«Do veto more?», Jessica e Daniele raccontano come il video è diventato virale

Mercoledì 19 Luglio 2023 di Gabriele Pipia
«Do veto more?», Jessica e Daniele raccontano come il video è diventato virale

ABANO TERME - «Do veto, more?». Era un’esclamazione, è diventato un tormentone. «Do veto, more?». Nei gruppi whatsapp e nelle serate tra amici, nelle pagine social e perfino nelle vignette sulle magliette. L’urlo di un marito alla moglie che rotola fuori strada in bicicletta lungo un tornante dei colli Euganei è diventato il simbolo di un video virale in tutta Italia. Centinaia di migliaia di visualizzazioni complessive su Youtube, su Instagram, su Facebook, su Tiktok e su qualunque altra piattaforma possibile. Due giovani padovani improvvisamente (e involontariamente) protagonisti del web. 
Ma chi sono? Anzi, come si legge nella maggior parte dei commenti, “ma chi xei”? Jessica e Daniele, 29 e 33 anni, sono entrambi di Abano. Lei lavora come responsabile amministrativa di un’azienda, lui come tecnico sui ripetitori. Chiedono di non scrivere i cognomi per preservare l’ultimo briciolo di tranquillità, ma raccontano tutto. Ripercorrono cos’è successo e come hanno deciso di affrontare quell’onda social che avrebbe potuto travolgerli. Tra prese in giro volgari, body shaming e popolarità non richiesta, riuscire a riderci su non è facile perché il calderone del web sa essere spietato.
Alle domande risponde Jessica mentre il marito accanto a lei annuisce e assicura: «Questa storia ci ha unito ancora di più». 
 

Jessica, siete diventati protagonisti del web e sembra che l’abbiate presa bene. Avete anche appena creato una pagina Instagram dedicata...
«Il giorno in cui quel filmato è diventato virale non sono riuscita nemmeno a rimanere a lavoro, mi sono chiusa in casa. Poi ho capito che bisognava fregarsene e andare avanti. Il supporto dei genitori, fratelli e relative compagne, amici e colleghi è stato fondamentale. Hanno saputo rispettare il nostro momento, supportarci e sostenerci». 
 

Ripercorriamo come nasce tutto?
«È domenica 2 luglio. Io e mio marito stiamo facendo un giro sulla ciclabile dei colli, io in sella alla sua bici elettrica comprata dopo tanti sacrifici. In zona Rovolon, all’altezza del monte Sereo, la macchina davanti a me inchioda. Io freno di colpo e conto di stare in equilibrio per ripartire, ma sono proprio sul ciglio della strada e quando appoggio il piede non trovo l’asfalto. Trovo i sassi, perdo l’equilibrio e rotolo giù».
 

E suo marito intanto filma tutto?
«Lui ha la GoPro sul caschetto perché quella è una bella zona di salite e discese, ma in quel momento non se lo ricorda e non ci pensa. È preoccupato per me, non sa come potermi aiutare».
Il video si caratterizza anche per una lunga serie di imprecazioni...
«E lui ne è rimasto molto dispiaciuto perché non è così, non è certo un bestemmiatore seriale. Ma era un momento difficile, temeva il peggio e non si sa mai come si può reagire davanti ad un imprevisto simile». 
 

Si è fatta male?
«Sì, tra botte e graffi dei pungitopi i giorni seguenti non sono stati facili. A risalire ci ho messo 20 minuti perché la terra franava eppure di tutte le persone che passavano in auto non si è fermato nessuno. Ho visto perfino qualcuno commentare “Li ho visti”. Ma non potevi dare una mano anziché commentare sui social i giorni dopo?».
 

Già, i social. Ma come ci è finito il video?
«Noi l’abbiamo girato ad un gruppo ristretto di una decina di amici per fare una risata con loro, non so chi lo abbia girato a qualcun altro fino a farlo diventare virale ma non mi sono messa a indagare. Sono sicuro che chi lo ha fatto non voleva farci del male. Purtroppo poi con il web la situazione sfugge facilmente di mano...».
 

E si arriva al vortice degli ultimi giorni con quel video condiviso ovunque...
«Me l’ha girato prima una vicina di casa, poi una collega e poi chiunque. Non è stato bello vedere certi commenti sul mio fisico o in generale su di noi, ma per fortuna siamo persone forti e abbiamo reagito. Però ci ha fatto riflettere. E se tutto ciò succede ad una persona più giovane e più fragile?». 
 

Cosa le ha dato più fastidio?
«La strumentalizzazione di ciò che è successo a fini di lucro. Se ne sono inventate di tutti i tipi: dai meme ai gadget in vendita. Il tutto senza chiedere alcun tipo di autorizzazione». 
 

Tra prese in giro e insulti avete vissuto il peggio dei social. Due settimane dopo come vivete tutto ciò?
«Fregandocene. Se la gente si diverte con poco, lasciamo che vada così. Abbiamo creato una pagina Instagram per spiegare come sono andate davvero le cose e per raccontare i nostri giri. Vogliamo dare un messaggio».
 

Quale?
«Siamo persone normali che fanno cose normali. A chiunque può capitare una sventura e se la situazione sfugge di mano un video può diventare virale. Ma bisogna stare attenti, non condividere tutto con leggerezza». 
 

Eravamo rimasti al “Do veto more?”. Una volta risaliti in strada com’è finito il vostro giro?
«Ci siamo rimessi in sella e siamo tornati verso casa.

Siamo andati avanti per la nostra strada». In tutti i sensi.

Video

Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 10:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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