VENEZIA - La figura di Francesco Cassandro, giornalista padovano che nel suo percorso professionale lavorò diversi anni come cronista politico nella sede patavina del nostro giornale fino al ruolo di vicecaposervizio, è stata ricordata ieri a palazzo Ferro Fini nella sala stampa del Consiglio regionale su iniziativa dell'ex presidente Clodovaldo Ruffato.
"Un uomo poliedrico" è stata l'espressione che ha fatto da filo rosso dei vari interventi, introdotti dal giornalista Walter Gatti. «Ci siano conosciuti da bambini - ha ricordato Ruffato, che lo ha avuto come consulente negli anni alla guida del Consiglio - ed è sempre stato un riferimento. Una persona vera, un vulcano di idee, che mi ha aiutato tanto. Mai sopra le righe, anzi preferiva stare un passo indietro». Tiziano Graziottin, collega a "Il Gazzettino" di quegli anni, ne ha ripercorso le tappe professionali. Il politologo Paolo Feltrin, col quale collaborò in varie occasioni (vedi la redazione del piano strategico di Padova), ha evidenziato le qualità del comunicatore: «Chi lavora nello staff di un politico deve avere tre caratteristiche: essere leale, cioè non portare all'esterno notizie riservate; essere preciso (tutto deve essere perfetto); avere la modestia di stare un passo indietro. E chi comunica ha il compito di garantire l'impatto positivo sull'opinione pubblica di un'azione. Cassandro aveva tutte queste qualità».
La sindaca di Cavallino-Treporti Roberta Nesto, che si è affidata a Cassandro per un libro da poco uscito su una serie di casi legati alla sua attività di avvocato ("In scienza e conoscenza - Tra cuore e testa, come uscire dalle storie storte"), ha dato un taglio particolare al suo intervento. «Avevo letto la raccolta di interviste di Francesco nel libro intitolato "C'è sempre una storia", e l'avevo trovato bellissimo. I clienti mi dicevano "raccontare questa vicenda potrebbe essere utile agli altri" e con Francesco ho trovato chi ha saputo valorizzare le mie esperienze». Vittorio Casarin, ex presidente della Provincia di Padova, ha ricordato come Cassandro sapesse interpretare perfettamente il suo pensiero: «A volte pensavo: incredibile, era proprio quel che avevo in mente...». Commovente il ricordo del figlio Alberto: «Sapevo che era considerato un grande professionista, per me era il mio papà. Una gran bella persona, soprattutto vera».