Coronavirus. Le ultime vittime padovane del Covid

Mercoledì 22 Aprile 2020
L'ospedale di Padova

PADOVA - Continua a calare il contagio, tra ieri e lunedì si registrano solo 28 nuovi casi. L’epidemia finora si è portata via 208 persone, quattro le vittime nelle ultime ore all’ospedale di Schiavonia. Non ce l’hanno fatta l’87enne Attilio Rossin, di Ospedaletto Euganeo e il 91enne Romeo Sofia, di San Giorgio delle Pertiche. La casa di riposo di Monselice piange Il 67enne Luciano Mesenello, che era stato ricoverato al Covid Center visto l’aggravarsi delle sue condizioni. A poche ore di distanza nell’ospedale della Bassa è spirato anche Luigi Lazzarin, di 86 anni, che viveva ad Arzergrande. 

I NUMERI
L’ultimo bollettino a firma Azienda Zero mostra 3.721 casi di Covid-19 dallo scoppio dell’emergenza nel padovano. I positivi al tampone sono 1.896, tra ieri e lunedì è stata trovata positiva solo una persona in più. I negativizzati virologici, i soggetti che sono stati dichiarati guariti, sono invece 1.617 (+22). E’ boom di padovani usciti dalla quarantena: 398 persone nel giro di 24 ore. Rimangono in isolamento domiciliare in 1.458. Assieme alla riduzione dei contagi, si contrae anche il numero di ospedalizzazioni. Nei vari nosocomi della provincia risultano in reparto e in terapia intensiva 222 pazienti positivi e altri 49 negativizzati, per un totale di 271 degenze (-5). Dal 21 febbraio i dimessi sono 485 (+12). 
«Siamo nella fase decrescente, ma la vera scommessa si giocherà con la riapertura delle attività». La conferma arriva da Dario Gregori, coordinatore del progetto covid19ita sviluppato dall’Unità di Biostatistica, epidemiologia, e sanità pubblica del Dipartimento di Scienze Cardio-toraco-vascolari e Sanità pubblica dell’università di Padova. Il gruppo di ricerca ha messo in piedi una piattaforma che incrocia i positivi al tampone, i contagi e i deceduti allo scopo di valutare l’efficacia delle disposizioni adottate sul territorio. «L’impatto delle politiche è positivo perché in Veneto il picco non si è mai visto – aggiunge Gregori –. Si è formato un plateau, dove la crescita è stata contenuta. In Lombardia invece la curva del contagio porta chiaramente al picco. Ora siamo in fase di discesa, l’andamento dell’epidemia dopo il 4 maggio è nelle mani dei veneti. Il futuro dipende dalla responsabilità individuale e da politiche di riapertura graduale». Nelle terapie intensive padovane attualmente risultano ricoverati solo 19 pazienti gravi positivi. 
LE VITTIME 
Ospedaletto Euganeo piange il primo morto per Coronavirus: è Attilio Rossin, 86 anni. L’anziano si è spento a Schiavonia, dove si trovava da circa una settimana e dove è tuttora ricoverata la moglie. I tre figli Stefano, Marco e Mariangela hanno dovuto darle la tragica notizia. Attilio, originario di Montagnana, soffriva di diabete e di problemi al cuore e più di due mesi fa una frattura a una gamba aveva reso necessario il ricovero a Schiavonia, prima che la struttura diventasse un ospedale dedicato al solo Covid e successivamente in quello di Abano Terme. Una volta dimesso aveva fatto ritorno nella sua casa di via Mandolare, dove abitava con la moglie. Nel giro di pochi giorni le sue condizioni di salute sono poi peggiorate per colpa del Coronavirus, da cui era stato contagiato, proprio come la moglie. Dall’ospedale di Schiavonia non è mai più uscito. «Papà è morto di arresto cardiaco stanotte (lunedì notte, ndr) – racconta il figlio Marco –. Era molto attaccato alla famiglia». Il suo pensiero, così come quello degli altri due fratelli, va ora alla madre: la loro speranza è di poter riabbracciare almeno lei. La terza vittima di covid-19 a san Giorgio si chiama Romeo Sofia, 91 anni, pensionato da molti anni. L’uomo che ieri si è spento all’ospedale di Schiavonia abitava in via Roma assieme alla moglie Pierina, ex infermiera. La coppia non aveva figli. Sofia era un uomo riservato, poco incline alla vita sociale del paese, a differenza del fratello Giorgio, ex giocatore di calcio all’Ardisci e Spera, che da fine marzo, ancora prima del ricovero di Romeo, era stato ricoverato a causa di problematiche inerenti al coronavirus e che ancora non è guarito. Laconico il commento del sindaco Daniele Canella. «Nel giro di pochi giorni è arrivata la terza vittima di questa terribile epidemia- ha detto Canella- in silenzio ci uniamo ai familiari e preghiamo Dio che l’emergenza passi presto»
E anche Arzergrande piange un suo concittadino: Luigi Lazzarin, aveva 86 anni. Lascia la moglie Maria e il figlio Luciano. La vittima era arrivata con i suoi familiari in paese circa dieci anni fa da Conselve. Il sindaco Filippo Lazzarin non appena ha appreso del decesso ha riferito: «Il Coronavirus sta uccidendo centinaia di anziani che hanno fatto la storia del nostro Veneto. Gente che ha faticato una vita e che adesso sognava soltanto di vivere una vecchiaia il più possibile decorosa. Ho portato la mia vicinanza al figlio Luciano a nome di tutta l’amministrazione comunale». 
E.

Fa - C.Arc - L. Ma. - M.E.P

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