Inaugurato l'acceleratore Ethos allo Iov, un modo nuovo per combattere i tumori

Giovedì 24 Novembre 2022 di Nicoletta Cozza
Taglio del nastro dell'acceleratore Ethos con l'assessora regionale Lanzarin

PADOVA - In Italia ce ne sono tre, di cui uno solo è in una struttura pubblica. Ed è quello che entrerà in funzione mercoledì all'ospedale di Padova. Nella palazzina di Radioterapia dell'Istituto Oncologico Veneto, infatti, è stato inaugurato ieri mattina l'acceleratore Ethos, un nuovo sistema di intelligenza artificiale che garantisce terapie personalizzate ai pazienti in cura per combattere le neoplasie, in quanto questa tecnologia all'avanguardia è in grado in ogni seduta di tarare le cure in tempo reale sulla base delle modifiche anatomiche a cui sono soggetti i malati durante il trattamento.

TERAPIA ADATTATIVA
In gergo tecnico è un esempio hi-tech di terapia adattativa, indispensabile, per esempio in caso di tumori all'addome. Il progetto, condiviso con la Regione, è costato complessivamente 5 milioni e mezzo di euro, di cui 3 spesi esclusivamente per l'apparecchiatura all'avanguardia, e la cifra rimanente per i full risk per i 5 anni successivi all'attivazione e per predisporre la location in cui è stata installata.
Al taglio del nastro erano presenti, oltre a Patrizia Benini, dg dell'Istituto Oncologico Veneto, anche l'assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, e il direttore dell'Uoc di Radioterapia Giovanni Scarzello.
Ogni anno sono circa 3mila le persone che vengono sottoposte a radioterapia allo Iov e nel 2022 si è registrato un incremento del 3% rispetto al 2019; nel percorso terapeutico sono inseriti anche molti bambini, un centinaio all'anno a Padova, a cui si aggiungono quelli che vengono trattati a Schiavonia.

LA TECNOLOGIA
Il cuore dell'innovativa piattaforma è un software appunto di intelligenza artificiale che ogni volta confronta sulla consolle dell'acceleratore le immagini rilevate in quel momento con quelle precedentemente raccolte per la pianificazione del trattamento, proponendo al radioterapista eventuali riadattamenti sulla base dei cambiamenti riscontrati. Con la tecnologia finora disponibile risultava troppo dispendioso in termini di tempo modificare in ciascuna seduta il piano di cura per adattarlo agli spostamenti delle strutture anatomiche, o ai cambiamenti della forma, o della grandezza, della massa tumorale. Grazie ad Ethos, invece, il radioterapista è ora in grado di riformulare ogni giorno un nuovo piano di cura, ottimizzando l'efficacia della terapia sul cancro e riducendo gli effetti collaterali agli organi sani adiacenti.

Questo processo, che prima poteva essere riservato solo ad un ristretto numero di pazienti selezionati, in quanto troppo complesso, con Ethos sarà alla portata di un target molto più ampio di malati. E' stato progettato pensando anche al loro benessere e infatti ha ampie dimensioni e un'illuminazione integrata; la riduzione al minimo del rumore, poi, contribuisce al comfort, mentre una telecamera e un sistema di interfono consentono all'operatore di seguire il paziente durante la seduta, infondendogli una sensazione di maggiore sicurezza. La nuova tecnologia, infine, grazie alla riduzione dei tempi di esecuzione del trattamento, diminuisce anche quelli in cui i soggetti trattati devono rimanere immobili sul lettino.

I COMMENTI
«Con Ethos - ha osservato Patrizia Benini - che rappresenta uno degli sviluppi più promettenti in questo ambito, si inaugura di fatto una nuova fase nella radioterapia adattativain cui le cure possono essere corrette e adattate alla situazione anatomica del paziente in tempo reale, applicando quello che gli addetti ai lavori chiamano il piano del giorno. Riusciamo ora ad offrire una risposta più performante, costruita su misura per il singolo paziente, che si adatta via via nel tempo alle modifiche dell'area da trattare. E' un investimento importante, fatto quasi tutti con fondi Iov e in parte minimale con quelli della ricerca, e l'altro punto di orgoglio è che il 30 partiranno le sedute sui pazienti: questo vuol dire che abbiamo lavorato alacremente anche per la formazione del personale e per la predisposizione dei protocolli».
«E' un tassello in più dopo l'acceleratore di Schiavonia - ha aggiunto Manuela Lanzarin - e in futuro ci sarà l'inaugurazione del bunker di Castelfranco, nell'ottica di chiudere la rete e di mettere a disposizione attrezzature di ultima generazione che migliorano la qualità della vita dei malati».
«La novità - ha detto invece Scarzello - è il sistema avanzato di software che permette di aggiornare il percorso terapeutico in appena un quarto d'ora. Con Ethos può essere trattato un paziente ogni 40 minuti, nell'arco di 12 ore al giorno».

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