Lottò contro tutti i pregiudizi, Leo Dj si è spento a 39 anni

Venerdì 15 Gennaio 2021 di Lorena Levorato
Leonardo
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PADOVA Malato di distrofia muscolare, è morto nel sonno Leonardo Griggio, 39 anni, in arte Leo Tek DJ Devilman. Leo Dj è morto nella notte tra martedì e mercoledì, probabilmente a causa di un arresto cardiaco, nella sua casa ad Altichiero. Sono stati i genitori, mercoledì mattina, a trovare il figlio a letto, ormai senza vita. «La sua malattia stava progredendo e da qualche tempo era peggiorato e non stava bene - racconta il papà Franco - mercoledì mattina l'abbiamo trovato morto nel suo letto. Anche se stava male, Leo ha voluto sapere come stava Raissa Mia, la cavallina di sua sorella che era con noi da anni. Non so come spiegare questa coincidenza che per noi è commovente, ma oggi (ieri, ndr) l'animale è morto, come se Leo l'avesse chiamata con lui per fare questo suo ultimo viaggio insieme». Un ragazzo solare, innamorato della vita nonostante la malattia, e del ritmo della musica, in particolare quella Techno. Leo credeva nel potere magico della musica, una terapia infallibile contro l'infelicità, la tristezza che a volte lo coglieva, e un conforto per affrontare i momenti difficili.
AMORE PER LA VITA
Anche se costretto su una sedia a rotelle, con un respiratore sempre in funzione, Leo amava la vita e l'ha assaporata ogni istante attraverso la musica. Poteva sembrare un debole, Leo, ma non lo era. Con forza e convinzione è andato avanti per la sua strada coltivando la sua passione: fare il DJ e suonare per far ballare chi lo ascoltava. Una passione che molto spesso si è scontrata con i troppi pregiudizi e le tante porte chiuse da parte di chi non lo chiamava in consolle, a mixare brani, proprio a causa della sua disabilità e delle sue condizioni fisiche. Ma lui sempre avanti, instancabile. «Non sono mai stato un ragazzo tranquillo - aveva raccontato Leo al Gazzettino due anni fa - ho sempre cercato la mia indipendenza. Non mi sono mai conformato alle mode del momento né alle aspettative di chi mi circonda». Leo amava dipingere e aveva frequentato l'istituto d'arte Selvatico. «Fin da piccolo Leo era attratto dagli amplificatori perché poteva modificare la musica che usciva dalle casse - racconta il papà Franco - si è così appassionato al lavoro dei disc jockey delle discoteche e ha iniziato ad emularli acquistando programmi on-line per imparare a mixare e produrre musica da solo. Con il tempo si è comprato, pagandola a rate, una consolle. Ho amato tantissimo mio figlio e ne sono sempre stato orgoglioso perché non si è mai nascosto, si è mostrato com'era, vivendo e godendosi la vita che gli era stata data. Per noi la sua è stata una vita normale, fatta di cose normali. Ha saputo affrontare a testa alta anche il pietismo e la commiserazione della gente che lo trattava da bambino perché disabile. Il nostro Leo è stato un dono perché tutti abbiamo imparato da lui: ogni giorno ha saputo trovare la forza per trasformare le sfide della vita in forza e opportunità. Leo è stato un figlio tenace e determinato. Ed era riuscito a crearsi una vasta rete di amici ed estimatori della sua musica». Moltissime le manifestazioni di dolore, vicinanza e affetto che gli amici gli rivolgono attraverso i social. «In queste ore mi arrivano decine di messaggi di vicinanza e solidarietà - aggiunge il papà - colgo questa occasione per ringraziare tutti coloro che hanno amato il nostro Leo e gli sono stati amici».
 

Ultimo aggiornamento: 16:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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