PADOVA - Un calcio alla dislessia, o meglio, il calcio come migliore medicina per superare una simile problematica. L'interessata la definisce una storia a lieto fine, la morale che se ne trae una volta in più è il ruolo di grande importanza dello sport, capace di andare oltre ogni difficoltà e barriera, anche se non strettamente inerenti alle attività sul campo, su un parquet o in pista. Protagonista di questa vicenda è Gaia Rizzioli, centrocampista classe 2002 in forza al Padova femminile e in questo caso il calcio assume un sapore tutto particolare perché supera il classico spirito agonistico e tocca corde più profonde e personali che la giocatrice non ha voluto nascondere, condividendo con fierezza la propria esperienza. «Tutto è cominciato tra i banchi di scuola - racconta Gaia - e fin da piccola ho avuto difficoltà. Sono dislessica, discalcula e disortografica, problematiche che prendono la lettura, la matematica e la grammatica». Inevitabilmente complesso l'approccio al rigido sistema scolastico, sia nel rapporto con i coetanei che con gli insegnanti, il tutto lasciando attorno a lei un vuoto destinato a essere colmato solo dai suoi sforzi per sentirsi accettata. «Mi sentivo ed ero indietro rispetto ai compagni di classe, nonostante mi impegnassi sempre al massimo e mi sottoposi ai test dell'Asl di competenza in ritardo rispetto ai tempi canonici perché le mie maestre negavano l'evidenza». Questo elemento ha aumentato il senso di vergogna. «Quando si è piccoli non si accetta il fatto di essere diversi dagli altri bambini e ti senti pure scomodo».
Appiglio decisivo
Ecco allora che proprio il calcio ha saputo ridare il sorriso e un appiglio decisivo a Gaia. «Lì non c'erano giudizi, interrogazioni e voti; c'ero io e il campo.
La rivincita
Questo legame in realtà ha giocato sin dal principio un ruolo fondamentale nel suo equilibrio, tanto che i genitori, anche dopo il trasferimento la scorsa estate al Padova, la seguono sempre da primi tifosi sugli spalti. Nel frattempo a giugno 2020 è arrivata la grande rivincita sui banchi di scuola, con la sospirata maturità conseguita a Brescia, coronamento di un percorso in cui hanno trionfato la caparbietà e la sana ostinazione nel non arrendersi di fronte alle avversità per portare a termine gli obbiettivi personali. Oggi Gaia è una ragazza felice, spensierata e matura, che, pur segnata da quanto vissuto nel recente passato, non ne viene assorbita, con una morale che lei ha ben salda in mente: «Imparare ad accettarsi è fondamentale perché non si ha nulla in meno degli altri».
Una nuova forza, la sua che ora ha messo a disposizione degli altri con generosità, offrendosi per diventare donatrice di sangue Avis. E la sua esperienza non può lasciare indifferenti, tanto che lo stesso Andrea Pirlo, uno dei suoi grandi idoli calcistici, le ha voluto trasmettere un video di saluto e testimonianza. «Ho letto la tua storia - dichiara - che mi ha commosso e fatto grande piacere. Ti faccio tanti complimenti e sono sicuro che con il tuo non avere mai mollato sarai un esempio per tanti ragazzi e ragazze. Sono orgoglioso di te e ti faccio un grande in bocca al lupo per il futuro».