Dallo spaccio ai confini dell'estremismo islamico: 19enne espulso dall'Italia

Mercoledì 13 Maggio 2020 di Serena De Salvador
Dallo spaccio ai confini dell'estremismo islamico: 19enne espulso dall'Italia
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PADOVA - Non ha nemmeno vent'anni eppure è già un noto spacciatore e, dopo anni di clandestinità conditi da un passaggio in carcere, ha ricevuto il secondo ordine di espulsione. Su di lui pesa però anche un ulteriore sospetto: essersi parzialmente avvicinato all'Islam radicale. Harat Rhimi, classe 2001, è nato in Tunisia e ancora minorenne è approdato nel Padovano. Il tutto da clandestino, campando di piccoli espedienti. Il suo business è sempre stato il traffico di droga, che in più occasioni gli è costato denunce e arresti. L'anno scorso, subito dopo essere diventato maggiorenne, è finito per un periodo dietro le sbarre del Due Palazzi ed è tra quei corridoi che il giovane avrebbe avuto l'occasione per entrare in contatto con altri detenuti di religione islamica, avvicinandosi a una visione dell'Islam più intransigente.

L'EVASIONE DAL CPR
La detenzione non è durata a lungo e lo scorso inverno è stata seguita da un ordine di espulsione che gli intimava di abbandonare l'Italia. Rhimi era stato scortato al Centro di permanenza per il rimpatrio di Gradisca d'Isonzo (Gorizia), la struttura presa in gestione meno di un mese prima dalla cooperativa Edeco all'ex caserma Polonio, in cui si trovava il georgiano Vakhtang Enukidze morto l'11 gennaio per un arresto cardiaco. In quei giorni sfruttando il caos alcuni detenuti erano riusciti a evadere. Tra loro c'era Rhimi, poi rientrato a Padova. Lo ha intercettato a metà aprile la polizia e, inserite le generalità nel database, ne sono emersi i precedenti ma anche un dettaglio particolare. Il 19enne da circa due anni era tra i soggetti "attenzionati" dalla Digos nell'ambito del radicalismo islamico. Sia prima che dopo la permanenza al Due Palazzi e le frequentazioni con alcuni dei cinque soggetti che attualmente sono sorvegliati speciali perché ritenuti possibili estremisti, Rhimi aveva condiviso diverse volte sui suoi profili e social network alcune vignette e messaggi con posizioni vicine all'Islam più intransigente.

IL RIENTRO IN TUNISIA
Un quadro diverso da quello di altri soggetti fortemente radicalizzati (ultimo in ordine di tempo il marocchino Merrouane Grine espulso a inizio gennaio) poiché il 19enne rispondeva al livello più basso d'attenzione e non era considerato pericoloso da questo punto di vista. Tuttavia la lunga carriera di spacciatore e la clandestinità hanno portato a un nuovo ordine di espulsione nei suoi confronti e nelle scorse settimane il giovane è stato nuovamente trasferito al Cpr di Gradisca in attesa del rientro definitivo in Tunisia. Rhimi è una delle 1.600 persone identificate dalla polizia nell'ambito dei controlli interforze che negli ultimi venti giorni hanno portato a 32 denunce e 82 ordini di espulsione. Quotidianamente sono in campo un centinaio tra poliziotti, carabinieri, vigili della polizia locale e uomini della guardia di finanza per combattere il contagio ma anche le sacche di degrado e criminalità a partire dallo spaccio. 
Ultimo aggiornamento: 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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