VENEZIA - Lo chiamano aperylibero o aperitivo disubbidiente.
IL BERSAGLIO
Nella loro incessante ricerca di un bersaglio da colpire, per esprimere la loro contrarietà pressoché a tutto, ora i partecipanti al canale Veneto No Green Pass puntano al boicottaggio dei baristi. Da giorni sui social circolano liste di locali e negozi che rispettano la normativa e dunque chiedono di esibire il certificato verde, nonché quelle che invece permettono l'ingresso senza alcuna formalità. I toni sono piuttosto accesi nei confronti dei commercianti ligi al dovere. Scrive ad esempio un'utente: «L'unico modo che abbiamo di far togliere veramente questa m... è mettere in ginocchio i negozi e i ristoranti». Aggiunge un altro: «Dovremmo organizzare anche un aperitivo tutti assieme, ognuno porta qualcosa, come fanno in altre città. Anche alla faccia di chi ci vede e non ci fa entrare».
NEL WEEKEND
La proposta è stata prontamente raccolta dai vertici del movimento, che hanno organizzato il principale evento per sabato 12 febbraio a Padova, al termine della manifestazione annunciata in Prato della Valle. L'appuntamento con Aperylibero, l'aperitivo libero fai da te è dalle 18.30 alle 20 in piazza delle Erbe, con la raccomandazione di portarsi «qualcosa da bere e le patatine», purché «rigorosamente acquistati nella bottega alimentare», cioè in quel tipo di attività che non prevede l'obbligo di Green pass per l'accesso. Iniziative simili, denominate aperitivo disubbidiente, sono in programma nel weekend anche nella Marca: venerdì alle 18.30 in piazza dei Signori a Treviso, sabato sempre alle 18.30 davanti al municipio di Mogliano Veneto, domenica alle 16 di fronte alla sede municipale di Zero Branco. A giudicare dalle richieste degli aderenti alla chat, non è escluso che il fenomeno possa ora allargarsi ad altre aree del Veneto.
LE REAZIONI
Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto, è sorpreso. «Non sapevo di questi programmi dice e mi sembra una guerra tra poveri. C'è una legge e le regole vanno rispettate: noi esercenti e negozianti dobbiamo applicarle, altrimenti veniamo sanzionati. Quindi non mi pare una provocazione intelligente». I no-vax considerano baristi e commercianti complici dello Stato che prescrive le norme. «C'è il diritto di manifestare afferma Bertin e difatti a Padova per 32 sabati abbiamo sopportato i loro cortei. Ma mi lascia allibito apprendere che queste persone vogliano davvero provare a mettere in crisi un comparto che ha già sofferto molto e sta patendo ancora tanto. I contagi stanno rallentando e abbiamo la speranza di uscire dalle restrizioni: questa gente vuole veramente mandare in rovina tutto? Mi auguro che le forze dell'ordine intervengano per evitare qualsiasi forma di illegalità». Gli esercenti non intendono cedere e la compattezza della categoria è confermata da Andrea Gallo, comandante della polizia locale di Treviso: «Nei controlli che svolgiamo regolarmente, riscontriamo una collaborazione fattiva. Baristi e ristoratori rispettano le regole».