Padova. Gaia ha vinto la dislessia giocando a calcio: «Il pallone mi ha aiutata ad accettarmi»

Gaia Rizzioli si sentiva diversa, esclusa. Ma sul campo i pregiudizi sparivano e lei si è sentita libera

Lunedì 9 Gennaio 2023 di Andrea Miola
Gaia Rizzioli ha vinto la dislessia giocando a calcio

PADOVA - Un calcio alla dislessia, o meglio, il calcio come migliore medicina per superare una simile problematica. L'interessata la definisce una storia a lieto fine, la morale che se ne trae una volta in più è il ruolo di grande importanza dello sport, capace di andare oltre ogni difficoltà e barriera, anche se non strettamente inerenti alle attività sul campo, su un parquet o in pista. Protagonista di questa vicenda è Gaia Rizzioli, centrocampista classe 2002 in forza al Padova femminile e in questo caso il calcio assume un sapore tutto particolare perché supera il classico spirito agonistico e tocca corde più profonde e personali che la giocatrice non ha voluto nascondere, condividendo con fierezza la propria esperienza. «Tutto è cominciato tra i banchi di scuola - racconta Gaia - e fin da piccola ho avuto difficoltà. Sono dislessica, discalcula e disortografica, problematiche che prendono la lettura, la matematica e la grammatica». Inevitabilmente complesso l'approccio al rigido sistema scolastico, sia nel rapporto con i coetanei che con gli insegnanti, il tutto lasciando attorno a lei un vuoto destinato a essere colmato solo dai suoi sforzi per sentirsi accettata. «Mi sentivo ed ero indietro rispetto ai compagni di classe, nonostante mi impegnassi sempre al massimo e mi sottoposi ai test dell'Asl di competenza in ritardo rispetto ai tempi canonici perché le mie maestre negavano l'evidenza». Questo elemento ha aumentato il senso di vergogna. «Quando si è piccoli non si accetta il fatto di essere diversi dagli altri bambini e ti senti pure scomodo».

Appiglio decisivo

Ecco allora che proprio il calcio ha saputo ridare il sorriso e un appiglio decisivo a Gaia. «Lì non c'erano giudizi, interrogazioni e voti; c'ero io e il campo.

Così ho trovato la serenità necessaria per stare bene con me stessa e accettarmi, perché alla fine non avevo nulla in meno degli altri». L'incantesimo sembra però rompersi nel dicembre 2019, con un grave infortunio, la rottura del crociato, durante una partita contro la Juventus. Seguono così mesi ancora più duri, divisi tra l'obiettivo maturità, tanto desiderata e sudata, e le lunghe ore passate a fare terapia per tornare quanto prima in campo, il tutto a coincidere con la fase più critica della pandemia che ha reso la situazione ulteriormente pesante. Anche da questa sfida, però, Gaia non si limita a galleggiare, ma ne esce a testa alta, anche con il grande aiuto delle persone più care. «Penso che ogni difficoltà venga superata grazie a noi stessi e a chi ci è vicino, nel mio caso la famiglia».

La rivincita

Questo legame in realtà ha giocato sin dal principio un ruolo fondamentale nel suo equilibrio, tanto che i genitori, anche dopo il trasferimento la scorsa estate al Padova, la seguono sempre da primi tifosi sugli spalti. Nel frattempo a giugno 2020 è arrivata la grande rivincita sui banchi di scuola, con la sospirata maturità conseguita a Brescia, coronamento di un percorso in cui hanno trionfato la caparbietà e la sana ostinazione nel non arrendersi di fronte alle avversità per portare a termine gli obbiettivi personali. Oggi Gaia è una ragazza felice, spensierata e matura, che, pur segnata da quanto vissuto nel recente passato, non ne viene assorbita, con una morale che lei ha ben salda in mente: «Imparare ad accettarsi è fondamentale perché non si ha nulla in meno degli altri».

Una nuova forza, la sua che ora ha messo a disposizione degli altri con generosità, offrendosi per diventare donatrice di sangue Avis. E la sua esperienza non può lasciare indifferenti, tanto che lo stesso Andrea Pirlo, uno dei suoi grandi idoli calcistici, le ha voluto trasmettere un video di saluto e testimonianza. «Ho letto la tua storia - dichiara - che mi ha commosso e fatto grande piacere. Ti faccio tanti complimenti e sono sicuro che con il tuo non avere mai mollato sarai un esempio per tanti ragazzi e ragazze. Sono orgoglioso di te e ti faccio un grande in bocca al lupo per il futuro». 

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