Torna il contagio nelle case di riposo, l'Ulss: «Dobbiamo vaccinare di più»

Venerdì 24 Giugno 2022 di Elisa Fais
Torna il contagio nelle case di riposo (foto d'archivio)

PADOVA - Il Covid torna, insidioso, nelle case di riposo padovane e l'Ulss 6 punta il dito contro le strutture che ancora non hanno programmato le sessioni di vaccinazione di richiamo. Su 4.200 ospiti delle Rsa padovane si passa da 14 casi positivi registrati il 13 giugno scorso, alle attuali 51 infezioni. In appena dieci giorni, dunque, si è verificata una crescita del 72%.

La situazione è sotto controllo ma, come nel resto della popolazione, fa capire che il virus è in grado di diffondersi in fretta.

Vaccini in casa di riposo

Siamo lontani dai tragici scenari d'inizio pandemia, quando i focolai Covid si portarono via centinaia di anziani, ma il rischio che qualcosa cambi da un momento all'altro è dietro l'angolo. Ecco che l'Euganea interviene sul fronte della campagna vaccinale, chiamando a rapporto le direzioni delle 40 Rsa del padovano. Ieri, 23 giugno, da via Scrovegni è stata inviata una comunicazione a tutte le strutture per anziani e non autosufficienti del territorio, dove si chiede di rendere conto al più presto del calendario vaccinale dedicato alle quarte dosi. «Negli ultimi 15 giorni abbiamo notato una ripresa delle vaccinazioni nelle Rsa - precisa Maria Chiara Corti, direttore dei servizi socio-sanitari - prima eravamo al 14% degli ospiti con quarta dose, oggi siamo al 38%. Ma si può e si deve fare di più. Finora c'è stato poco entusiasmo, probabilmente perché c'è poca sensazione di pericolo, sia da parte delle direzioni delle Rsa che da parte dei familiari degli ospiti. Anche per la seconda dose booster c'è bisogno dell'acquisizione del consenso. Ora abbiamo invitato le case di riposo a comunicarci le date per le vaccinazioni: è necessario prepararsi all'autunno e proteggere i fragili da questo colpo di coda della pandemia».

La ripresa dei contagi

Su 4.200 ospiti, al momento gli eleggibili alla quarta dose sono 2.482 (devono passare 120 giorni dalla guarigione o dalla terza dose). A Padova e provincia la situazione è a macchia di leopardo: ci sono strutture che hanno raggiunto l'88% di copertura booster e, altre, che arrivano appena al 4%. «La ripresa dei contagi all'interno delle case di riposo è modesta e circoscritta - aggiunge la dottoressa Corti - gran parte dei positivi al tampone hanno pochi sintomi o addirittura sono asintomatici. Spesso si individuano con gli screening a tappeto che si fanno per prassi ogni 20 giorni. L'allerta rimane alta ed è bene fare attenzione». I 51 anziani positivi si suddividono in due grandi focolai da 16, e poi in altri minori sotto i dieci casi. Sono coinvolte cinque strutture equamente suddivise tra Alta e Bassa Padovana, oltre che Padova centro.

Organici in crisi

Rimane ancora da sciogliere il nodo della carenza di infermieri. Ad oggi l'Ulss 6 garantisce 2.500 ore al mese di turni aggiuntivi, prestando alle case di riposo i propri dipendenti. A questo si aggiungono 15 infermieri comandati presso le strutture residenziali, che sulla carta dovrebbero essere 30. «Stiamo ancora supportando le case di riposo che ora devono garantire un piano ferie - specifica Corti - Inoltre in provincia di Padova abbiamo una complessità particolare, dovuta al fatto che coesistono tre realtà sanitarie e ognuna cerca infermieri». Insomma, la coperta è corta e sempre più spesso vengono assunti infermieri oltre confine. Lo spiega Andrea Merlo, vice-presidente dell'Ordine degli infermieri di Padova, con alle spalle una lunga esperienza dirigenziale nelle strutture per anziani e non autosufficienti. «In questi mesi in Rsa trovano spazio infermieri da tutto il mondo: Brasile, Paraguay, Tunisi, Albania, Serbia - dice il dottor Merlo -. La carenza di personale infermieristico viene compensata da un lato con l'incremento di competenze da parte degli oss e dall'altro con il reclutamento degli infermieri del mondo».

Ultimo aggiornamento: 17:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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