Franco Traverso, l'imprenditore poliedrico: «Così ora produco acqua dall'energia solare»

Lunedì 30 Ottobre 2023 di Edoardo Pittalis
Franco Traverso, l'imprenditore poliedrico: «Così ora produco acqua dall'energia solare»

CARMIGNANO DI BRENTA - La storia è quella di Franco Traverso, figlio di contadini dell'alta Padovana, campi di pianura sulla destra del fiume Brenta. A Carmignano una volta si coltivavano riso e tabacco. Adesso le fabbriche si addensano in una zona industriale che s'allarga, il Novecento aveva portato una grande cartiera, il Duemila ha diffuso realtà che parlano di sostenibilità. L'autostrada Serenissima è vicina, la vecchia Statale 47 della Valsugana regge ancora il peso del traffico. La famiglia Traverso ha percorso l'intero cammino dell'impresa veneta dal miracolo economico a oggi. Dall'agricoltura ai tessuti per il mare, fino ai pannelli fotovoltaici, passando per l'Africa e il Nord America, tornando a casa con un'idea nuova: il dissalatore a energia solare. Franco Traverso, 69 anni, di Carmignano di Brenta ha creato la Genius Watter cinque anni fa, nel 2023 ha raddoppiato il fatturato di un milione di euro, dipendenti in Italia e in Africa.

Lo affianca nella gestione il figlio Dario, 34 anni. La ditta Traverso ha anche interessi in società nordamericane, come la canadese Silfa con 700 dipendenti, e cantieri di lavoro in Africa. Quando il cielo non è coperto di nuvole Franco da quarant'anni monta sul suo aereo acrobatico e vola verso le Dolomiti. Mostra le foto che ha scattato: «Dove c'era sempre la neve oggi ci sono rocce nude». Dario ha due passioni: le arti marziali e la pasticceria. Ha sostenuto incontri di kick boxing a livello agonistico. Ha aperto un'azienda dolciaria in Canada che fattura tre milioni di dollari. Ogni mattina da Manitoba, al centro dell'enorme pianura del grano, escono dei perfetti cannoli siciliani. Nel gioco delle generazioni, Franco è il visionario, Dario quello coi piedi per terra


Come è incominciata l'avventura imprenditoriale dei Traverso?
«Sono figlio di contadini, ho abitato in campagna fino ai 18 anni con mio fratello, una sorella, mamma Egle e papà Gregorio Ugo. Lui sapeva che l'agricoltura non avrebbe dato da vivere a tutti i figli, così a 50 anni ha iniziato la sua avventura di imprenditore con la Plastitex che produceva filati e tessuti per il mare: dal telo della sdraio ai lettini da spiaggia. Sono perito meccanico come mio padre, dopo gli studi l'azienda mi ha calamitato. Abbiamo costruito per primi in Europa un tessuto a maglia, termofissato, un'intuizione che è diventata la produzione principale dell'azienda che quattro anni fa è stata venduta a un gruppo francese a condizione che mantenesse a Carmignano la produzione e garantisse i settanta posti di lavoro».


Poi è arrivato il momento di Franco?
«Nel 1981 ho avuto un sogno ancora più grande con la Helios Tecnology, assecondato da papà che amava le sfide e mi ha finanziato con un prestito di mezzo milione di dollari. Avevo la possibilità di acquistare tecnologia californiana per costruire celle solari di nuovissima generazione, create da un ricercatore della Nasa non più per satelliti, ma per uso civile e a prezzi possibili. A Galliera Veneta abbiamo costruito pannelli fotovoltaici vendendoli all'Enel e alla Snam che doveva elettrificare il gasdotto che attraversa la penisola. Ma il mercato era ancora piccolo e sono andato in Africa, quello africano è stato il nostro primo grande mercato, già in quei mesi a Nairobi ho capito che era fondamentale formare sul posto personale in grado di installare e mantenere in funzione gli impianti. Poi il fotovoltaico ha incominciato a crescere anche in Italia e negli anni 90 abbiamo vinto una grande gara internazionale dell'Enel per la Campania; con una joint-venture con i russi abbiamo costruito qui anche la materia prima, a incominciare dalla lavorazione del lingotto di silicio. Avevamo come consulente il professor Giuliano Martinelli che insegnava Fisica all'università di Padova e sotto la sua spinta abbiamo ingaggiato giovani laureati che erano un po' i portatori di conoscenze che ci hanno permesso di produrre in anticipo sulla concorrenza cellule fotovoltaiche tra le più efficienti: la British Petroleum ci comprava l'80% della produzione. Abbiamo aperto fabbriche dall'Africa alla Cina, dall'Australia agli Usa. In piena esplosione del settore, due anni dopo abbiamo ceduto la società. Ma non siamo rimasti fermi, abbiamo costituito la Silfa, una società canadese con sede a Toronto per produrre pannelli fotovoltaici per il Nord America. Il gruppo, del quale sono stato presidente, oggi ha 700 dipendenti, è il secondo negli Usa nel settore residenziale. All'inaugurazione della fabbrica in Canada nel 2010 eravamo in tre generazioni».


C'è ancora una svolta nell'attività dei Traverso?
«Sì e nasce dall'attività che ho intrapreso in Africa e alla quale tengo moltissimo: impianti per pompaggio di acqua, impianti fotovoltaici per produrre energia, impianti solari per frigoriferi come quelli forniti all'Unicef per la conservazione dei vaccini. La svolta risale a un viaggio nel 2018 con mia moglie a Capo Verde. Avevo tenuto nel cassetto dal 2014 il primo brevetto per la dissalazione solare e in questo viaggio nell'isola vedo che c'è fortissimo bisogno di acqua, che campi e animali morivano di sete, mentre nel sottosuolo l'acqua dolce e salmastra era disponibile. Con mio figlio abbiamo deciso di metterci assieme, così è nata la Genius Watter con l'obiettivo di fornire acqua a costi accettabili prodotta con energia solare, con altri due brevetti registrati».


A questo punto entra in scena anche la terza generazione con Dario...
«Ho sempre respirato in famiglia l'aria aziendale. Arrivo da studi di economia internazionale a Vicenza, un master a Londra e uno a Shanghai. Quando sono rientrato ho proposto a mio padre di portare all'estero il food italiano, in particolare il gelato. Mi ha dato fiducia e abbiamo incominciato a realizzare un laboratorio, aprire negozi in Croazia e Ungheria con un cioccolato che vinceva premi. Nel 2015 ci siamo allargati al Canada dopo aver rilevato il laboratorio di pasticceria di un siciliano dando indirizzo industriale a una realtà artigianale. L'azienda dolciaria canadese è cresciuta e adesso fattura 3 milioni di dollari. Il viaggio di mio padre a Capo Verde e la sua esperienza nel settore solare unite alle mie start up e alle competenze tecnologiche, ci hanno portato verso la nuova avventura. Genius sta per innovazione, Watter unisce la potenza elettrica all'acqua, l'unione di energia e acqua. Ma è stato anche il passaggio di testimone tra generazioni».


Cosa vi ha spinto verso l'acqua salata?
«Immaginiamo di avere un pozzo profondo che ha sale o inquinanti organici e in superficie ci sono popolazioni che hanno bisogno di acqua da bere. L'acqua troppo salata non è utilizzabile, brucia tutte le coltivazioni. Ma tu hai la tecnologia: il sole produce energia elettrica, la trasformi in energia meccanica delle pompe che aspirano l'acqua dal sottosuolo la portano in superficie e le membrane con filtri lasciano passare solo l'acqua desalinizzata senza cloro, calcio, carbonati. L'acqua pulita può essere utilizzata per l'uomo, per l'agricoltura, per l'industria. Ma può essere anche acqua del mare, che certo ha molto più sale, richiede una potenza elettrica più elevata: da mille litri di acqua di mare se ne ricavano 400 di acqua desalinizzata, il 60% rimasto va ributtato in mare. Certo c'è il problema del cuneo salino: l'acqua si infiltra per chilometri avanzando dal mare verso l'interno e perde progressivamente la sua salinità. Finché c'era la pioggia che scendeva dalle montagne, l'acqua dolce più leggera di quella marina stava sopra. Con la siccità e la diminuzione della pioggia, ora senza contrasti l'acqua marina risale per chilometri, lo abbiamo visto in estate anche nel Po. Ci piacerebbe creare un modello veneto».

Ultimo aggiornamento: 15:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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