Il Comune scrive alla donna morta da mesi, il figlio ferito: «Cattivo gusto»

Lunedì 23 Gennaio 2023 di Lorena Levorato
Municipio di Vigonza

VIGONZA - Il Comune le comunica che non fa più parte dell’albo degli scrutatori perché è morta.

Quando il marito ha aperto la lettera indirizzata alla moglie, e ha letto cosa c’era scritto, non credeva ai suoi occhi. «Le comunico che la Commissione elettorale ha provveduto a cancellare la S. V. dall’Albo delle persone idonee all’ufficio di scrutatore di seggio elettorale, per il seguente motivo: morte. Distinti saluti».

LA PROTESTA
Ma come? La moglie è morta e il Comune la avvisa che, essendo deceduta, non è più nell’elenco degli iscritti ammessi a svolgere il compito di scrutatori, in quanto è venuto a mancare uno dei requisiti, ovvero l’esistenza in vita? Ebbene sì! In effetti la signora è deceduta da oltre un anno e, ovviamente, non può essere tra gli scrutatori iscritti all’albo. E il Comune gliel’ha comunicato. In tutto e per tutto una situazione paradossale e al limite dell’assurdo, con tutti i canoni per una barzelletta fantasiosa da raccontatore. E invece è tutto vero.
«Non ci credo - commenta il marito - avranno perso mezz’ora per spedirlo ad una persona estinta da un anno». Una lettera che ha riaperto una ferita per un dolore recente: la donna, infatti, è scomparsa a dicembre del 2021. E come ha detto il figlio, «è stata una comunicazione che il Comune poteva evitare, di cattivo gusto e inopportuna».

LA RISPOSTA
Informato dell’accaduto, il sindaco Gianmaria Boscaro (nella foto) ha detto che «si tratta di un aggiornamento automatico richiesto dal ministero dell’Interno e che viene fatto una volta all’anno dalla Commissione elettorale. Tale aggiornamento prevede che vengono cancellati dall’Albo degli scrutatori i cittadini residenti che si trasferiscono in altri Comuni e le persone che nel frattempo sono decedute. Contemporaneamente vengono iscritti coloro che hanno fatto domanda per diventare scrutatori».
Al di là della spiegazione tecnica e burocratica, il primo cittadino aggiunge che «la cosa è davvero assurda. Sono assolutamente d’accordo su questo. Assurde come lo sono tre quarti delle norme elettorali. Si tratta di disposizioni statali che spesso hanno dei retaggi ottocenteschi: impongono ai Comuni degli adempimenti talvolta inutili come in questo caso. Spero che con il passare degli anni e l’avvento della digitalizzazione lo Stato snellisca le procedure per non gravare le pubbliche amministrazioni di costi e di attività che si potrebbero evitare».

 

Ultimo aggiornamento: 07:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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