Incidente in deltaplano, il racconto della 28enne triestina: «Lui è caduto e io ho pensato di morire»

Lunedì 10 Maggio 2021 di Serena De Salvador
Incidente in deltaplano, il racconto della 28enne triestina: «Lui è caduto e io ho pensato di morire»

BORSO DEL GRAPPA (TREVISO) - «Ho pensato di morire». Poche parole, lapidarie. Lasciate uscire soltanto dopo aver toccato terra tra gli incoraggiamenti dei soccorritori. Ha davvero rischiato di essere la seconda vittima della tragedia costata la vita a Federico Baratto la donna di 28 anni che era con lui sul deltaplano biposto guidato dal pilota 51enne padovano.

L'hanno trovata sulla cima di un albero, incastrata tra le fronde e ancora agganciata alla struttura metallica della vela. L'imbragatura l'ha salvata. Quella stessa imbragatura che Baratto non ha stretto attorno a sé finendo per cadere per 300 metri nel bosco in cui lo hanno ritrovato cadavere.


GLI SVILUPPI
Un incidente che pare dettato da un errore umano dello stesso Baratto, ma su cui continuano a indagare a stretto giro i carabinieri. Oggi inoltre si saprà se la Procura intende aprire un fascicolo d'indagine ed eventualmente disporre l'autopsia sul corpo, anche se la causa del decesso è indubbia. Bisogna però capire come e perché Federico non fosse correttamente assicurato. Ha dimenticato lui di compiere qualche passaggio fondamentale? O può esserci stata una rottura o un malfunzionamento di una delle componenti del velivolo. I drammatici secondi della tragedia sono stati integralmente ripresi da un video girato da terra dalle tante persone che in quel momento erano attorno alla pedana di lancio. Baratto, dopo aver agganciato la donna, prende la rincorsa. Qualche passo e appena si stacca da terra lo si vede scivolare fuori dal sacco dell'imbrago. Il deltaplano si sbilancia, lui resta appeso con le sole braccia alla barra. Poi la vela impenna, si alza. Lui precipita inghiottito dal bosco. Parte la macchina dei soccorsi: la donna viene trovata subito, è ancora attaccata alla vela, sulla sommità degli alberi. Si calano in elicottero: «Stai tranquilla, respira» le dicono i soccorritori. Lei è terrorizzata, muta. Piange. Riescono a portarla a terra: «Come era vestito Federico? Di che colore?» le chiedono per cercare di velocizzare le ricerche. A fatica la donna ha risposto a loro e poi ai carabinieri, che hanno verbalizzato il suo racconto. «Ho capito subito che qualcosa non andava. Poi l'ho visto cadere. Il deltaplano era sballottato ovunque e poi sono precipitata non capivo più niente» ha confessato piangendo.


IL RICORDO
Nella bifamiliare di via Deledda alla Guizza, a Padova, dove Federico Baratto viveva con mamma Silvana accanto al fratello Davide, la tragedia si è abbattuta violentissima. Una grande passione per il volo quella del 51enne: «Gli era nata tanti anni fa durante il servizio miliare come paracadutista nella Folgore -racconta il fratello- Un amore trasformato in lavoro e ora un errore che non sappiamo spiegarci. Unica consolazione, Federico se n'è andato facendo la cosa che più amava: volare. Era davvero bravo, tanto che la sua esperienza lo aveva portato ad essere riconosciuto a livello nazionale. Ogni momento libero lo passava volando». Nel 1994 aveva ottenuto il brevetto di volo e, quattro anni dopo, quello per i voli biposto per il trasporto di un passeggero. Nel 2018 aveva conquistato il titolo di campione italiano nella categoria ala rigida, ma trasmetteva la sua passione anche attraverso il progetto Volaremozione creato proprio per far provare l'ebbrezza del volo agli appassionati. Federico Baratto, che per lungo tempo aveva abitato nella Marca, era poi tornato a Padova, sua città di nascita. Era membro dell'Adsd Volo Libero Montegrappa e per le sue escursioni nel cielo frequentava sia il bassanese che l'area di Borso. Un appuntamento fisso il suo, in ogni fine settimana con gli altri amanti del volo libero, tutti sconvolti dall'accaduto.

ha collaborato Luisa Morbiato

Ultimo aggiornamento: 09:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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