Fabio Balaso, miglior libero dell'Italvolley mondiale: «Il nostro segreto? Restare tranquilli»

Tanti veneti nell'Italvolley campione del mondo per la quarta volta, un risultato storico

Martedì 13 Settembre 2022 di Vanni Zagnoli
Fabio Balaso

Ha tanto di veneto l’Italvolley campione del mondo per la quarta volta. Vicepresidente federale è Adriano Bilato, dal Valsugana, Padova, al secondo mandato. Nella rosa dei 14 giocatori figurano Mattia Bottolo, schiacciatore di 22 anni, nato a Bassano, cresciuto in giallorosso e da 6 stagioni a Padova. «E adesso - racconta - spicco il grande salto, alla Lube Civitanova, campione d’Italia». Magari giocherà poco, come con la nazionale iridata, ma già l’opportunità è emozionante. Come per Leonardo Scanferla, 23 anni, padovano, ex Petrarca, a caccia dello scudetto con Piacenza dopo 3 stagioni non esaltanti, come squadra. È il libero di riserva, dietro l’altro patavino, Fabio Balaso, 26 anni di Camposampiero, muscolarissimo, alto 1,82, come un italiano medio, premiato come migliore del ruolo a livello mondiale, domenica sera.

E quest’ultimo è il volto veneto degli azzurri campioni del mondo: Balaso con le sue difese determinanti, soprattutto dagli ottavi, contro Cuba e la Francia, poi con la Slovenia.

Nella finale con la Polonia anche lei era finito sotto pressione, in ricezione...
«Non hanno funzionato solo le mie difese, ma tutta la squadra. Il premio è di grande orgoglio per me, la nomination merita il ringraziamento ai compagni, alla gente che ci ha supportato, a Lubiana, arrivando anche da nordest, e poi qui in Polonia, e i tanti da casa».

Quasi 4 milioni, su Rai1, per la finale, più 465mila su Skysport.
«Bei riscontri. Sono grato anche a mia moglie Sara, che mi ha seguito sino qua, ci siamo sposati durante i playoff, a metà della semifinale con Trento. I miei genitori erano a Trebaseleghe, penso in particolare a mamma Adriana, reduce da un periodo non semplice. La medaglia va a lei».

Il 3-1 con la Polonia è stato complicato da un primo set giocato alla pari ma perso. Come avete mantenuto lucidità?
«Eravamo avanti di 3-4 punti, la Polonia ci ha rimontato con alcuni break e servizi importanti, sapevamo di quella loro prerogativa. Abbiamo ripreso alla grande, nel secondo, restando sempre punto a punto, con la giusta tranquillità, pensando alla palla successiva, anche magari dopo un errore o una loro grande azione. La gestione è stata perfetta».

Nel terzo e quarto parziale la Polonia neanche si è avvicinata ai vantaggi...
«Non c’è nulla di agevole, in una finale mondiale. Siamo rimasti concentrati, anche quando eravamo sopra di 4 punti, mantenendo serenità».

Di fronte a 11500 polacchi, fra musiche e balli, anche quando il match era nelle nostre mani.
«All’inizio i tifosi hanno spinto molto, caricando i polacchi, alcuni dei quali hanno giocato nella nostra serie A. La nostra abilità è stata non perderci d’animo. Abbiamo giocato come sempre».

Il titolo iridato mancava da 24 anni, Tokyo ’98. Che effetto fa?
«Come dice Fefè De Giorgi, il nostro ct, abbiamo scritto un’altra pagina di storia. È un gruppo nuovo, costruito l’anno scorso in due settimane, dopo l’olimpiade, abbiamo vinto un Europeo che nessuno credeva possibile e in cui avevo già vinto il premio a miglior libero. E questa è stata una lunga estate, dalla Nations league, a Bologna».

Come siete passati in un mese e mezzo dallo 0-6 con la Francia, in semifinale, e la Polonia, per il terzo posto, a questo oro?
«Quelle finali, disputate in casa, non sono andate come volevamo, comunque eravamo fra le migliori 4. Da lì è iniziata questa bella avventura, in 12 eravamo debuttanti. Abbiamo giocato semplicemente a pallavolo, partita dopo partita».

Già, sembra il refrain del calcio...
«Si pensa veramente palla dopo palla, poi magari il sogno si realizza».

Solo Anzani, 30 anni, suo compagno nei 3 scudetti di fila a Civitanova è meno giovane di lei.
«Io ne farò 27 (il 20 ottobre prossimo, ndr) e sono in nazionale da 6 anni. Anche per me c’è stata emozione nel disputare la prima grande manifestazione, fra Olimpiade e mondiale».

C’è rivalità con l’alternativa Scanferla?
«Mi trovo benissimo, lo conosco dai tempi di Padova. Io sono cresciuto al Trebaseleghe, passai in bianconero a 17 anni, e vincemmo la coppa Italia di A2. Leo ha fatto un’ottima entrata con la Turchia, io ero in difficoltà in ricezione, è giusto che abbia avuto il suo spazio, ben ripagato».

Sino all’Olimpiade, il libero titolare era Massimo Colaci, 36, del Perugia.
«Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, nel mondiale italiano del 2018 c’erano lui e Rossini. Furono scelte del ct dell’epoca, Blengini, da accettare. Poi l’ho ritrovato a Civitanova: i primi 5 trofei sono arrivati con De Giorgi, gli ultimi due scudetti con lui. Per me sono anni di successi incredibili».

Quanto incide De Giorgi, nell’Italia?
«Ha lavorato su questo gruppo giovane, in poco tempo abbiamo compiuto due grandi imprese. Restando uniti e giocando la nostra pallavolo, aggiungendo un mattoncino alla volta».

La federazione stanzierà un premio da un milione e 260 mila euro, da dividere fra i componenti della spedizione azzurra in Slovenia e Polonia. 

Ultimo aggiornamento: 10:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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