Il titolare di un'azienda rubava l'acqua con l'aiuto del figlio

Mercoledì 30 Ottobre 2019 di Michelangelo Cecchetto
Il titolare di un'azienda rubava l'acqua con l'aiuto del figlio
CAMPO SAN MARTINO (PADOVA) - Risparmiavano sulla spesa dell'acqua potabile, sottraendola alla rete e fingendosi tecnici della multiutility Etra. Ad inchiodarli alle proprie responsabilità sono stati ieri i carabinieri della stazione di San Martino di Lupari. Cosa ancor più singolare è che i falsi operatori, questa l'accusa, sono padre e figlio che sono stati denunciati a piede libero per furto in concorso. Protagonisti sono G.L.M., di 62 anni abitante a Campo San Martino, e A.M., 30 anni, residente a Villa del Conte. Durante la loro azione, a chi chiedeva conto, dicevano appunto di lavorare per conto della nota multiutility. L'indagine svolta ha evidenziato che i due, G.L.M. è titolare di un'azienda specializzata nei lavori stradali e il figlio è un dipendente della stessa, nel territorio della municipalità di San Martino di Lupari avrebbero realizzato un collegamento abusivo alla rete idrica. Una volta  agganciati, ecco il prelevamento di numerosi litri di oro blu. Acqua utilizzata nell'azienda, risparmiando sulla bolletta. Del resto le competenze tecniche per farlo le hanno. E comunque per evitare di attirare sospetti, avrebbero riferito a chi chiedeva informazioni sullo scavo, di lavorare per conto di Etra, pur non avendo nei loro mezzi insegne della nota società. Può capitare che lavori siano affidati ad aziende esterne. Nessuno, almeno apparentemente, aveva quindi il minimo sospetto che non si trattasse di lavori autorizzati. Nella realtà sono state avvisate le forze dell'ordine che hanno avviato indagini partendo dalla certezza che i due all'opera non lavoravano per Etra che risulta quindi danneggiata dall'emorragia d'acqua. Padre e figlio, messi alle strette, avrebbero quindi ammesso le loro responsabilità. 
IL BILANCIOE' di pochi giorni fa la pubblicazione dei dati relativi proprio ai furti d'acqua che ha subito la società multiservizi che è di proprietà dei 73 Comuni soci ed opera dall'Altopiano di Asiago fino alle porte di Padova. Il presidente Andrea Levorato: «Nel 2018 abbiamo registrato ben 206 manomissioni dei sigilli, per oltre 41 mila euro di valore dei volumi d'acqua sottratti. Un dato in linea con il 2019, 102 nel primo semestre nel 2019, per oltre 20 mila euro. In forte crescita, invece, i prelievi abusivi, tre nel 2018, quattro nel solo primo semestre del 2019». Con quello di San Martino di Lupari sono al momento cinque. Tutto questo nonostante Etra effettui controlli continui con le squadre deputate non solo a ispezioni puntuali dei contatori chiusi, cui sono stati applicati i sigilli, ma anche all'installazione di contatori spia dove si sospettano furti d'acqua. Furti che, naturalmente, provocano non solo un utilizzo della preziosa risorsa incontrollato e gratuito, ma anche danni ai contatori, ai pozzetti e alle tubazioni e il pericolo di contaminazione della risorsa idrica erogata. Due le modalità di furto d'acqua: la manomissione dei contatori sigillati, di norma per mancato pagamento delle utenze, e gli allacciamenti abusivi fatti a monte del contatore, su pozzetti, idranti, fontanelle pubbliche o collettori presenti nei pozzetti d'utenza. Se nel primo caso si applica una penale di 200 euro per la rottura dei sigilli, cui si aggiungono le spese di ripristino e il costo del consumo d'acqua, nel secondo caso non è possibile verificare a quanto ammonti il consumo, dal momento che il contatore viene aggirato, e quindi si applica una penale a partire da 1.500 euro più l'Iva al 10%, oltre alle spese relative all'intervento di ripristino.
Michelangelo Cecchetto 
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