Perse 8mila aziende, ma crescono energia, web e assicurazioni

Lunedì 7 Giugno 2021 di Gabriele Pipia
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PADOVA - Peggio della media italiana, ma anche della media veneta.

L'emorragia delle imprese è un fenomeno già ampiamente noto a livello nazionale, ma a Padova pesa ancora di più. I dati di Infocamere (la società informatica delle Camere di commercio italiane) parlano chiaro e dicono che in un decennio sono state perse 7.867 imprese. Alla fine del 2010 quelle attive in provincia di Padova erano 94.024 mentre nel 2020 siamo scesi a quota 86.157. I crolli più pesanti sono avvenuti nel comparto agricolo, nelle costruzioni e nel settore manifatturiero mentre le crescite più sostanziali le troviamo nei campi delle forniture di energie, dell'informatica e delle attività finanziarie e assicurative.


La perdita padovana è del 8,4%, superiore al Veneto (-6,5%) e all'Italia (-2,5%). Le cause sono tante: gli effetti della crisi economica iniziata nel 2008, la scelta di molte aziende di delocalizzare la produzione, la fusione tra più imprese per affrontare le nuove sfide del mercato. Di certo, però, la pandemia ha rappresentato per il tessuto economico una mazzata ulteriore: in un anno sono state perse 500 aziende attive (900 se consideriamo tutte quelle iscritte alla Camera di Commercio di Padova). 

SEGNO NEGATIVO

Partiamo dall'agricoltura, che vede perdere oltre quattromila imprese in dieci anni. «In passato ci sono stati meno investimenti in questo campo - riconosce il presidente della Camera di Commercio Antonio Santocono - Ma ora mi aspetto una risalita perché c'è sempre più attenzione all'economia verde e anche noi abbiamo fatto iniziative ad hoc per incentivarla». 
Flessione pesante anche per la manifattura con un calo di 1.700 attività. «Molte non sono riuscite e stare al passo con le sfide della tecnologizzazione e dell'internazionalizzazione, anche la scelta di delocalizzare molte attività produttive ha influito - ricorda Santocono - Eppure ci sono anche dei settori che sono cresciuti. Penso alla componentistica per automobili: il Veneto è secondo per forniture alle aziende tedesche». 
Male anche le costruzioni: «Quello dell'edilizia è un settore falcidiato dalla crisi - prosegue - con un mercato che non è mai tornato ai livelli del decennio precedente. Speriamo che il superbonus possa aiutare anche se i processi burocratici sono ancora troppo farraginosi». 

SEGNO POSITIVO

Guardando invece ai segni positivi, il vero boom lo fanno registrare le aziende di fornitura d'energia che si impennano in un decennio da 62 a 225. «È l'effetto della liberalizzazione del mercato - spiega ancora Santocono - mentre prima c'era quasi un monopolio. E si punta sempre più sul fotovoltaico». 
Sono crescite moltissimo anche le attività di supporto alle imprese, da 1.921 a 2.776 in dieci anni con un'accelerazione in piena pandemia. «Penso soprattutto alla gestione della sicurezza, della logistica, delle reti informatiche. Il mondo si evolve e c'è sempre più bisogno di aziende specifiche che si occupino di questi temi». 
Positivo anche l'andamento delle aziende assicurative o finanziarie: «Il mondo della finanza ha sempre avuto stabilità e al tempo stesso in questi anni difficili è cresciuto il bisogno di avere prodotti assicurativi per evitare rischi. È un aumento che ci aspettavamo». 
Le tabelle mostrano anche un aumento delle strutture ricettive che in provincia di Padova crescono quasi del 5% (evidente la crescita soprattutto dei bed and breakfast), ma qui Santocono è molto prudente: «Nell'ultimo anno il turismo ha avuto una flessione fortissima, parliamo del -80%. Il commercio invece è calato del 40%. Sono le aree che ci metteranno di più a riprendersi».

I CONGRESSI

Ad aiutare l'economia padovana ci penseranno gli allentamenti delle limitazioni agli spostamenti e la ripartenza dei congressi. Santocono attende di inaugurare il nuovo centro congressi vicino alla Fiera: «Nel tardo autunno sarà consegnato alla città, intanto per tutti gli eventi prenotati per il 2022 non sono arrivate disdette. Ci sarà un congresso sull'intelligenza artificiale che porterà a Padova tremila persone». 
 

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