Imprenditore 58enne in terapia intensiva, «Usciva poco di casa e sempre con la mascherina»

Martedì 7 Luglio 2020 di Camilla Bovo
Imprenditore 58enne in terapia intensiva, «Usciva poco di casa e sempre con la mascherina»

BORGO VENETO -  Nell’azienda agricola di Santa Margherita d’Adige, località di Borgo Veneto, 4 persone sono in isolamento, speranzose di ricevere buone notizie sulle condizioni di salute dell’imprenditore agricolo 58 enne attualmente ricoverato in terapia intensiva all’Azienda ospedaliera di Padova per Covid-19. Tra loro c’è anche il figlio trentenne della compagna dell’uomo, la quale è anche badante della madre. 

Quando ha cominciato a stare male il compagno di sua madre?
«Venerdì 26 giugno si è svegliato con qualche linea di febbre e dolori al petto - afferma il giovane -. Ha contattato subito il medico di base, che però ha ipotizzato un colpo di freddo, visto che in azienda lui entra ed esce dalla cella frigorifera. Gli ha consigliato di assumere tachipirina».

La situazione è migliorata? 
«No, semmai è peggiorata. Per tutto il weekend ha avuto febbre alta, con punte di 39,2. Lunedì è cominciata anche la tosse. Allora ha richiamato il medico chiedendo come comportarsi, ma questo lo ha invitato ad aspettare prima di chiedere il tampone. Probabilmente invece avremmo dovuto muoverci prima. Quando venerdì è stato ricoverato in Azienda Ospedaliera a Padova, infatti, era già messo male».

Come sta ora? 
«Male. È intubato in Terapia intensiva, le sue condizioni sono gravi. Lo stanno curando con il plasma. Ci hanno detto di non disperare, che ne hanno salvati di pazienti messi così. Speriamo davvero che tutto si risolva per il meglio».

E voi familiari come state? 
«A parte la preoccupazione per ora stiamo bene, nessuno di noi ha sintomi. Siamo in isolamento, ma continuiamo a lavorare nell’azienda, senza mai varcare i cancelli. Non capiamo perché si stia aspettando così tanto per farci il tampone. Lo dico soprattutto per la madre anziana del titolare, ma onestamente sono preoccupato anche per la mia mamma».

In queste settimane avete avuto molti contatti al di fuori del vostro nucleo familiare?
«No, affatto. Ce lo hanno chiesto anche dal Comune e dall’Ulss, ma in questo ultimo periodo ci siamo mossi molto poco. Una nostra collaboratrice è rimasta a casa non appena il titolare è risultato positivo. Io stesso sono stato solamente qualche volta a Padova a consegnare la merce al mercato agricolo e una volta a pescare a Isola Verde. Ma abbiamo sempre usato tutte le accortezze del caso».

Dove pensate che il compagno di sua madre possa aver contratto il virus? 
«Questa è una domanda che ci poniamo continuamente, ma davvero non ne abbiamo idea. È uscito molto poco di casa nelle ultime settimane. So per certo che è stato al supermercato e una volta negli uffici di Coldiretti, ma sempre indossando la mascherina nei locali chiusi. Abbiamo quindi iniziato a pensare alle persone venute nella nostra azienda. Magari il virus è arrivato dall’esterno. Il giovedì prima che il titolare cominciasse a stare male, ad esempio, era venuto un tecnico per effettuare dei trattamenti sulle coltivazioni. Stiamo ricostruendo tutta questa rete di contatti, cercando di non tralasciare nulla, ma finora non ci pare emergere nulla di significativo».
 

Ultimo aggiornamento: 08:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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