Pazienti Covid ad Abano per salvare Schiavonia. Il piano con nuove assunzioni

Sabato 25 Dicembre 2021 di Mauro Giacon
Pazienti Covid ad Abano per salvare Schiavonia. Il piano con nuove assunzioni
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PADOVA - La Regione non è sorda alle proteste del territorio che vede ancora una volta l'ospedale di Schiavonia dichiarato punto di riferimento per ospitare pazienti Covid, anche se alcune delle sue funzioni principali restano confermate: dal punto nascite a oncologia e cardiologia fino alla chirurgia con una terapia intensiva non Covid.
I sindaci della Bassa sul cui territorio insiste l'ospedale che copre 180mila utenti sono scesi sul piede di guerra, ma proprio l'altro giorno all'esecutivo allargato del comitato dei sindaci Bassa Padovana sono arrivate le risposte direttamente dai piani alti.

In videoconferenza c'erano anche il direttore generale dell'Ulss 6,Fortuna, l'assessore Manuela Lanzarin e il direttore della Sanità veneta Luciano Flor.


I DETTAGLI

Le richieste dei sindaci sono state chiare: avere una più equa distribuzione dei posti in terapia intensiva covid tra tutti gli ospedali dell'Ulss 6, con conseguente riapertura del Pronto soccorso e assunzione di personale. La Regione ne ha preso atto ma ha anche comunicato significative novità. Ad esempio, racconta la sindaca di Monselice Giorgia Bedin, «L'accordo con la Casa di cura di Abano per 20 posti letto in malattie infettive e altri 20 posti letto in terapia semi-intensiva. Mentre sul personale hanno già deliberato di assumere nuovi infermieri e oss da destinare in primo luogo a Schiavonia, anche se non sono facilmente reperibili. Inoltre stanno già procedendo alle assunzioni di medici per poter garantire l'assistenza ai malati covid e non covid. Ci hanno anche assicurato che la programmazione dei posti letto nell'ospedale di Schiavonia viene fatta ogni 15 giorni, per potersi sempre adeguare alle necessità e quindi stringere o allargare i servizi alla cittadinanza. In prospettiva non escludono che con l'attivazione del nuovo ospedale di cittadella o con il reperimento di personale medico-sanitario, si possa evitare che Schiavonia venga destinato esclusivamente a pazienti Covid». «C'è stato un grande ascolto - chiude la Bedin - si vede che stanno lavorando per ridurre i nostri disagi».


LA MANIFESTAZIONE

Intanto la protesta non si ferma ed è confermato per domenica pomeriggio il presidio di popolo davanti all'ospedale di cui il sindaco di Este Matteo Pajola, di area civica, è uno dei principali ispiratori. Ieri a questo proposito il prefetto Raffaele Grassi ha tenuto un'ulteriore riunione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la sicurezza pubblica alla quale hanno partecipato il consigliere delegato alla sicurezza del Comune di Este, il sindaco del Comune di Monselice, il direttore generale dell'Ulss 6. La manifestazione ci sarà, ma sarà blindata da rigide prescrizioni indicate al Questore. Ad esempio nessun corteo. Secondo, una zona delimitata distante dagli ingressi. Poi un numero massimo di partecipanti che garantisca il rispetto del distanziamento. E infine la previsione, da parte degli organizzatori, di persone che sorveglino il rispetto della normativa anti-Covid.
«Come accade sempre in questi casi, va contemperata la libertà di espressione del pensiero con altri diritti costituzionalmente garantiti, quale quello alla salute - dichiara il prefetto - Per questo motivo ho indicato al Questore una serie di attente cautele alle quali far riferimento nel delineare le modalità più appropriate per lo svolgimento della manifestazione. L'attuale situazione sanitaria impone una particolare attenzione nell'organizzazione di qualsiasi tipologia di evento».
«Anche noi sindaci siamo attenti alla sicurezza - commenta Pajola - ma chiedere che Schiavonia in futuro non sia più Covid hospital significa dire che questa formula non regge più. Qui ci sono migliaia di persone senza pronto soccorso, ridotto solo a punto di primo intervento. Però ho visto una grande sensibilità sul tema e ringrazio Ulss e Regione per l'attenzione. Mi rendo conto che è difficile pianificare e nessuno chiede che non sia più Covid ora, ma che si rifletta sul fatto che il territorio è in sofferenza».
Sul caso interviene anche il portavoce dell'opposizione in consiglio regionale, Arturo Lorenzoni: «Il presidente Zaia venga nella Bassa ad ascoltare le istanze dei cittadini, privati di parte dei servizi ordinari garantiti dagli Ospedali Riuniti Padova Sud. Facile passare durante la campagna elettorale. È adesso, però, che l'amministrazione regionale è tenuta a dimostrare di stare davvero dalla parte degli abitanti».

 

Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 09:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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