Il bibliotecario dell'Antoniana va in pensione: «I libri del Santo sono stati la mia vita»

Domenica 18 Aprile 2021 di Elisa Fais
Fabio Salvato

PADOVA - Ha passato gli ultimi 37 anni a prendersi cura di preziosi libri antichi, avvolto nel silenzio e nella pace della biblioteca Antoniana, con il compito di consegnare alle future generazioni un patrimonio culturale che sa d'eterno. A 62 anni va in pensione Fabio Salvato, lo storico bibliotecario del gioiello francescano nascosto nel cuore della Basilica del Santo. «Qualcuno potrebbe pensare che vivere in biblioteca sia noioso, ma non è affatto così - dichiara -.

E' molto stimolante e, se si coltiva l'amore per la cultura, fa crescere umanamente. Anche solo toccare un libro antico, per me è un'emozione. Sfogliando le pagine si trovano note manoscritte di chi l'ha posseduto, a volte si leggono segreti nascosti da oltre cinquecento anni».


LA STORIA
Fabio Salvato entra in biblioteca a 26 anni, alle spalle una qualifica da perito meccanico. Grazie alla passione trasmessa da padre Giovanni Luisetto, per il giovane inizia un percorso di formazione. «Sin da subito ho imparato a conoscere quest'ambiente e ad amare i libri - racconta -. Ho compreso la dimensione del mio lavoro grazie anche al rapporto con gli studiosi che frequentano la biblioteca». Come quasi tutte le biblioteche francescane, era denominata semplicemente libreria, e risale alle origini del convento della Basilica del Santo, che verso il 1240 era in costruzione come nobile monasterium. La storia della biblioteca si intreccia con quella della comunità dei Frati Minori Conventuali, dal medioevo ad oggi custodi del santuario. Caso forse unico in Italia tra le antiche biblioteche francescane, si è conservata sostanzialmente integra fino ai nostri tempi sfuggendo a razzie, dispersioni, confische. La biblioteca è costituita da un salone settecentesco affrescato che custodisce al suo interno 90.000 volumi a stampa e 828 manoscritti di grande valore storico artistico. Ornano il salone due preziosi globi, l'uno terrestre e l'altro celeste, opera del padre Vincenzo Coronelli, cosmografo ufficiale della Repubblica di Venezia.


LA RIAPERTURA
Dopo quattro anni di chiusura necessaria per restauro, nel 2018 la biblioteca ha riaperto al pubblico. «Era necessario un intervento importante per mettere in sicurezza il patrimonio librario e le strutture - afferma Fabio Salvato -. E' stato un lavoro notevole perché abbiamo dovuto spostare tutti i libri, siamo andati avanti per sezioni». La biblioteca ha affrontato anche l'emergenza sanitaria in corso. Oggi gli studiosi, su appuntamento, possono consultare 828 manoscritti (dei quali circa 600 medievali), oltre 260 incunaboli, 3.200 edizioni del XVI secolo e una notevole collezione di edizioni ebraiche. «Abbiamo chiuso all'inizio della pandemia - spiega - poi, da maggio 2020, siamo sempre rimasti aperti su appuntamento salvo nei periodi di zona rossa». É in corso un progetto di catalogazione e inventariazione del patrimonio librario a stampa della biblioteca. Grazie a questa iniziativa i libri e i documenti della biblioteca entrano a far parte del Sistema Bibliotecario Nazionale, facilitando la consultazione del patrimonio librario e permettendo la condivisione a livello mondiale delle informazioni utili a ricercatori e studenti. Lo storico bibliotecario ora è pronto a salutare i suoi libri e, ringraziando tutti i direttori con cui ha lavorato, volge il pensiero verso l'alto. «Ringrazio l'istituzione, in maniera particolare l'attuale direttore della biblioteca, padre Alberto Fanton, con cui ho condiviso gioie e dolori per quasi 13 anni. Ringrazio anche tutta la comunità del Santo, prima di tutti Sant'Antonio che mi ha dato la possibilità di essere qui. Questa meraviglia è opera sua».
 

Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 09:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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