«Il ghetto di Padova? È diventato una latrina. Perfino le ragazze fanno i loro bisogni fra i cassonetti»

Mercoledì 28 Aprile 2021
«Il ghetto di Padova? È diventato una latrina. Perfino le ragazze fanno i loro bisogni fra i cassonetti»
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PADOVA - Cosa succede al centro storico? Mancano sempre più cestini portarifiuti e quelli che ci sono non vengono svuotati puntualmente sopratutto se dopo una serata di baldoria fra i giovani si presentano ricolmi.

Non solo: le vie del Ghetto sono battute da ragazzi che non tengono l'alcol con i risultati che tutti possono immaginare. L'ultima scoperta di Alfredo Giacon, il velista padovano famoso per le sue imprese oceaniche, è stata vedere un gruppo di cinque ragazze fra i cassonetti. Tre di loro ne proteggevano altre due accucciate per fare i loro bisogni in via dei Papafava. Una situazione che fa il paio con quella, consolidata, dell'Arco Vallaresso.


«La maggioranza dei padovani sono bravi e con senso civico, lo si vede dai cestini stracolmi di rifiuti occasionali. Però non tutte le zone della Ztl sono ben fornite di raccoglitori tanto da far infuriare i residenti che si sono visti lentamente ma inesorabilmente scippati di questo utile arredo urbano» lamenta.
«Dove sono finiti i cestini in ghetto, qui nel corso dei mesi sono letteralmente evaporati» spiega il noto skipper e scrittore che risiede in questa storica e frequentata zona del centro. «Da tempo infatti la zona è più sporca e degradata. Dapprima mi chiedevo come mai tanta sporcizia ed incolpavo i ragazzi della movida, poi mi sono reso conto che in effetti i cestini da queste parti sono spariti».


La riprova sono le immagini dei capienti cestini di piazza Garibaldi con i rifiuti che sbordano finendo per essere spazzati via dal vento e lordare le strade dove si affacciano negozi lussuosi e che dovrebbe rappresentare il salotto buono della città. Poi ci sono episodi come quello a cui ho assistito in via Dei Papafava. Un gruppo di cinque ragazze, molto alterate, due delle quali facevano i loro bisogni fra i cassonetti. Perchè di bagni fra l'altro non ce n'erano di aperti. Ma prima si ubriacano e poi... Questo non deve accadere, viviamo nel bello, in un centro che offre un colpo d'occhio meraviglioso delle nostre piazze e palazzi storici, anche le colorate piante di azalee da poco inserite lungo il Liston sono segno di cura e amore, ma questo non basta, bisogna che l'amministrazione comunale torni ad investire sulla pulizia, sull'arredo urbano utile, su servizi igienici pubblici per evitare che portici e angoli storici diventino orinatoi maleodoranti. Sollecito il Sindaco Giordani a fare presto qualcosa per rimediare al degrado costante in cui stiamo scivolando».


Anche InCivilis Padova nella sua pagina Facebook ha postato alcune immagini di degrado, questa volta siamo in piazza Capitaniato, anche questa terra di studenti. Maleducazione è maleducazione. Speriamo che con la riapertura dei plateatici dei bar, limiti il consumo in giro per le strade e spesso il conseguente abbandono di plastica e vetro usati per l'asporto, chiosa l'associazione di cittadini sentinelle. Ma non è questione solo del salotto buono. Corrado Poli interviene sull'argine dal Bassanello, Terranegra e Camin. «È sempre più sporco: fazzolettini, mascherine, bottiglie, lattine e rifiuti di ogni genere. L'amministrazione dovrebbe intervenire rapidamente per evitare il contagio. Infatti, la massima parte dei padovani non è incivile, ma qualcuno lo è».
M.G.

Ultimo aggiornamento: 10:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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