Eredità Conte e i 15 milioni "spariti" alla Bahamas: coinvolta l'ambasciata Usa

Venerdì 11 Giugno 2021 di Luca Ingegneri
Eredità Conte e i 15 milioni "spariti" alla Bahamas: coinvolta l'ambasciata Usa

PADOVA - Impegno dello Stato con il tribunale di Padova nel complesso tentativo di accertare chi abbia trasferito alle Bahamas i 15 milioni di euro provenienti dall'eredità del miliardario commerciante di pellami Mario Conte. É il senso della lettera con cui il ministero della Giustizia chiede al collegio presieduto da Vincenzo Santoro di soprassedere in attesa dei doverosi accertamenti. Sarà l'ultimo tentativo dopo che i giudici e il pubblico ministero Sergio Dini avevano dovuto giocoforza prendere atto del mancato arrivo dei documenti chiesti per rogatoria alle isole Bahamas.

LE VERIFICHE
Il ministero solleciterà l'ambasciata italiana ad Washington, negli Stati Uniti, a compiere queste verifiche presso la banca Bsi Overseas, che ha sede proprio nel paradiso fiscale. Si proverà in questo modo ad accertare se i conti correnti su cui sono transitati i quindici milioni di euro siano intestati esclusivamente al maggiordomo Luciano Cadore o in coppia con il commercialista di fiducia Alessandro Castellini, e se il professionista fosse in possesso di una specifica delega ad operare su quei conti.
Finora la completa assenza di documentazione bancaria dalle Bahamas non ha consentito di ricostruire tutti i passaggi effettuati da quella montagna di soldi, che sarebbero stati successivamente trasferiti in Svizzera. Al momento non è stato possibile dimostrare, come sostiene la pubblica accusa, che sia stato Castellini, a processo con l'accusa di riciclaggio continuato (avvocato Giuseppe Pavan), a versare i quindici milioni di euro sui conti correnti di Bsi Overseas alle Bahamas. Dove non è arrivata l'autorità giudiziaria potrebbe riuscire la diplomazia internazionale. É quanto auspicano i magistrati che hanno aggiornato il processo al 17 dicembre prossimo. Sei mesi quindi per l'ultimo tentativo di dipanare la matassa. Non ce ne saranno sicuramente altri perché, nonostante l'interruzione dei termini durante il lungo iter della rogatoria internazionale, il tempo sta per scadere. Nell'arco del prossimo anno interverrà la prescrizione del reato di riciclaggio. Ed il tribunale potrebbe non fare in tempo a pronunciare nemmeno la sentenza di primo grado.
In aula Luciano Cadore non aveva collaborato a ricostruire i fatti. Sentito dal tribunale, si era limitato a riferire di non sapere dove fossero finiti tutti quei soldi di cui lui non aveva la disponibilità, visto che vive unicamente della sua pensione. Incalzato dall'allora presidente Marassi, aveva finito per giurare che i quindici milioni di euro erano stati sequestrati in Svizzera. Ma non aveva esibito alcun documento che provasse l'autenticità delle sue dichiarazioni.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci