Dj Spada, da Padova alla ribalta internazionale: «La musica techno, solo forza ed energia da Kiev a Beirut»

Trentacinque anni, originario di Abano Terme, Ermanno Spadati, è tra i disc-jockey più ricercati. Ora ha fondato una casa di produzione

Domenica 28 Agosto 2022 di Silvia Moranduzzo
Ermanno Spadati, in arte Dj Spada

La nuova capitale della musica techno? Beirut, non più Berlino. Parola di Ermanno Spadati, in arte Dj Spada. «Sono stato a Damasco, Beirut, Erbil, Kiev e c’è una grande energia, una grande curiosità». Spada è uno dei nomi più noti a livello internazionale del mondo del techno. Seguito su Spotify da oltre mezzo milione di persone, ha scritto più di 200 canzoni e ne ha co-prodotte altrettante. 35 anni, originario di Abano Terme in provincia di Padova, ha lasciato la facoltà di Farmacia del Bo perché si è reso conto che la sua strada era un’altra.

L'inizio dell'avventura

«Ho cominciato ad appassionarmi alla techno da ragazzino, quando andavo in discoteca con gli amici, l’Arancia Meccanica, lo Station – racconta – Non è solo un genere musicale per il sabato sera, è un movimento culturale, riguarda il modo di vestire, non è semplice ascolto». Ha cominciato presto a incidere su vinile le sue canzoni e a mandarle a diverse etichette. Ben presto il mondo della techno si è accorto del suo talento e sono cominciate a fioccare le richieste dei promoter per la partecipazione a eventi. «Ho capito che quella era la mia strada. Così ho lasciato Farmacia e mi sono lanciato. I miei genitori, Roberta e Lorenzo, non erano contentissimi, erano preoccupati come è normale che sia. Poi hanno visto che stavo bene e si sono tranquillizzati. Mi sono spostato presto da Padova, per chi fa questo genere di musica è impensabile restare». Dal 2016 Spada vive a Praga, luogo ideale per muoversi in tutta Europa e dove ci sono moltissimi locali dove si suona la techno. «Questo lavoro permette di essere sempre in viaggio, conoscere persone, realtà.

E sono proprio queste esperienze a ispirarmi per scrivere».

I viaggi in giro per il mondo

Un lavoro che lo ha portato anche in zone considerate poco tranquille, dove ci sono stati scontri, persino guerre. Territori non facili ma tutti da scoprire. «Per me è un onore suonare dove ci sono persone che non possono viaggiare per ascoltare i propri dj preferiti. Mi dà una grande emozione perché mi trovo di fronte a persone che non hanno mai sentito la techno, non sanno come ballare, per loro è la prima volta. E vedere come si lasciano andare è impagabile». Siria, Iraq, Messico, Ucraina, Spada non si è lasciato dissuadere dai pregiudizi su questi luoghi. «In troppi pensano che siano posti dove non si può andare perché troppo pericolosi – dice – Certo, prima di partire bisogna informarsi ma come si dovrebbe fare per qualsiasi viaggio. Sono territori meravigliosi, ricchi di storia e cultura che è un peccato non vedere solo perché non ci si informa in modo approfondito». E proprio qui il movimento techno è maggiormente in fermento. «Beirut è la nuova capitale del clubbing per la techno, altri punti di riferimento sono Goha o Tulum in Messico. E ci sono tantissimi produttori ucraini di valore, ArtBat penso sia uno dei migliori. Con Korolova ho inciso un disco. Sarei dovuto tornare a Kiev il 28 febbraio (ha suonato lì il 12 ottobre dello scorso anno sul tetto di un grattacielo in centro, ndr) ma con la guerra è stato annullato tutto. Noi italiani abbiamo un passato davvero ricco e forse fatichiamo ad aprire la mente come fanno all’estero. Mi piacerebbe davvero che a Padova rifiorisse il movimento della techno, tutto è nelle mani dei più giovani, dipende dal loro interesse».

Il futuro

«Ora che ci sono i social è molto diverso, è anche vero che quando ho iniziato io c’erano molti meno dj – afferma – Prima dovevi incidere la musica, farla girare, inviarla alle etichette, ora è necessario farsi notare tramite i social network. Magari riprendersi mentre si compone o si registra». La speranza di Spada è che nella sua terra d’origine possa tornare la curiosità per la techno. «Ora non vedo grande interesse, magari si fa qualche evento a Milano, Napoli, Roma, Firenze ma a Padova no. Chissà, forse un giorno...». Sono tantissimi i giovani che gli scrivono chiedendo consiglio o addirittura proponendo canzoni. Arrivano mail anche da ragazzini di 14 anni. «Così è nata l’idea di Ultimo Paradiso, una mia etichetta – spiega – Volevo poter aiutare i tanti emergenti con talento che mi contattano e ho iniziato. L’ho lanciata quest’anno, sono già alla terza release e il mese prossimo uscirà un disco di artisti lituani e ucraini». Per quanto riguarda il suo di futuro, «sto preparando un album che uscirà il prossimo anno e ne farò anche copie in vinile, con l’etichetta inglese This Never Happened».

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Ultimo aggiornamento: 19:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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