manifestazione di protesta all'ospedale di Schiavonia nel dicembre scorso

MONSELICE - Schiavonia non deve più essere Covid hospital. Lo chiede a voce unanime il consiglio comunale di Monselice che, nella riunione di giovedì sera, ha approvato una mozione congiunta che impegna il sindaco Giorgia Bedin su più fronti.

Anzitutto, si chiede a Regione e Ulss 6 «che nel prossimo piano sanitario emergenziale non sia più prevista, durante le ondate pandemiche, la conversione a Covid hospital degli Ospedali Riuniti Padova Sud, ma che vengano pianificate soluzioni diverse, più eque e con opportuni investimenti atti a ripristinare e sostenere tutti i servizi, potenziando e gratificando anche il personale sanitario». Contestualmente, i consiglieri chiedono «l’immediata riapertura del pronto soccorso e un’equa distribuzione dei pazienti Covid su tutte le strutture ospedaliere-assistenziali presenti nel territorio».

LA MANIFESTAZIONE
La mozione non è destinata a rimanere circoscritta al contesto monselicense, in quanto sindaco e amministrazione sono impegnati a incentivare la partecipazione alla manifestazione indetta per sabato 19 di fronte al Madre Teresa e ad invitare amministratori del territorio, lavoratori del settore sanitario, parrocchie e associazioni. Il testo della mozione sarà inviato a tutti i 44 sindaci del Distretto Padova Sud, «con l’invito ad adottare un analogo provvedimento». All’approvazione del testo si è arrivati al termine di un faticoso percorso di mediazione: inizialmente maggioranza e opposizione avevano presentato mozioni distinte, ma di analogo tenore. Per ricondurre tutto ad unità, il consiglio è stato sospeso per una ventina di minuti e l’opposizione ha accettato di integrare il testo precedentemente letto dal sindaco.

Nonostante la formale unità, il dibattito ha visto emergere tutte le differenze di vedute in seno al consiglio. La discussione si è aperta con la dichiarazione del consigliere Francesco Miazzi, che ribadisce l’importanza del sit-in di sabato 19: «Questo momento deve diventare patrimonio di tutti. Non possono esserci soluzioni emergenziali e palliative, come convenzioni in extremis con le strutture private. Corre voce che vogliano aprire il pronto soccorso il 15 ma, quand’anche fosse, la manifestazione si farà perché il nostro scopo è la salvezza dell’ospedale».

SASSOLINI
Miazzi si toglie qualche sassolino dalla scarpa, lamentando che «l’iniziativa del territorio, dei sindaci e di noi tutti non è sempre stata all’altezza. Alla manifestazione di settembre 2020, ad esempio, era presente solo una parte degli amministratori e ancora oggi paghiamo la scarsa incisività di quella fase». Ancora più critico il consigliere Gianni Mamprin, che ha incolpato implicitamente il sindaco di «aver mandato i vigili alla prima manifestazione di aprile 2020», quando la polizia locale aveva preso i nomi dei sindaci (distanziati e con mascherine) che chiedevano la riapertura dell’ospedale. Mamprin ha inoltre riferito di telefonate da parte di amministratori della zona che lamentavano indebite pressioni “dall’alto” affinché non partecipassero alla manifestazione. «Io sto dalla parte del cittadino di Barbona costretto a curarsi a Cittadella - ha tuonato il consigliere - mi batterei anche se fossi da solo, perché non ho niente da perdere e niente da vincere». Durante la discussione, si è assistito anche al duro intervento del presidente del consiglio Gianni Baraldo, che ha accusato «qualcuno della minoranza di fare una battaglia sfrenata senza pensare che determinate decisioni sono state prese a livello regionale e senza considerare che la propria forza politica non sente la necessità di impegnarsi in tal senso». Riferimento neanche troppo velato a Mamprin - civico di area centrodestra - la cui replica non si è fatta attendere. A stemperare gli animi ci ha pensato il sindaco, che ha lodato l’impegno di tutti e ha esortato il territorio della Bassa a «fare sintesi, affinché il dolore che questi due anni ci hanno portato possano insegnarci anche a lavorare uniti».

Ultimo aggiornamento: 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci