Deltaplanista morto, il dolore della famiglia: «È morto facendo ciò che gli piaceva»

Lunedì 10 Maggio 2021 di Luisa Morbiato
Deltaplanista momrto, il dolore della famiglia: «È morto facendo ciò che gli piaceva»

PADOVA - E' il momento delle lacrime e della disperazione nella bifamiliare di via Deledda 1, quartiere Guizza, dove Federico Baratto viveva con mamma Silvana e, nell'altra porzione di casa, il fratello Davide.

Federico, 51 anni, ha perso la vita sabato in un tragico incidente: una caduta di 300 metri dal deltaplano al quale non era agganciato. Forse una distrazione che gli è costata la vita dopo che si era lanciato da Col del Puppolo con una passeggera che ha riportato lievi ferite. Lei invece era stata assicurata al velivolo proprio da Baratto.


LA FAMIGLIA
Una grande passione per il volo quella del cinquantunenne nata, come ricorda il fratello, tanti anni fa quando aveva svolto il servizio miliare come paracadutista nella Folgore. Un amore trasformato in lavoro, e ora un errore che la famiglia non sa spiegarsi.
«Unica consolazione: Federico se n'è andato facendo la cosa che più amava. Volare - racconta Davide - Era davvero molto bravo tanto che la sua esperienza lo aveva portato ad essere riconosciuto a livello nazionale. Ogni momento libero lo passava volando anche se gli piaceva occuparsi di giardinaggio».


LA CARRIERA
Nel lontano 1994 aveva ottenuto il brevetto di volo e, 4 anni dopo, aveva conseguito anche quello per i voli biposto per il trasporto di un passeggero. Nel 2018 aveva conquistato il titolo di Campione Italiano nella categoria Ala Rigida a dimostrazione della sua abilità nel volo. Il cinquantunenne trasmetteva la sua passione anche attraverso il progetto Volaremozione creato proprio per far provare l'ebbrezza del volo agli appassionati.
Federico Baratto, che per lungo tempo aveva abitato in provincia di Treviso, ma poi era tornato in città, era membro dell'Adsd Volo Libero Montegrappa e per le sue escursioni nel cielo frequentava sia il bassanese che l'area di Borso del Grappa. Un appuntamento fisso il suo in ogni fine settimana con gli altri amanti del volo libero, tutti sconvolti dall'accaduto. In particolare la donna che era passeggera del deltaplano, una triestina 28enne che aveva contattato Baratto per imparare a volare e che è rimasta miracolosamente quasi illesa. È stata recuperata sulla cima di un albero, per lei solo una caviglia slogata.
Ai soccorritori è riuscita a dire solo, sotto choc, poche parole: «L'ho visto appeso alla barra e poi cadere. Non dimenticherò mai quel grido. Sono rimasta sola sul deltaplano senza pilota, ho pensato che sarei morta anch'io».


LA DINAMICA
Sabato era decollato da Col del Puppolo a 850 metri d'altezza nel primo pomeriggio. I testimoni del terribile incidente hanno visto il suo deltaplano impennarsi subito dopo la partenza e Federico penzoloni aggrappato alla barra solo con la forza delle braccia, che purtroppo non è stata sufficiente e tenerlo ancorato, poco dopo è precipitato nel bosco sottostante con un salto di 300 metri.


I SOCCORSI
Subito sono scattate le operazioni di soccorso ma il suo corpo è stato avvistato intorno alle 17. Nell'abitazione della Guizza la notizia della terribile morte è arrivata in tarda serata gettando nella disperazione il fratello Davide e mamma Silvana che ne stavano attendendo il ritorno.
Federico Baratto lascia anche un figlio che però risiede a Monfalcone. Ieri per i familiari il triste viaggio verso il trevigiano, dov'è stata ricomposta la salma in attesa delle disposizioni dell'autorità giudiziaria, ed il rientro in città con il cuore straziato ed un immenso vuoto lasciato dall'uomo che, in quartiere, molti conoscevano non solo per la sua grande passione, ma anche per la gentilezza ed il sorriso. Quel volto che sprizzava felicità quando poteva librarsi nell'azzurro del cielo.

Ultimo aggiornamento: 22:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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