Coronavirus, allarme della Provincia: mancano i soldi per adeguare le scuole

Venerdì 8 Maggio 2020 di Ni.Co.
La Provincia di Padova senza soldi per adeguare le scuole
PADOVA Il Coronavirus manda in coma anche le scuole superiori. Gli effetti devastanti dell'epidemia, infatti, si stanno ripercuotendo pesantissimamente sui conti che riguardano licei e istituti di cui ha competenza la Provincia. Come, è presto detto. Le casse di Piazza Antenore vengono rimpinguate dagli introiti provenienti dalle tasse automobilistiche sulle nuove immatricolazioni, ma essendo crollate le vendite del 90%, l'ammanco è evidente. Trentadue milioni di euro era la somma preventivata in entrata e finora ne sono arrivati solo 170mila. «Non possiamo programmare più nulla denuncia il presidente Fabio Bui -. Saltano i progetti che avevamo messo in programma per i plessi, che ammontavano a 4 milioni di euro. D'ora in poi, quindi, finiremo quanto già avviato, ma il resto salterà. E non c'è solo questo problema, ma anche il fatto che ancora non sappiamo come organizzeremo didattica, utilizzo delle palestre e trasporti. Negli istituti molto affollati, come il Marconi, ci saranno lezioni mattina e pomeriggio, e poi pure online, ma non tutti i ragazzi hanno un pc». C'è poi la questione dei presìdi anti contagio. «Abbiamo acquistato ha detto ancora il numero uno di Piazza Antenore un grosso quantitativo di mascherine, ma è impensabile che ogni giorno si possa metterne a disposizione 40mila per tutti studenti delle superiori. Per non parlare dell'inquinamento, perché già ora vengono buttate ovunque. Pensiamo di introdurre quelle riutilizzabili, ma pure per questo bisogna capire con che modalità».
A rischio, quindi, sono i lavori che dovevano iniziare nei seguenti istituti: Pietro d'Abano di Abano Terme, Meucci e Caro di Cittadella; Euganeo e Atestino di Este; Kennedy di Monselice; Pertini di Camposampiero; Galilei di Selvazzano; Rolando di Piazzola Marchesi, Fusinato, Belzoni , Duca degli Abruzzi, Nievo, Ruzza, Marconi e Selvatico di Padova.
LA SITUAZIONE
Preoccupazione c'è anche tra i sindacalisti che si occupano di scuola. «Si prospetta una situazione di emergenza annota Mara Patella, segretaria generale Flc Cgil in primis perché i docenti, con lo sdoppiamento della classi, saranno la metà rispetto al numero necessario. Per cui, o faranno i doppi turni, oppure, facendo ricorso a soluzioni creative, dovranno insegnare all'aperto, dove gli scolari possono essere distanziati, o nelle palestre. Per non parlare dei consigli di istituto, che nei plessi dove le materie sono tante, per accogliere i docenti non basterebbe un parco... E dato che il mercato ha bisogno dei lavoratori, servono servizi per l'infanzia a supporto dei genitori. La scuola è un'altra cosa e va garantito il diritto all'istruzione. Alla luce di tutto ciò chiediamo un tavolo ampio di discussione».
LA PERPLESSITÁ
Incertezze a perplessità emergono pure dai dirigenti scolastici. «In vista dell'esame di maturità - spiega la professoressa Concetta Ferrara, preside dell'IIS Duca degli Abruzzi, nonchè dell'XI Istituto Comprensivo Vivaldi che raggruppa varie scuole (Randi, Zanibon, e le secondarie di via Moro e Chieti) stiamo allestendo gli spazi del nostro Istituto, che fortunatamente sono ampi. Abbiamo ordinato un notevole quantitativo di disinfettante e predisposto turni per le pulizie, particolarmente approfondite su lim e dispositivi touch. Inoltre abbiamo procurato un migliaio di mascherine per candidati, commissari e presidi, dato che in ogni aula ci saranno 9 persone, testimone compreso. Purtroppo non si potrà usare il ventilatore, presenza fissa agli esami di Stato precedenti. Comunque, aspettiamo l'ordinanza ministeriale per definire i dettagli».
 
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