Le code ai seggi per votare: disagi e proteste per le procedure

Lunedì 26 Settembre 2022 di Mauro Giacon
Gli utenti in coda ieri alla scuola Ricci di Padova

Affluenza in calo dell’8%, ma anche code e disagi. Questa la sintesi della giornata elettorale di domenica 25 settembre che ha visto dalle 7 alle 23, presentarsi ai seggi a Padova città il 72,4% degli elettori. Alle politiche del 2018 l’affluenza fu del 77,5% in città, dunque meno 5 punti. Il dato provinciale parla del 72%. Quattro anni fa toccò l’80%. Dunque maggior flessione fuori dal capoluogo pur con le eccezioni come San Pietro in Gù (77%). Siamo ovviamente lontanissimi dal record provinciale dell’87% delle politiche del 2008 e dell’84,5 del 2013.
Per un confronto alle europee del 2019 si presentò alle urne il 64% di votanti in città e il 67,2% a livello provinciale.

Alle regionali del 2020 in città andò alle urne il 62,4% e il risultato provinciale fu del 67,2%. Le comunali di solito non fanno storia perchè l’affluenza è sempre minore rispetto alle politiche. In ogni caso ricordiamo che è stata del 50,7%. I primissimi dati sullo spoglio del Comune parlano di un testa a testa fra Pd e Fratelli d’Italia con la Lega staccata.

I RALLENTAMENTI

Code e operazioni a rilento nei seggi elettorali. Quando sembra infatti che le cose possano andare più veloci (questa volta c’erano solo due schede) ci si è messa la faccenda del tagliando antifrode, alla sua seconda apparizione dopo le politiche del 2018. È un pezzettino rettangolare con un codice che viene strappato dal presidente prima di inserire la scheda nell’urna. Lo scopo è quello di evitare che qualcuno ne inserisca una falsificata. Ma fosse solo questo. Il codice va riferito al momento agli scrutatori perché deve coincidere con quello annotato sul registro elettorale all’atto della consegna della scheda. Quindi oltre a registrare la carta d’identità e il numero di tessera elettorale bisogna anche annotare il codice in uno spazio dei libroni che però non sono stati adattati. Poi di sicuro sarà successo che qualche elettore ha approfittato di un momento di distrazione per infilare la scheda tutta intera, circostanza che potrebbe portare anche all’identificazione del votante. Oppure che qualche tagliandino sia finito nell’urna al posto della scheda... Di conseguenza nelle ore più “calde”, dopo la messa principale, prima di pranzo e nel pomeriggio, non sono mancate le attese che hanno superato anche la mezz’ora. E qualcuno ha protestato. Disagi soprattutto alla Pascoli e alla Ricci Curbastro.

LE CURIOSITÁ

Fra gli episodi curiosi quello di una cittadina che si è recata alla Muratori all’Arcella. Ha chiesto di essere registrata per il voto ma non ha voluto le schede. Dopo venti minuti di tira e molla e conseguente ritardo sulle operazioni è stata accontentata ma non ha avuto il timbro sulla tessera elettorale.

LE NUOVE SEDI

Apprezzata dai cittadini la soluzione adottata all’Arcella con l’apertura di una sede elettorale nel cosiddetto ex Marchesi come in altri 9 siti al posto delle scuole. Questo ha permesso di salvaguardare l’attività didattica di circa 850 studenti. In cambio 7.700 le persone hanno cambiato seggio. Molti si sono detti favorevoli alla soluzione salva-scuole. L’assessora Francesca Benciolini: «Era la prima apertura della casa di quartiere, dove sono stati allestiti cinque seggi, continueremo in questo senso anche in altre sedi per non turbare il regolare svolgimento scolastico. Per quanto riguarda le operazioni di voto il nostro call center è stato subissato di chiamate da parte di coloro che si sono accorti di aver smarrito la tessera elettorale dunque sono stati indirizzati in piazza Capitaniato. Chi invece si presentava con la tessera elettorale piena non ha potuto votare».

GIORDANI

«Tanta coda alle urne? Bello - dice il sindaco Giordani che ha votato alle 12 alla Pascoli - Oltre ai problemi tecnici però significa che Padova è una città civile. Il fatto che non si chiudano le scuole e si scelga un sito alternativo significa che è stata brava l’assessore Benciolini. Ora lavoreremo per far sì che l’esempio dell’ex Marchesi diventi il faro da seguire per il futuro in modo da non interrompere la didattica a scuola». E poi conclude. «Io non ho ancora capito perchè abbiano mandato a casa Draghi, era un fenomeno. Ognuno ha le sue idee però...».

Ultimo aggiornamento: 07:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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