Crisi da Covid. In soli tre mesi a Padova sono scomparse 42 imprese

Mercoledì 28 Aprile 2021 di Elisa Fais
Crisi da Covid. In soli tre mesi a Padova sono scomparse 42 imprese

PADOVA - Da gennaio a marzo sono scomparse 42 imprese nel padovano, il saldo negativo rivela uno stallo allarmante dovuto all'emergenza Coronavirus.

Il quadro arriva dai dati ufficiali di Unioncamere InfoCamere (rilevazione Movimprese) relativi alla natalità e mortalità delle imprese padovane nel primo trimestre 2021, diffusi da Ascom Confcommercio Padova. Nel primo trimestre di quest'anno, in provincia, 1.729 iscrizioni di imprese e solo 1.771 cessazioni. Per cui una differenza di sole 42 attività.


LA LETTURA
«Davanti a questi numeri, senza un minimo di analisi, verrebbe quasi da dire che il tessuto economico padovano non sia messo così male dichiara il presidente Ascom, Patrizio Bertin - ma se si scende nello specifico si comprende che la situazione di stallo ha finito per contagiare perfino chi aveva intenzione di chiudere e non l'ha fatto. Il primo trimestre, da almeno un decennio a questa parte, è sempre stato caratterizzato da molte più cessazioni che iscrizioni. Una conseguenza fisiologica delle cessazioni reali avvenute alle fine dell'anno precedente, ma formalizzate nelle settimane successive».
Divari anche consistenti se si pensa che, ad esempio, nel 2009, a fronte di 1.972 iscrizioni furono registrate ben 2.445 cessazioni. Un dato rapportabile, a ben guardare, a quello dell'anno scorso quando le iscrizioni furono 1.643 e le cessazioni 2.331. «In quell'anno scontavamo la crisi economica mondiale iniziata l'anno precedente mentre qui eravamo già in presenza della pandemia commenta Bertin che, comunque avrebbe dovuto proseguire il trend anche nel primo trimestre del 2021». Invece no. Il valore di gran lunga inferiore rispetto alla serie dei primi trimestri degli ultimi dieci anni, tutti sempre chiusi in campo negativo, per cui è ragionevole stimare l'esistenza di quella che Movimprese definisce una platea nascosta di imprese che in altre circostanze avrebbero già chiuso i battenti. «Evidentemente continua Bertin la sostanziale sedazione non solo dell'economia ma dell'intera società ha finito per contagiare anche chi, necessariamente, avrebbe dovuto chiudere i battenti ma non l'ha fatto. In buona sostanza più di qualcuno ha congelato le proprie scelte: chi perché convinto magari che, nonostante tutto, si possa ripartire e chi, invece, perché non sa esattamente cosa e come fare. Ritengo sia in buona misura ciò che sta caratterizzando il nostro comparto del terziario».


I NUMERI
Complessivamente, dunque, si tratta di numeri contenuti in un panorama piuttosto importante qual è quello relativo alla provincia padovana: 95.874 sono infatti le imprese registrate e 86.122 quelle attive con diminuzioni da zero virgola, visto che nel primo caso si tratta di un calo dello 0.04% e nel secondo dello 0,05%. «Alle imprese che sono per così dire in stand by conclude il presidente dell'Ascom Confcommercio raccomandiamo di non fare passi falsi. L'associazione è a completa disposizione per valutare, con calma e competenza, se ci sono le condizioni per proseguire». La pandemia ha frenato la natalità delle imprese anche nel resto d'Italia. I dati della fine del mese scorso portano a 63mila la stima sulla mancata nascita di imprese da marzo 2020. Le incertezze dello scenario economico, tra attese sull'evoluzione della pandemia e prospettive di rilancio legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza, influiscono anche sulle cancellazioni, in rallentamento.

Ultimo aggiornamento: 10:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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